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«Dove andiamo?»

Zayn l'aveva tirato giù dal letto alle dieci, rifiutandosi di lasciarlo dormire più a lungo. Dopo altri cereali e altre lamentele, gli aveva detto che andavano a fare una gita e l'aveva fatto salire in auto.

«In un posto dove i sogni diventano realtà.»

«In una cittadina dell'interno? Aspetta... è una spa? Bello! Possiamo fare i massaggi e i bagni di fango per eliminare le tossine. Arylin mi supplicava sempre di farne uno ma non avevo mai tempo.»

«Non è una spa. Non mi farei mettere del fango addosso nemmeno a pagamento. Le mie tossine me le voglio tenere.»

«Oh.» Si allacciò la cintura e pensò alla possibile alternativa. «Shopping? Tutti amano fare shopping quando sono depressi. A me non piace molto ma d'accordo, ci provo. Adoro le scarpe.»

«Io no. Voglio divertirmi anch'io, non farmi torturare da queste stronzate. Questo posto andrà bene a tutti e due.»

«D'accordo. Pensi di dirmi che posto è?»

«No. Prima regola della strada: vai avanti e non voltarti mai indietro.» L'ombra sul suo volto parlava di sofferenze che lui non poteva neppure immaginare. E non voleva farlo. Si fidava ciecamente di Zayn e sapeva che avrebbe fatto la cosa giusta. Ma se gliel'avesse detto l'avrebbe soltanto messo in imbarazzo. Quindi accettò di seguirlo per il secondo giorno e annuì. «Allora sono pronto a scoprirlo.»

Aveva smesso di piovere a metà della notte. Era una giornata calda e viaggiavano con la capote abbassata. Liam si godette la sensazione del vento tra i capelli. Neppure stavolta parlarono molto. Zayn alzò il volume della radio che trasmetteva gli Imagine Dragons e guidò verso la città.

Il ricordo la colpì con forza. David che guidava verso Newport in fuga romantica per il fine settimana. L'eccitazione al pensiero di essere finalmente soli, senza occhi indiscreti e cercapersone che suonavano. Guardava il suo profilo da dio greco e si meravigliava di quanto fosse stato fortunato a essere notato da lui.

Poi l'auto aveva urtato qualcosa per strada. Era scoppiata una gomma. Avevano passato ore sul ciglio della strada, il weekend del Memorial Day, in attesa dell'assistenza stradale. Liam era abituato agli imprevisti e li prendeva bene. Lui no. Col passare delle ore era diventato sempre più scontroso, e il suo nodo allo stomaco sempre più stretto. Una volta sistemata l'auto, l'aveva accusato di flirtare col meccanico. E gli aveva detto che se lui non l'avesse distratto avrebbe visto il rottame sulla strada. Era un'accusa velata, lanciata con un sorriso e un sottile sarcasmo. E la sera si era ritrovato a scusarsi senza neppure capire per cosa.

Era solo l'inizio.

Gli venne la pelle d'oca e si sfregò le braccia. Come mai non si era accorto prima che lo stava manipolando? L'aveva sempre fatto? Il loro rapporto era cresciuto così in fretta che era difficile tenere il passo, ma David gli diceva sempre che lo amava immensamente, che voleva proteggerlo. Che desiderava che riuscisse nel lavoro e come suo compagno. Cosa c'era di male?

Abbastanza da farti scappare dalla finestra della chiesa, le rispose la sua voce interiore. Abbastanza da farti sentire nervoso e agitato ogni sera quando tornavi a casa per la paura che non fosse tutto perfetto.

Adesso no, rispose lui. Non sono pronto.

Benissimo. Ma quando lo sarai, preparati a qualche dura verità.

«Hai freddo? Posso chiudere la capote.»

Liam si voltò. Lui lo stava guardando con attenzione. «No, mi piace. Sono solo le voci che mi danno fastidio. Niente di grave.»

Travolto da te - ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora