Il maratoneta

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            Ecco questa mattina d'autunno, col sole tiepido, il cielo trasparente. Due persone alla fermata dell'autobus e un certo via vai. Prendo le cuffie, le infilo nelle orecchie. Scendo per strada correndo. Solito giro, cinque chilometri, verso collina, lungo il fiume.

Non è come quelle perfettissime fotografie dai colori accesi e tutte le sfumature possibili che possono esistere tra il giallo e il rosso sullo sfondo del cielo azzurrissimo del Vermont o del New England... quelle immagini che si vedono su internet... ohh damn web!(1) Qui non è così suggestivo; sarà per via di photoshop o i filtri di instagram o per le proporzioni; gli spazi non sono così grandi, e poi la collina non è una foresta... ma anche qui l'autunno si prende la sua ribalta e mette in scena tutto un melodramma. A me che sono un po' miope queste macchie di colori sembrano tanti fuocherelli sparsi. Giù di cappello e tutto il mio stupore. A trent'anni suonati la natura mi colpisce ancora.

Di questi giorni che ho a portata di mano a casa, su quella specie di tavolo su cui appoggio il mio lavoro, il libro di quel tizio americano, questa corsa mi fa sentire come Barrett Meeks, sotto il cielo innocente di New York, la mattina, mentre corre e salta tra i sentieri gelati di Central Park. Nel mio piccolo mi sento come tutti i Barrett Meeks del mondo, resourceful, repressed and resilient.(2)

Secondo Joshua, corro perché... ma chi se ne frega del perché corro, poi lo so io che corro e basta. Atmosfera, facce che non conosco, scene da incrocio che mi lascio dietro alle spalle... tutto quello che mi scorre davanti agli occhi, come fotogrammi della pellicola di un film... and they make the good job(3)... corro dentro questa scatola di mondo.

Oggi è talmente bella questa giornata... la luce è così dolce; sembra riflessiva, come lo sguardo di mio nonno quando ricordava qualche momento. This beautiful light, which is everything and nothing at the same time(4).

Joshua, che mi ha inquadrato in una delle sue categorie sociologiche, un giorno mentre si rollava una sigaretta, se ne è uscito con questa cosa che il mio tasso di eccitazione è talmente alto che il semplice stare in mezzo alla gente mi consuma energia.

Sentirsi analizzare così sounds as enjoyable as filling out a stack of paperwork to get a sandwich(5). Ma chi lo sa, avrà anche ragione, Joshua, e poi è un bravo ragazzo, ed è anche studioso. Io corro e sto bene da me. Oggi poi che il sole zampilla speranza come una tartaruga che sprizza pazienza; e le nuvole bighellonano in cielo e cambiano forma al capriccio del vento, senza legge, senza ordine, imprevedibili come il mio umore; e l'intreccio dei rami, quegli alberi... sembrano le biforcazioni di tutte le mie indecisioni. Oggi sembra tutto in equilibrio, la calma che precede quel momento, lo scarto impercettibile that stir up a country's revolution(6)...

Non posso proprio non pensarci. Quando il cellulare ha vibrato e non ho avuto il coraggio di aprire quella mail... e adesso non sto più nella pelle. Corro.

A correre saranno in tanti lungo il fiume, tanti quanti i ragazzini che si incontrano nei centri commerciali; tanti piccoli tubi di scappamento che si lasciano alle spalle nuvolette di vapore, in mezzo alle fiamme colorate di questa stagione che toh... sono vere come i fuochi che si vedono tra le quinte di un teatro, anche se sembrano bruciare davvero tanto da lasciare gli alberi brulli.

Tutti i prestigiatori alle prime armi conoscono trucchetti da nulla in gran quantità per creare l'immagine di un'illusione. Ed è così che fa Madre Natura, questa Gran Ciarlatana. Tira fuori da un cappello a cilindro questo improbabile mondo, come fosse un coniglio. E lo stupore, la meraviglia? nient'altro che un banalissimo imbroglio a cui crederci per amore dei sogni, per un momento d'evasione dalla prigione della ragione.

Finché non lo smonteranno, quel dehor accanto al chioschetto che ormai sono mesi che ha le serrande abbassate, con su disegni e scritte da non farci troppo caso, è diventato un riparo per le notti di qualcuno: hanno messo un materasso accanto a una pila di sedie di plastica tenute insieme da una catena e un lucchetto. Resisterà finché qualcuno non se lo porterà via e nel frattempo il vento gli ha soffiato sopra qualche foglia secca.

Non ce la faccio. Mi fermo. Tiro fuori il cellulare. Non penso. Questione di secondi. Apro la mail. Ho forza abbastanza.

E parto di corsa. Corro, corro. Ci vado dietro a questo ritmo. Musica martellante. Ritmo di playlist che ho costruito mettendoci dentro pezzi sofisticati, da intenditori... buoni consigli... poca roba commerciale, tipo Minutemem, Marshall Crenshaw, anche se... è vero, ho anche... ohh smashing some 80's jams into my ears (7). Sono di moda these old tuuuuneees(8)?... really, guys, suppressing the impulse to slide on my knees across the platform waiting for a train(9)... perché come dice Evil Monkeys, che a modo suo è un vero esperto, per quanto molti pensino che la musica nasce al di fuori di ogni contesto, come un fiore del deserto... non è così. Evil lo dice con la massima serietà. La musica è ispirata, influenzata, resa banale o immortale da quello che si respira nell'aria, è il clima degli anni che le fa da culla. E gli anni '80, non fa che ripetermi che sono stati un periodo così vibrante che emettevano musica ad ogni istante, che ogni respiro diventava un suono. Un po' in italiano, un po' in American English – non ho mai capito di dove sia Evil Monkeys, ma penso della bassa romagnola – Yes, the '80s were a vibrant, eclectic period that crackled and hummed as it carved out its path(10). Qualcosa che nasce così, non può che restare, intendo durare nel tempo.

Boys, Marshall Crenshaw mi rimarrà per sempre in testa come la musica di questo momento bellissimo.

Svolto per fare la salita del ponte. I binari dei treni si aprono a ventaglio verso un orizzonte senza eventi. Le auto sono ferme in una lunga coda davanti a un semaforo rosso. Mi lascio alle spalle volti, teste e sigarette accese. Una donna che mi osserva seduta accanto a due mani al volante, forse si gode le impressioni del viaggio. Nessun grado di separazione tra noi. La macchina ha una targa straniera. Una casa con vista binari mi riempie di questi pensieri: stare a guardare passare una vita frenetica, e immaginare, curioso, le storie degli altri. A volte viene a galla questa inclinazione contemplativa. Al diavolo. Oggi questa corsa è un lungo piano sequenza.

Sono certo, nessuno mi guarda e si chiede chi sono. Sono un movimento in questa fotografia di un mattino d'autunno, un refolo d'aria che solleva la polvere, una rapida animazione su questo imperterrito sfondo. Un cane e due bambini mi guardano ora.

Al fondo della discesa, Marshall Crenshaw ha finito di cantare. Is there a way to loop this song?(11)  Sfilo davanti ai tavolini mezzi vuoti del bar. C'è qualcuno che chiacchiera davanti ad un caffé, qualcuno che lavora davanti a un PC.

Mi fermo a un semaforomonocolore rarefatto


(1) Oh dannatissimo web.

(2) Pieno di risorse, controllato e resiliente.

(3) Fanno il loro sporco lavoro.

(4) Questa splendida luce che è tutto e niente allo stesso tempo.

(5) Suona divertente come compilare un questionario per farsi un panino.

(6) Che dà il via a una rivoluzione.

(7) Ohh, rompermi i timpani con qualche hit degli anni '80.

(8) Vecchie belle canzoni.

(9) Ehi ragazzi, trattenermi dal lanciarmi scivolando sulle ginocchia lungo la banchina aspettando un treno.

(10)Sì, gli anni '80 sono stati un periodo favoloso in cui si canticchiava e fischiettava ad ogni angolo.

(11) È delicatamente possibile far suonare ancora questa splendida canzone?

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