3. Soli

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Black Michael mandò una lancia con alcuni uomini a vedere se la terra avvistata fosse abitabile e, quando essi tornarono, riferirono che non c'era nessuna traccia di abitazioni umane.

I numerosi uccelli e gli altri animali che si vedevano fra gli alberi lasciavano intendere, però, che era possibile trovare da nutrirsi e anche l' acqua  potabile abbondava, fornita da un fiumicello che scintillava fra gli alberi e si gettava nella baia.

I marinai allora caricarono  le casse e i bauli nelle lance e li trasportarono a terra.

C'erano molti bagagli di ogni genere poiché gli Styles, prevedendo che il loro soggiorno nella nuova casa potesse durare da cinque a otto anni, avevano portato, oltre al necessario, che era già molto, anche non poche cose di lusso.

Black Michael voleva liberarsi di tutto ciò che apparteneva a loro, nulla doveva rimanere a bordo, nemmeno le due rivoltelle precedentemente rubate.

Nelle imbarcazioni fece mettere inoltre carne salata e biscotti, una piccola scorta
di patate e di fagioli, fiammiferi, utensili di cucina, una cassa di arnesi e delle vele
usate.

Desmond e sua moglie rimasero in silenzio a guardare le lance che si allontanavano lentamente sullo specchio immobile dell'acqua: il loro cuore era oppresso dalla paura, perché, anche se nessuno a bordo lo sapeva, Anne era incinta di pochi mesi.

Alla fine furono portati a terra anche marito e moglie e, quando il Fuwalda uscì dalla stretta imboccatura della baia e scomparve dietro un promontorio, rimasero completamente soli.

Allora lady Anne gettò le braccia al collo del marito e non trattenne più i singhiozzi.

Aveva affrontato coraggiosamente il pericolo della rivolta a bordo, ma ora, nel momento in cui aveva sentito tutto l'orrore della solitudine che gravava intorno a loro, i suoi nervi avevano ceduto.

Desmond la lasciò sfogare, ma poi la donna ritornò padrona di sè.

Dopo un istante però chiese:

" Des, come faremo con il bambino?"

Il marito replicò dolcemente:

" Ho pensato a questo e a tutto ciò che può succedere : dobbiamo prepararci coraggiosamente e con l'assoluta certezza che qualunque cosa accada riusciremo a cavarcela "

Anne annuì e si strinse maggiormente all'uomo che amava.

Il primo pensiero di Desmond  fu di preparare un ricovero per la notte, che servisse anche a proteggerli dagli animali.

Aprì uno dei bauli, prese una rivoltella e se la mise in tasca, poi, insieme ad Anne, si guardò intorno.

A un centinaio di passi dalla spiaggia c'era una piccola radura e decisero che
più avanti vi avrebbero eretto una casa permanente, ma, per il momento, pensarono
fosse preferibile costruire una piccola piattaforma sugli alberi, dove non potessero
essere aggrediti dalle belve più grosse.

A questo scopo, Desmond scelse quattro alberi che erano agli angoli di un rettangolo di circa tre metri quadrati, tagliò da altri alberi dei lunghi rami e, legandoli assieme, ne fece un telaio orizzontale che fissò ai quattro tronchi, a circa quattro metri
da terra.

Corda ne aveva perché Black Michael gliene aveva lasciata una certa quantità.

Più in alto, a circa due metri dalla prima, costruì una piattaforma più leggera, che servisse da tetto e ad essa appese, come pareti, le tele da vela.

Quando il lavoro fu terminato, il rifugio aveva l'aria di un nido, relativamente comodo.

Desmond vi portò dentro le coperte e qualcuno dei bagagli meno pesanti.

Il pomeriggio era già avanzato e le ore di luce che rimanevano furono impiegate a
costruire una rozza scala a pioli che permettesse a lady Anne di salire alla sua nuova
abitazione.

Al tramonto, la scala a pioli era terminata.

Desmond riempì con l'acqua  del ruscello un grande catino e quindi salì con Anne nella relativa sicurezza della loro camera aerea.

Faceva caldo e perciò avevano sollevato le cortine laterali, appoggiandole sul
tetto.

Mentre sedevano sulle coperte, lady Anne, che aveva gli occhi fissi sulla sempre più densa oscurità del bosco, ad un tratto tese la mano e afferrò un braccio del marito.

" Guarda..." bisbigliò " Che cos'è? Un uomo? "

Desmond guardò nella direzione indicata dalla moglie e vide disegnarsi confusamente contro lo sfondo oscuro della notte una grande ombra ferma sulla piccola altura.

Vi rimase un istante, come ad ascoltare, poi disparve nelle tenebre della giungla.

" Non lo so " rispose egli preoccupato " È già buio e da lontano è difficile
distinguere. Potrebbe essere stata soltanto un'ombra proiettata dalla luna, che sorge
adesso "

Desmond  strinse fra le braccia la moglie e le mise protettivamente una mano sulla pancia.

Poi si sdraiarono sulle coperte, cercando di trovare nel sonno un po' di riposo.

Avevano appena chiuso gli occhi, quando udirono echeggiare alle loro spalle, nella
giungla, il terrificante urlo di una pantera.

La belva si avvicinò sempre più, fino a giungere sotto il loro nido.

Per oltre un'ora rimase ad annusare e a graffiare i tronchi che sostenevano la piattaforma, poi si allontanò verso la spiaggia.

Desmond poté vederla chiaramente nella luce lunare: era un animale grosso e bellissimo, il più grosso che egli mai avesse visto.

All'alba si svegliarono e, dopo una frugale colazione con carne salata, caffè e biscotti, Desmond si pose al lavoro per la costruzione della capanna, poiché si era reso conto di non poter sperare né nella sicurezza né in un riposo tranquillo finché fra loro e la vita della giungla non vi fossero state quattro solide mura.

Harry nella giungla ( Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora