Il suo motto era "a tutto c'è rimedio fuorché alla morte" e questa era una efficace sintesi del suo modo di essere, serena, tendenzialmente ottimista, sempre disposta a trovare con tranquillità una soluzione ai problemi senza mai lasciarsi prendere dall'ansia o dall'angoscia.

E si che di problemi ne aveva avuti anche lei, a partire da un marito difficile, nevrotico e irascibile, che non si lasciava andare praticamente mai, se non nel chiuso dell'alcova, a parole e gesti di tenerezza e di premura per la moglie. Per non parlare della salute, con un cuore malandato che  alla fine smise di battere all'improvviso in una tristissima notte di agosto di parecchi anni prima.

Ma Laura, così si chiamava, aveva sempre una soluzione a tutto e sapeva sempre sorridere senza mai farsi troppi crucci.

Claudia, che pure aveva conosciuto la suocera facendosi apprezzare negli anni e affezionandosi a sua volta a lei, era totalmente di un altro pianeta e a nulla era servito ripetergli, con tutta la dolcezza e la pazienza di cui era capace, che lui non considerava così fondamentali molte delle cose che impegnavano Claudia. Lei era fatta così, non poteva concepire una minima stonatura in quella pittura che era la sua vita e men che meno riusciva a rassegnarsi all'idea che quel frangente così impegnativo le richiedesse di mollare da qualche parte. No, tutto doveva funzionare alla perfezione e semmai anche meglio di come aveva sempre funzionato. Anche gli sforzi di Stefano di convincerla a fare più affidamento su Oriana erano stati inutili perché per Claudia ciò significava una resa e lei aveva giurato a se stessa di potercela fare da sola.

Quella donna doveva avere avuto una formazione che Stefano proprio non si augurava per le proprie figlie. Era cresciuta con un culto speciale per quella che negli ambienti di lavoro viene definita "performance". La responsabilità principale era certamente della suocera di Stefano, Viviana, una donna che aveva lasciato il lavoro alla prima maternità per essere una perfetta casalinga e una madre presente. Viviana era stata un modello per Claudia: pulizia e ordine in cima alla lista, maniacali, abilità in cucina, premure continue per il marito che viziava come una madre, un'ossessione per i giudizi di parenti e amici. Tutto questo aveva certo avuto il suo peso nella formazione caratteriale di Claudia.

Nella famiglia d'origine Viviana era la seconda femmina di una nidiata che comprendeva anche ben quattro fratelli, due più grandi e due più piccoli. L'unica sorella, cinque anni più grande di lei, aveva un carattere molto poco incline alle faccende domestiche e, dopo aver trovato un lavoro tanto impegnativo quanto gratificante soprattutto per quei tempi, in casa era come un quinto maschio.

Una famiglia patriarcale in cui i ruoli erano predeterminati e rigidi: l'uomo era l'essere cui sostanzialmente tutto è concesso, il sovrano – se si parlava del capofamiglia – o il principe nel caso dei figli, colui che lavora e sostiene economicamente la baracca e al quale devono essere sempre riservati rispetto, venerazione e cura. La donna, a partire dalla "Regina" – come spesso la definiva il marito, un direttore di banca dai grandi baffi e dall'aspetto imponente, era colei cui era riservato il compito di far girare tutto alla perfezione tra le quattro mura, capace di gestire il budget familiare senza far mancare nulla del necessario e di rispettare gli orari dei pasti che regolarmente prevedevano i piatti preferiti dal marito e dai figli maschi, tutti buongustai e dal vivace appetito.

E in effetti non si era mai verificata una smagliatura: mai a tavola oltre l'orario consueto, mai un pantalone da stirare quando doveva essere indossato, mai un letto da rifare all'ora di pranzo, mai una camicia con un bottone fuori posto o un calzino da rammendare riposti nel guardaroba.

Viviana era cresciuta in questo ambiente e Gloria, la sorella maggiore, era stata eletta quinto essere maschile di casa quanto al modo di vivere in famiglia. Lei era l'unica ancella ad aiutare "la Regina" in casa ed aveva imparato che un rimprovero del padre o di un fratello, e la sorella Gloria tra questi, erano lo spettro di una umiliazione che andava scongiurata.

Federica (#Wattys2017)Where stories live. Discover now