Capitolo Undici || Sospetti

1.7K 164 105
                                    

Alice sbatté ripetutamente le palpebre, mettendo in mostra le lunghe ciglia nere che la facevano somigliare tanto ad una bambolina di porcellana.

«Ma...Che significa questo?» domandò dopo un infinito istante di silenzio in seguito alle enigmatiche parole di Tarrant. Non si stava prendendo gioco di lei, stavolta era chiaro.

«Voglio dire, chi mai potreb...» cominciò, ma fu zittita dalle dita del Cappellaio che si posarono delicatamente sulle sue labbra dischiuse per impedirle di proseguire. La fanciulla sollevò i grandi occhioni castani su di lui e notò che era in ascolto, quasi carpisse qualche rumore nell'aria: si capiva dalla profonda concentrazione emanata dai suoi occhi di colore diverso. Nonostante la situazione ambigua e altamente misteriosa, Alice non poté fare a meno di pensare che quegli occhi le apparivano per la prima volta incredibilmente sexy.

"Bugiarda" si ammonì mentalmente, "Non è affatto la prima volta in cui pensi che Tarrant sia sexy, il che dovrebbe preoccuparti".

«Cosa senti, Tarrant?» gli domandò per portare altrove i suoi pensieri frastagliati. Lui posò lo sguardo su di lei, facendola sussultare.

«Silenzio.»

«Scusa.»

«No, intendo dire che sento silenzio. Troppo silenzio

Non aveva torto. Adesso che ci faceva caso, perfino Alice notò che la valle nella quale si trovava il lungo tavolo rettangolare adibito al rito del the era sprofondata in un inquietante silenzio, talmente forte da trapanarle i timpani. Non vi era il benché minimo rumore: né il cinguettio di un uccellino né il fruscio di una foglia. Ciò avrebbe dovuto insospettirla già di per sé, ma ad attirare la sua attenzione fu un'altra anomalia. «Dove sono il Bianconiglio, il Leprotto Marzolino e il Ghiro Mallymkun?» chiese in un sussurro.

«É quello che vorrei sapere anch'io.» mormorò lui. «Anche se un vago sospetto mi attanaglia la mente.» aggiunse fra sé. Alice lo udì e corrugò la fronte. Quando Tarrant fece per allontanare le dita dal suo viso, in un impeto di coraggio gliele trattenne, agganciando i suoi grandi occhi bicolore ai propri. Gli rivolse uno sguardo estremamente serio. «Siamo in pericolo, Cappellaio?»

Lui increspò le labbra, confuso dal gesto confidenziale della fanciulla.  Gli teneva le  mani saldamente strette fra le proprie, accarezzandogliele dolcemente. Non l'avrebbe mai ammesso, ma lo stava mettendo leggermente a disagio.

«Siamo in pericolo ed è per questo che non volevi che tornassi a Sottomondo? Per proteggermi?» continuò in tono languido e vagamente provocatorio. Posò le labbra rosate sul palmo della sua mano e vi schioccò un bacio leggero.

Dio, ma cosa saltava in testa a quella ragazzina? Perché lo guardava sbattendo le ciglia e perché diavolo non scostava la bocca dalle sue mani, continuando a sfiorarle con le labbra morbide e assolutamente desiderabili? Il disagio del Cappellaio stava raggiungendo picchi mai toccati prima e tale disagio era dovuto principalmente al fatto che avrebbe tanto desiderato che Alice non si limitasse a baciargli i palmi...

Tarrant scosse la testa per riscuotersi e sfilò bruscamente le mani dalla presa di lei, mortificandola. Ciononostante, la gratificò con un'occhiata austera che non lasciava trapelare la benché minima emozione. Proprio come si era allenato a fare: celare i propri sentimenti dietro ad una presunta follia, in modo tale da non essere scalfito. Alice non doveva vedere né intuire il turbinio di emozioni che gli scatenava dentro. Tarrant non l'avrebbe permesso.

«Non illuderti piccoletta, non è il motivo per cui ho cercato di tenerti lontano da qui. Che tu ci creda o no, la tua visita a Sottomondo m'irrita fortemente.»

Contro ogni logica, Alice inarcò le sopracciglia bionde e gli scoccò uno sguardo di sfida. «Certo, come no.» lo canzonò beffarda. Non gli credeva, l'ingenua! Il Cappellaio rimarcò il concetto allontanandosi ulteriormente da lei - più per un'inspiegabile attrazione per il suo corpo che per il fastidio che sosteneva di provare a causa della sua presenza - e fece una smorfia disgustata. «Ciò che pensi non è affar mio e nemmeno m'interessa. Ora, se volessi gentilmente portare le tue grazie lontano da qui, insieme a quelle del tuo amichetto...» esordì, indicando Nate con un cenno del capo, «...Te ne sarei infinitamente grato.» concluse ossequioso, con tanto d'inchino. A quel punto, però, Alice era intimamente divertita dal suo atteggiamento: checché ne dicesse, non era affatto un'ingenua e si era accorta della reazione stralunata, persino imbarazzata, di Tarrant nell'attimo in cui gli aveva accarezzato e baciato il palmo della mano. Una debole speranza si era accesa in lei, sebbene non avrebbe saputo spiegarne l'esatta natura. Insomma, il Cappellaio era l'amico più caro che avesse - l'unico a dir la verità -, la capiva come nessun altro e non aveva intenzione di perderlo a causa del suo atteggiamento misterioso quanto paradossale.

Buon viaggio a vederci - Ritorno a SottomondoWhere stories live. Discover now