3.1

2.1K 114 20
                                    

Zayn si fermò nel parcheggio e spense il motore. Sentì i suoi occhi sondargli il volto ma era troppo stanco per provare a sorridere. Dopotutto con lui non aveva mai dovuto nascondere i suoi stati d'animo. E al momento rischiava un attacco isterico con tutti i crismi se non si toglieva lo smoking bianco.

«Resta qui. Torno subito. Vuoi una bibita? Acqua?»

Liam annuì. «Va benissimo l'acqua.»

«Tieni chiuse le portiere. I finestrini sono oscurati, non ti vede nessuno.»

Sbatté le palpebre, provando a concentrarsi sui resti carbonizzati della sua vita. «Ho lasciato là il telefono. Devo almeno dire che non mi è successo niente.»

«Adesso glielo diciamo. Stai qui buono un attimo. Okay?»

Annuì di nuovo e lo guardò entrare da Walmart, seguito dalle occhiate dei gruppetti di adolescenti che gironzolavano nel parcheggio. Lo guardavano sempre tutti, ma in smoking era irresistibile. Con quel fisico alto e muscoloso e quei fantastici tatuaggio, aveva scritto 'cattivo ragazzo da addomesticare' dappertutto. Così diverso dal fascino angelico e mellifluo di David.

David.

D'un tratto si rese conto con orrore di quello che aveva fatto. L'aveva abbandonato all'altare. L'uomo che sosteneva di amare. Un suo superiore nell'ospedale in cui stava costruendo la sua carriera, il suo capo. Aveva trasferito tutte le sue cose nell'appartamento di lui e aveva affittato il suo. Avevano due biglietti per la luna di miele alle Bermuda. I suoi genitori erano probabilmente in lacrime, umiliati e in collera. Era Ruth quella difficile, non lui. Liam era quello bravo. Quella in gamba. Quello che non aveva mai creato problemi.

E adesso? Come avrebbe fatto a tornare alla sua vita?

Pensieri e immagini gli ronzavano in testa come uno sciame d'api imbestialite e pronte adattaccarlo. Si strinse la mano sulle tempie sperando che non le esplodesse il cervello.

La portiera si aprì. Zayn gli passò due sacchetti di plastica e una bottiglia di Poland Springs. «Ecco. Prima bevi, hai l'aria di essere sul punto di sbarellare.»

Ingoiò qualche sorso d'acqua. Poi lo guardò in attesa di ulteriori istruzioni. Come se avesse capito che era senza forze, gli sorrise con tenerezza e s'inginocchiò accanto all'auto.  Gli massaggiò la cute, facendo scorrere le dita tra le ciocche finché non rimasero più nodi. Mentre si prendeva cura di lui, Liam osservò il suo volto familiare. Mascella forte e squadrata. Un velo di barba sul labbro superiore e sul mento, a disegnare un seducente pizzetto. Occhi ambrati e penetranti e sguardo tagliente. Di solito portava i capelli rasati, ma li stava facendo crescere e i capelli scuri che cominciavano a spuntare gli addolcivano leggermente il volto. Il serpente monocromo gli s'avvolgeva intorno al collo come per strozzarlo. Quel tatuaggio l'aveva sempre affascinato.

Raffigurava un impressionante rettile nero che dal petto saliva per un braccio e una spalla fin sotto l'orecchio. Come se gli stesse sempre sussurrando qualcosa. Zayn era un patito della palestra, quindi aveva muscoli che non perdonavano ben visibili sotto gli indumenti, dagli addominali a tartaruga ai possenti bicipiti. Abbassò lo sguardo sui suoi polsi e sui bracciali di cuoio a fascia lasciati scoperti dalle maniche arrotolate della camicia. Non l'aveva mai visto senza. Li aveva resi famosi in tutto il mondo con la pubblicità di biancheria intima. Molti giovani avevano seguito il suo esempio finché quei bracciali avevano fatto tendenza.

Buffo, Liam e Zayn erano destinati a diventare amici dal momento in cui si erano conosciuti. Le loro conversazioni profonde avevano aperto la strada a un'amicizia sincera mai disturbata dalla tensione sessuale. Non avevano mai flirtato. Zayn era soltanto un amico che contava tantissimo per lui. Niall era l'altro suo migliore amico etero, e lui il suo corrispettivo eterosessuale.

Travolto da te - ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora