Capitolo Sette || Fuori le carte

1.7K 156 109
                                    

Alice non avrebbe saputo dire se Nate avesse scorto il Cappellaio Matto nell'atto di tuffarsi all'interno della Tana del Coniglio, perché non affrontarono mai direttamente l'argomento. In compenso, da quel famigerato pomeriggio, i due trascorsero molto tempo insieme, oserei dire ogni giorno. Nate si presentava presso la sua abitazione con la scusa di voler discutere del futuro della sua compagnia di navigazione, dei viaggi da intraprendere e delle rotte da seguire. Alice era basita dal suo interesse, ma non le dispiacque, anzi. Ogni momento passato con Nate la faceva sentire più vicina a quello che era stato il suo amico d'infanzia e capì che, crescendo, non era cambiato poi molto. Certo, non poteva fare a meno di notare che le rivolgeva dei sorrisi d'intesa e in più di un'occasione l'aveva sorpreso a fissarla di nascosto con uno strano sguardo. Dopo averlo visto inginocchiarsi di fronte a lei, durante la festa di fidanzamento di Rose, si era acceso una sorta di campanello d'allarme in Alice, pronto a suonare in caso di atteggiamenti inequivocabilmente indesiderati.

Non poteva credere che Nate fosse interessato a lei. Insomma, alla tenuta degli Evans era stato piuttosto esplicito sui suoi sentimenti, eppure Alice sentiva che c'era qualcosa sotto. Come poteva, dopo quattordici lunghi anni di distanza, dichiararsi interessato a lei? Certo, Alice non negava che fosse incredibilmente dolce e attraente, ma...Nella sua testolina incline alla libera immaginazione non c'era posto per l'amore. Non in quel momento, almeno. Così, si limitava ad ignorare le sue occhiate trasognate e proseguiva imperterrita nell'analisi delle mappe e delle migliori traiettorie da seguire per raggiungere la Cina.

Cina. Era questa la loro meta. O meglio, era la meta di Alice, la quale aveva deciso senza esitazione alcuna d'intraprendere un viaggio tanto entusiasmante quanto rischioso. Tuttavia, Nate, come se nulla fosse, si era proposto di accompagnarla, cogliendola di sorpresa.

«Ti occorrerà un uomo al tuo fianco.» aveva sostenuto, gonfio d'orgoglio. Alice aveva inarcato le sopracciglia, leggermente insospettita.

«Sono circondata da uomini, Nate. Sono l'unica donna dell'equipaggio, nonché il Capitano.»

Nate aveva subito abbandonato la sua espressione goliardica e ne aveva assunta una da cane bastonato. «Avanti, Alice...Vuoi davvero impedirmi di accompagnarti?»

«Quale vantaggio ti porterebbe questo viaggio? Staremo via per molto tempo, rischi di trascurare la tua attività...»

Difatti, Nate possedeva numerosi poderi agricoli che aveva ereditato dal padre, ritiratosi precocemente dal lavoro per motivi di salute. Semplicemente non poteva abbandonare tutto e imbarcarsi per una meta pressoché ignota e questo Alice lo sapeva. C'era sotto qualcosa, ne era convinta, e non poté fare a meno di chiedersi se sua madre avesse un ruolo in tutta quella storia. Decise che quella sera gliene avrebbe parlato, quanto Nate interruppe le sue riflessioni.

«Ci sono molte persone degne a cui posso delegare il lavoro di sovrintendere all'attività dei poderi. La verità è che tu non mi vuoi con te e non me ne capacito.»

Per la prima volta da ore, Alice si decise a guardarlo negli occhi e vi scorse tanta amarezza, che le fece stringere il cuore.

«Nate, io...»

«Perché non mi vuoi con te, Alice?»
La fanciulla sospirò profondamente. «Sbagli nel dire che non ti voglio. Ma...»
«Ma...?»
Lo guardò fisso, rendendosi conto che era già la seconda volta in cui la costringeva a scoprire ciò che fino a quel momento aveva tenuto solo per sé. Nate era sempre stato abile in ciò.

«Questo viaggio...So che può sembrare sciocco, ma è una sorta di ricerca della mia identità. Lo faccio anche per ritrovare me stessa.» ammise in un sussurro. Nate sorrise dolcemente e appoggiò una mano sulla sua guancia liscia, carezzandogliela appena.

Buon viaggio a vederci - Ritorno a SottomondoWhere stories live. Discover now