19.2

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Liam bussò e aprì la porta. Niall stava borbottando tra sé, circondato da raccoglitori, e Robert sonnecchiava tranquillo in un angolo su un logoro lettino per cani esposto al sole: come lo sentì entrare alzò la testa e agitò la coda, tremando di gioia in tutto il corpo. Poi si alzò e si trascinò verso di lui. Aveva le zampe posteriori paralizzate ma questo non gl'impedì di andargli incontro e buttarsi tra le sue braccia.

L'aveva visto un quarto d'ora prima ma ogni volta era una festa come se fosse la prima volta dopo tanto tempo.

Rise e si chinò ad abbracciarlo. Gli coprì la testa di baci e si lasciò confortare dal suo calore. Niall aveva trovato Robert qualche anno prima per strada e l'aveva salvato. Era stato investito due volte da un'auto. Le zampe posteriori erano perdute ma la testardaggine di Niall e il suo amore per tutte le creature viventi l'avevano indotto a farlo operare e adesso aveva un compagno per la vita.

Oltre a Slade, ovviamente.

Tra Slade e il cane si era creato un legame strettissimo. Non era stato facile, all'inizio, ma adesso erano come una famiglia adottiva. Vedere Niall sereno e con un rapporto stabile rendeva molto felice Liam.

«Vuoi che lo porti a fare una passeggiata?» domandò grattando Robert dietro le orecchie. Lui fece un verso estasiato.

Niall sospirò. «No, sta bene. La mia dogsitter non poteva venire oggi quindi ho pensato di portarlo con me. Slade è in tribunale tutto il giorno e tornerà tardi.»

«D'accordo. Ti vedo stressato. Posso fare qualcosa per aiutarti?»

«Mi stai già salvando il culo. Dio sia lodato per i brillanti chirurghi che lavorano nelle agenzie matrimoniali. Ehi, stasera vuoi andare con Kennedy al Purple Haze? C'è uno speed date, potresti impratichirti un po'.»

«Certo. Non ho nient'altro in programma.» Il pensiero di Zayn che cercava di rafforzare la loro amicizia quando lui avrebbe solo voluto scoparlo era alquanto fastidioso. Meglio tornare a casa tardi. Nel rialzarsi, Liam fece una smorfia di dolore perché aveva ancora male il fondoschiena.

«Porca. Vacca.»

Si girò di scatto verso Niall. «Cos'è successo?»

L'amico lo guardò a occhi stretti. «Come mai porti una sciarpa, oggi?»

Restò a bocca aperta. La sciarpa grigia era leggera, simpatico, e copriva i succhiotti sul collo.

Il cuore aumentò il ritmo ma cercò di mostrare indifferenza. «Mi sembrava stesse bene con quello che indosso. Perché? C'è una regola contro le sciarpe?»

La battuta non la fece ridere. «Toglilo. Voglio vedere una cosa.»

Forzò una risata. «No. Poi non riesco a riannodarlo bene.»

«Hai fatto sesso! Perché non me l'hai detto? So che hai deciso di non rivedere Charles ma non pensavo che fosse perché ci sei andato a letto. Com'è stato? Pessimo? Buono? Medio? Sei pentito? Sei contento? Hai avuto un orgasmo?»

Il fuoco di fila di domande lo bersagliò come una mitragliatrice. Merda. Quasi la faceva franca. Domenica aveva eluso gli sms di Niall e stamattina era andato in ufficio a riferirle l'esito dell'appuntamento. Aveva detto che la serata era andata bene ma che entrambi avevano pensato non fosse il caso di rivedersi. L'amico aveva accolto la notizia di buon cuore, ripetendogli che trovare il compagno giusto richiedeva tempo, pazienza e impegno.

Adesso pensava che fossero andati a letto insieme.

«Ehm, non ho fatto sesso con Charles.»

Niall batté le palpebre. «Scusa un attimo. So che stai nascondendo le prove sotto quella sciarpa. È tutto il giorno che cammini in modo strano, ma pensavo fossero le scarpe. Hai anche le labbra gonfie di chi ha succhiato qualcosa per molto tempo. So che hai fatto sesso, lo sento!»

Travolto da te - ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora