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Wolfe fissò il grosso schermo davanti a lui. Aveva appena concluso un ottimo affare. 'Fanculo Plaza. Siamo arrivati noi. Non vedeva l'ora di dire a Sawyer di quest'ultimo colpo da maestro. Ogni vittoria era un modo di ricambiare l'occasione offertagli dall'uomo che l'aveva tolto dalla strada.

Come al solito, lo eccitava l'idea di usare la sua intelligenza e le sue capacità per ottenere quello che voleva. Specialmente negli affari. La sua vita personale era sempre stata piatta, un infinito deserto con nulla di eccitante in vista. Il che rendeva tutto più semplice. Vuoto, ma semplice.

Fino a Liam, ovviamente. Adesso passava la giornata lavorativa con l'entusiasmo di un bambino che aspetta il Natale.

Scosse la testa ridendo di sé e guardò il suo ufficio. L'aveva arredato come quello di Sawyer in Italia. Mobili in mogano. Tappeto bordeaux. Sculture e soprammobili di suo gusto. Una libreria a parete piena di edizioni rare e romanzi di successo. E una palestra nella stanza accanto dove sfogava le sue frustrazioni su un sacco per pugili con la musica metal degli anni Ottanta.

Quante volte aveva finito per dormire lì? Adesso appena scattavano le cinque usciva dalla porta. La sua assistente quasi sveniva quando si era rifiutato di restare più a lungo per presiedere una riunione.

Sapeva che la sua presenza non era necessaria. Gli piaceva soltanto seguire personalmente tutte le fasi del lavoro. Finché un bruno sexy gli aveva fatto un incantesimo.

Respinse le preoccupazioni pronte a tormentarlo. Non poteva durare. Pazienza. Era già passata un'intera settimana ed era andato tutto alla perfezione. Aveva deciso di spremere tutto il piacere fino all'ultima goccia finché l'attrazione tra loro non fosse svanita. Chi avrebbe pensato che questa cosa degli amici di letto avrebbe funzionato? Eppure per il momento funzionava. Passavano il tempo insieme, facevano sesso strepitoso quasi tutta la notte, e si godevano l'uno la compagnia dell'altro.

Senza domande, limitazioni o regole. Nessuna promessa. Solo il momento e un mare di piacere.

Sentì vibrare il cellulare e lo afferrò rapidamente. Gli apparve subito un sorriso. «Ehi, Sawyer. Come te la passi?»

Una risatina dall'altra parte del ricevitore. «Stavo per farti la stessa domanda. Ho sentito che hai battuto il Plaza e hai chiuso il contratto con Conway. Ottimo lavoro.»

Zayn scosse la testa, incredulo. «Mi hai messo una spia alle costole? Non si è ancora asciugato l'inchiostro della firma. Volevo chiamarti più tardi per darti la bella notizia.»

«Non potevo aspettare. Ascolta, volevo chiederti un favore.»

Strinse il cellulare. «Qualunque cosa.»

«Pensi di riuscire a venire qui la settimana prossima? Per passare qualche giorno con noi?»

«Va tutto bene? Julietta? Gabby? Tu?»

Un'altra risata. «Calmati, stiamo tutti benissimo. Volevamo solo dirti una cosa. E Julietta sente la tua mancanza. Come del resto io.»

Provò una forte emozione. «Mi mancate anche voi. Sì, sistemo un paio di cose e tra qualche giorno arrivo.»

«Bene. Dobbiamo tenerci aggiornati. I messaggi e Skype non valgono come vedersi di persona. E Gabby ha bisogno di torturare il suo fratellone.»

Rise. «Fammi il piacere. Volete solo un babysitter.»

«Mi hai beccato. Ho già comprato i biglietti per la Scala quindi non pensare di tirarti indietro.»

«Non vedo l'ora.»

«L'aereo verrà a prenderti quando sarai pronto. Mandami un sms.»

«Sarà fatto. A presto. Dai un bacio alla piccola.»

«Lo farò.»

La linea cadde.

A casa. Strano, aveva deciso di stabilirsi e di fare carriera a New York, ma nel cuore avrebbe sempre avuto Milano. La città in cui aveva capito cos'erano la famiglia, l'amore e il rispetto. La città in cui gli era stata data l'occasione di non essere più un rifiuto della società. Non vedeva l'ora.

Il pensiero di separarsi da Liam anche solo per qualche giorno spense un po' la gioia, ma cercò di non pensarci.

Il cellulare suonò di nuovo. Rispose. «Tutto bene?»

Il suo sospiro dolce glielo fece diventare duro all'istante. Diavolo, era un mago. «Ho dimenticato il pane italiano. Puoi passare tu a prenderlo quando torni a casa?»

«Certo. Cosa c'è per cena?»

«Scampi e gamberetti.»

Gli brontolò lo stomaco. Stava diventando viziato in fatto di cibo, e aveva cominciato a compensare l'incapacità di cucinare facendo le pulizie e dei piccoli lavoretti in casa. Aveva sigillato le crepe nella vasca, fissato il gradino rotto all'ingresso e imbiancato il bagno. La faccia contenta di Liam era valsa ogni goccia di sudore, e gli piaceva usare le mani per abbellire casa loro. Casa di lui.

Non si soffermò sul lapsus.

«Benissimo. Rimedio una bottiglia di rosso da abbinarci. Ehi, hai registrato Prendere o lasciare ieri sera?»

«Sì. Perché?»

«Così. Ho pensato volessi vedere se finivano per venderla, quella casa. Lei ha fatto un ottimo lavoro con la ristrutturazione ma lui era un po' un imbecille. Voglio dire, lei come faceva a sapere che avrebbero trovato la muffa nel seminterrato?»

«Ah, io volevo vedere, eh? Perché non ammetti che ti ho fatto appassionare?»

Soffiò aria dal naso. «Figurarsi.»

«Sembri Louis. Se non sei interessato posso sempre guardarlo presto e cancellarlo prima che tu rientri.»

Maledizione. Come faceva a tirarsi fuori, adesso? «Fai come vuoi», disse. «Per me è assolutamente indifferente.» Si fece un appunto di controllare su internet se avevano caricato i nuovi episodi.

La sua risata divertita gli fece venire voglia di toccarlo attraverso il telefono. Di tirargli i capelli. Di passare il dito sulla curva delle sue labbra. Di baciare le lentiggini sul naso.

«Non lo cancello. E non lo dico a nessuno, tranquillo. Guida piano.»

«Va bene. A tra poco.»

Chiuse il cellulare e sorrise. Un'ottima cena. Un po' di tv. Conversazione interessante. E un sacco di carne nuda.

Per la prima volta nella sua esistenza, la vita era perfetta.

Travolto da te - ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora