Capitolo Otto || Cambio di rotta

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Nate non lasciò Alice neanche per un istante, sebbene le onde ribelli continuassero a spingerli violentemente sott'acqua, togliendo loro la possibilità di recuperare un minimo di fiato. La tenne saldamente ancorata a sé, fino a quando ai due malcapitati parve di essere sospinti in una specie di cunicolo - abbastanza grande, tuttavia, da contenerli entrambi - ed in quel momento entrambi pensarono che sarebbero morti. Tutto intorno a loro era cupo e oscuro, l'acqua stava per sigillarne inevitabilmente le vie respiratorie, dunque dubitavano che avrebbero rivisto la luce. Alice chiuse gli occhi e strinse forte i pugni, aggrappandosi al compagno e pensando, suo malgrado, a Tarrant.

"Aiuto...Aiuto...Aiuto!"

Non sapeva per quanto tempo fosse rimasta bloccata sott'acqua, forse un secondo o forse un minuto, né si rese conto che lei e Nate avevano, nel frattempo, continuato a muoversi. Fu solo quando si abbandonò completamente alla spinta marina, che si accorse d'intravedere una luce sopra di sé, segno che stavano pian piano tornando in superficie. La risalita verso la salvezza fu veloce, ma sembrò durare un'eternità. Quand'ebbe finalmente rimesso la testa fuori dall'acqua ed ebbe fatto il pieno di ossigeno, dando così sollievo ai suoi poveri polmoni, si voltò per constatare le condizioni di Nate. Aveva gli occhi chiusi e rischiò di affondare nuovamente, se Alice non l'avesse saldamente afferrato, trascinandolo con sé nella faticosa nuotata in cui si gettò. Dovette perseverare a lungo prima di scorgere la terraferma, soprattutto perché Nate si stava rivelando un carico decisamente più pesante del previsto. Tuttavia, lui non aveva esitato a salvarla, pur dopo la furiosa litigata avvenuta sulla nave, poco prima dell'anomala tempesta marina; Alice avrebbe ricambiato il favore. Ansimante e grondante d'acqua fin nelle scarpe, diede ancora qualche bracciata, prima di giungere nel punto in cui toccava il fondo. Allorché, si passò il braccio del compagno intorno alle spalle e lo trascinò faticosamente a riva, facendolo sdraiare sulla schiena. Si sedette al suo fianco e boccheggiò per qualche istante, prima di chinarsi per controllarne il battito cardiaco. Fortunatamente, Nate era vivo quanto lei. Doveva solo riuscire a svegliarlo.

Alice si alzò sulle gambe malferme a causa della spossatezza in seguito all'intensa nuotata, e si strizzò i lunghi capelli bagnati. Dopodiché, afferrò l'amico sotto le ascelle e lo trascinò completamente fuori dall'acqua, adagiandolo sulla battigia e apprestandosi a trovare un modo per farlo rinsavire. Si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa con cui aiutarsi, e aggrottò la fronte: quel posto non le giungeva nuovo. Era già stata lì: una vegetazione così fitta e variopinta non si poteva dimenticare. Tuttavia, non era il momento di tergiversare. Si accucciò accanto a Nate e gli diede qualche schiaffetto leggero sulla guancia, incitandolo a svegliarsi. «Apri gli occhi, Nate. Forza.»

Il ragazzo rimase inerme e Alice sospirò, profondamente avvilita, quando una voce la costrinse a destarsi.

«Alice...Sei proprio tu?»

La fanciulla sollevò lo sguardo e lo posò sul grosso mastino dall'irto pelo castano che si trovava a pochi passi da lei. La fissava inebetito, dando adito ad un'incredibile umanità.

«Bayard.» sussurrò, incredula. Il mastino, un tempo prigioniero della Regina Rossa, ma da sempre fedele amico del Cappellaio, prese a scodinzolare convulsamente e le corse incontro festoso. Alice gli cinse il collo con un braccio e sorrise. «Cosa ci fai qui?»

«Cosa ci fai tu qui?» domandò di rimando il cane parlante. Si staccò un poco, quel tanto che bastava per guardarla negli occhi, e corrugò la fronte, rendendosi sempre più espressivo. «Credevo che lo Stregatto fosse venuto a parlarti...Doveva convincerti a non tornare.»

Fu il turno di Alice a corrugare la fronte. «Cosa? Ma perché?»

Un lampo di luce le attraversò lo sguardo. «Vuoi dirmi che mi trovo...»

Buon viaggio a vederci - Ritorno a SottomondoWhere stories live. Discover now