Horses

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Davanti all'uscita, mentre stavamo andando via incrociammo alcuni amici di Monica. Tre  ragazze e due ragazzi. Si  salutarono con grandi cerimonie. Stavano andando via anche loro, per un post serata a casa di uno di loro, un certo Manuel. Era un tizio piccolo, bruno e magro, dai capelli neri, lunghi e in disordine, gli occhi castani e un naso schiacciato all'insù. Monica mi presentò a lui e agli altri come un'amica e mi sembrò che nessuno ci fece molto caso a chi fossi e a cosa facessimo a Beirut quella sera. Nessuno fece domande sui miei 17 anni. Monica aggiunse che Manuel era un'artista in ascesa, faceva il pittore, aveva esposto già in diverse gallerie ed era un tipo talentuoso e originale. Accanto a Manuel c'era una ragazza con i capelli rossi corti, tale Katia, sui 25 anni, davvero carina. Ma non mi sembrava stessero insieme. Accanto a lei c'era una ragazza russa, bionda molto bella anche lei, Irina. E poi altri due, questa sì una coppia: Ivan e Patrizia. Non erano ubriachi ma alticci, quello sì.

Nonso come, ci ritrovammo a casa di Manuel. Parque, libri d'arte ovunque, secchi di pittura un po' qua e un po' là, qualche tela coperta gettata sui divani. C'era un gran disordine e Manuel se ne scusò. Monica andava d'accordo con tutti, chiacchierava in particolare con la ragazza coi capelli rossi Katia e con Irina e ogni tanto lanciava qualche battuta a Manuel che in effetti mi sembrava davvero un tipo originale ed eccentrico. Prese una bottiglia di wisky, del ghiaccio,alcuni bicchieri e ci invitò a seguirlo. Entrammo in un bellissimo terrazzo dal quale si vedeva tutta la città. C'erano già delle sedie e sistemandoci si capirono un po' di cose. Katia e Irina stavano insieme. La seconda si sedette sulle ginocchia della prima e iniziarono subito a sbaciucchiarsi. Non so perché ma la cosa mi imbarazzò. Ivan e Patrizia non erano affatto una coppia. Ivan era il fidanzato di Manuel e a breve si sarebbero sposati da qualche parte, Olanda o Spagna, non si sapeva ancora bene.

Il wisky era ottimo, ma dopo mezzo bicchiere lasciai perdere. Iniziava a darmi alla testa e non ero sicurissima di poter controllare più tutte le curve. Prendemmo a chiacchierare del più e del meno e fu a questo punto che Irina chiese di me. Anche lei sembrava piuttosto giovane ma io di più. Lavorava nel mondo del cinema, faceva la costumista. Si conosceva con Ivan che pure lavorava in quell'ambiente facendo lo sceneggiatore. Patrizia invece scriveva di moda su un quotidiano. In quella veranda, tra artisti e giornalisti, c'entravo davvero poco. Monica fu brava a deviare il discorso sulla mia passione per gli aerei e Irina aggiunse che avevo perfettamente ragione.


- "a me succede esattamente la stessa cosa quando guardo il mare. Non so perché ma sto meglio"

- "ho letto da qualche parte che è una roba scientifica. Cioè lo hanno spiegato gli scienziati"


Manuel bevve qualche sorso del suo wisky, poi riprese.


- "dicono che davanti a certe vedute, come una grande distesa d'acqua, la mente produca alcune sostanza chimiche che originano serenità e felicità".

Katiache stava concludendo un dottorato in psicologia disse che era proprio così e che l'esposizione alle onde elettromagnetiche che danno il colore blu regola il nostro ciclo ormonale e il ritmo sonno/veglia producendo benefici effetti sul piano cognitivo edemozionale. Mi sembravano cose un po' complicate, discorsi da grandi, roba da psicologi, artisti, giornalisti, gente che lavora, che conosce il mondo, che un po' lo ha già vissuto. Eppure anche se molto mi sfuggiva, erano robe che mi affascinavano. Mi piaceva stare lì in veranda in mezzo a gente che diceva cose da intellettuali bevendo wisky e sbaciucchiandosi con qualcuno dello stesso sesso senza diventare un fenomeno da baraccone. Mi piaceva. E soprattutto mi piaceva stare con Monica. Accertato che guardare il mare, era sì davvero figo, si parlò di cose più leggere; dell'estate imminente, del gran caldo in arrivo, di una nuova pizzeria davvero buona che aveva da poco aperto in centro, di una mostra di Manuel che si sarebbe svolta il mese successivo. Qualcuno poi mise su della musica. Era un disco di una cantante polacca che non conoscevo, Monica Brodka. La canzone era molto bella. Si chiamava Horses.


Little girl blueWhere stories live. Discover now