Part 16

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Questa idea di portare le firme in Comune, di fare un esposto non posso fare a meno di pensare che dev'essere di Joshua. Joshua ed io siamo due che preferiscono gli accomodamenti alle rivoluzioni; a forza di sentirci raccontare le meraviglie della resilienza, siamo venuti su miti e remissivi; la nostra unica forza di volontà è nel voler a tutti i costi perseguire il sogno di un lavoro in università, la remissività sta nel non chiederci, a noi stessi, il perché di tanta testardaggine.

Questa comune storia è il nocciolo della nostra reciproca simpatia. Ways of living are ways of knowing. Noi viviamo le stesse emergenze.

Solo col tempo abbiamo imparato cos'è lavorare in quell'onorabile spazio chiamato università, per arrivare alla conclusione che è come andare a un ballo in maschera: ci vuole un invito. Joshua ed io, e tanti altri, ci eravamo intrufolati a questo gran ballo, per degli ingressi secondari dimenticati aperti. Una borsa di studio dopo la laurea, un dottorato per prendere tempo, ma nessuno, intendo nessuno di quelli già dentro, che avesse deciso di aprirci la porta e spingerci avanti. Nessuno sbatte fuori chi è entrato dentro, ma nessuno ti dice in quale salone è la gran festa, e tu la musica la senti, ma da lontano.

Entrambi avevamo sfruttato una corrente favorevole e ci eravamo ritagliati un piccolo spazio. Ma come dice Joshua, che ha anche lui la sua esperienza in materia, riuscire a sfangarla era tutto un altro paio di maniche. E in questa antica e onorevole attività di chiedere per ottenere e dare in cambio qualcosa per arrivare là dov'era il gran ballo, io faticavo, Joshua pure e non parliamo poi di Young Hyde che credeva che è la costante ricerca di un rifiugio, in qualcuno, in qualcosa.

Ma in mezzo a noi che sembriamo dei cinici vecchietti, Evil mantiene la sua giovinezza romantica.

"Guarda che bellissmo progetto!" mi fa Evil.

"Vieni, vieni a vedere".

Nella stanza ci sono quattro monitor accatastati in un angolo che sembrano teste tristi. Ho questa mania di sentire le cose, gli oggetti attorno a me, come se a modo loro fossero animati.

Poi appeso a una parete illuminato da un raggio di sole vedo un bellissimo disegno. Riconosco la fabbrica, poi c'è una piazza, campi da basket, calcetto. Colorato, professionale. A sovrastare tutto, la cisterna dell'acqua, come una torre campanaria. Il simbolo di un'idea.

"Cose che servono alla gente di qua. Mica torri, palazzi, parcheggi" mi fa Evil mentre io sono veramente colpito dal progetto.

"Al posto della schifezza che vogliono costruire, noi vogliamo una piazza, campetti per far giocare i ragazzi. Vogliamo spazi per tutti".

"Bello. È... è..." sono senza parole, mi viene da dire landmark, ho già la testa altrove, "ha un'impronta".

"A me piace la cisterna dell'acqua" Evil punta il dito sul disegno. "La Cisternina..." scambia uno sguardo con me.

"Ma chi..."

"Un amico di Joshua che sta facendo una tesi di architettura".

"Bello davvero" ripeto continuando a guardare.

"Certo il problema sono i soldi. Se il Comune ce lo finanziasse anche solo metà".

"Sai perché lo faccio?" mi chiede a bruciapelo.

Scuoto la testa in un no.

"Per la vecchietta che si affaccia sul balcone la mattina e vede la fabbrica dove suo marito ha lavorato per quarant'anni? Qui c'è la sua vita".

Non posso fare a meno di immaginare che se tutti la pensassero come Evil, il mondo non sarebbe nient'altro che un museo di ricordi; ma non lo dico e annuisco per dargli ragione.

"Per i bambini che hanno il dovere di crescere in un posto umano e imparare che la vita non è solo la ricorsa al successo. Guardati attorno. Iniziano a tagliare gli alberi a dirci che sono cose da niente, piccole cose, che le piante sono malate. Ma intanto ci cambiano, ci fanno terra bruciata intorno, cancellano quello che da una vita siamo abituati a vedere, quello che ci piace, il verde, le piante, quello che ci è familiare. Poi alzano gli affitti, i prezzi delle case. I vecchi negozi chiudono, ne arrivano altri. Ci tagliano fuori così. Questa fabbrica è una barriera".

Mentre ce ne andiamo Evil mi racconta ancora che stanno pensando di organizzare, per Natale, una piccola festicciola per tutta le gente del quartiere.

"A Natale e Capodanno."

"Se posso darvi una mano" mi esce dalla bocca per l'ansia di dire qualcosa in occasioni come questa in cui non so mai cosa rispondere.

Uscendo dal Centro vado verso la metropolitana. Immaginavo di trovare Joshua che mi dicesse qualcosa di Olga, forse ieri sera avrei dovuto trovare le parole per chiedere io. All'ingresso della stazione, su un piccolo slargo, le foglie gialle cadono a manciate, come una nevicata improvvisa, su uno sfondo totalmente immobile. Sembra un piccolo momento di magia. Ho ancora negli orecchi la voce di Evil e mi sembra di sentirlo dire: "It's called fall because everything is falling... leaves, temperature, bank account, motivation".

NOTE

(1) Ci si conosce per come si vive.

(2) Autunno in inglese si dice fall perché tutto viene giù... foglie, temperatura, conti in banca, motivazione

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 07, 2016 ⏰

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