9.3

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L'aveva persa.

Zayn si girò verso di lui. Guardava fuori dal finestrino, inespressiva, completamente assente.

Non rimpiangeva soltanto la sua presenza. In appena tre giorni aveva ritrovato la gioia di stare con lui, l'amicizia e le risate. Con Liam Payne, lui era un uomo diverso. Rimpiangeva anche questo.

Non cercò di riportarlo al presente. C'era tempo. Lasciò la musica ad alto volume e guidò verso casa.

Aveva fatto le dovute telefonate, mettendosi d'accordo coi genitori per vedersi a casa loro al mattino presto. Fosse successo prima l'avrebbero aspettata in piedi, quindi era contento di avere ancora qualche ora solo con lui. David grazie a Dio non aveva risposto e lui gli aveva lasciato un messaggio vocale impacciato. L'istinto gli diceva che quell'uomo aveva qualcosa in mente, oltre a recitare la parte del fidanzato affranto. L'unica cosa che poteva fare era tenere d'occhio Liam e sostenerlo. Passò l'insegna di benvenuto a Verily e percorse Main Street fino alla casetta a un solo piano. Kennedy e Nate l'avevano presa in affitto per un po' ma di recente avevano deciso di trasferirsi in una casa più grande, quindi per fortuna era vuota. Anche se Zayn non si sarebbe sorpreso di trovare Niall ad aspettarli sulla porta. Era una iena quando si trattava di proteggere il suo migliore amico.

Si fermò davanti alla sua allegra casetta gialla, sotto la luce tremolante del lampione.

«Sei pronto, caro?»

Lui annuì e scese dall'auto. Lui prese le borse nel bagagliaio e la seguì fino all'ingresso.

Si era fermato sulla porta aperta. Lui sbirciò oltre la sua spalla.

La casa era vuota. Era ancora arredata, certo, coi divani azzurri e i cuscini colorati, i vivaci acquarelli alle pareti e il tavolo di pino massiccio che gli ricordava la cucina di mamma Conte. La scala a chiocciola in metallo che portava alla piccola mansarda aggiungeva un tocco pittoresco all'interno. Ma il silenzio e il sottile strato di polvere che copriva ogni superficie mettevano malinconia. Era vuota da pochi mesi, eppure era triste, come se avesse bisogno di qualcuno che vi abitasse per essere allegra.

«Non avrei mai pensato di tornare qui», disse debolmente. «Non ho niente, né i vestiti né il laptop. Neanche lo spazzolino.»

Lo spinse con dolcezza oltre l'ingresso e chiuse la porta. «Possiamo rimediare domattina. Anch'io non profumo proprio di menta. Domani vado in città presto a prendere quello che ti serve.»

«David voleva che la vendessi ma non ho voluto. Non so perché.»

Lui non lo disse perché ora lo sapevano entrambi. Liam sentiva che tra loro qualcosa non andava e se avesse venduto la casa non avrebbe avuto un posto dove andare in caso d'emergenza. Zayn rovistò negli armadi e trovò lenzuola e coperte. Fece velocemente il letto mentre lui lo guardava immobile, così stanca che quasi oscillava sulle gambe. Gli prese per mano, lo fece sedere sul materasso e s'inginocchiò davanti a lui. Gli slacciò le scarpe da ginnastica, gliele sfilò dando una breve stretta a ogni piede e lo fece stendere sotto la trapunta. La fiducia infantile dipinta sul suo volto gli strinse il cuore e provò un forte senso di possesso. Sarebbe andato contro tutti per proteggerlo.

L'aveva già lasciato andare una volta con un altro, ed era tornato col cuore spezzato.

D'ora in poi, chiunque altro sarebbe dovuto passare prima da lui. 

Zayn non volle soffermarsi sulle ragioni di quel pensiero. Gli  liberò la fronte dalle ciocche indisciplinate. «Dormi, piccolo.»

Fece per andarsene ma lui lo fermò. «Resti qui con me?» sussurrò. «Scusa se mi comporto come una bambino ma... ho paura.»

Batteva forsennatamente le palpebre e gli tremava il labbro inferiore. Diavolo. Non gli piaceva dormire con gli altri a causa degli incubi, ma non poteva lasciarlo solo. Non in questo stato.

Annuì. Si sfilò le scarpe e si stese sopra la trapunta, avvicinandola a sé. Il suo profumo dolce di margherite e di sapone lo investì. Fresco. Pulito.

Completamente diverso da David.

Si mise comodo contro di lui e si rilassò. Lo teneva stretta in vita, scaldandosi al calore del suo corpo che bruciava come un falò. Imprecando sottovoce, si concentrò sul respiro cercando di non eccitarsi. Aveva baciato tanti uomini e ancora di più ne aveva portate a letto. Eppure non avrebbe mai dimenticato la passione genuina di quell'unico bacio.

Ma Liam era il suo amico. Il suo confidente. Il suo tutto. Non avrebbe mai rovinato la loro amicizia col sesso.

Il sonno venne lentamente.

Travolto da te - ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora