Little girl blue

Brazenhead Books

Quando arrivai la serata era iniziata già da un po'. Era una di quelle feste dove la gente non si aggrega: gruppi di tre o quattro persone qui, gruppi di tre o quattro persone lì. Gli uni ignoravano gli altri.

Qualcuno stava chiacchierando davanti all'ingresso, altri alla finestra, Katia stava in cucina, appoggiata al frigorifero. Chiacchierava con un tizio biondo e con uno magro. Cercai Angelo con lo sguardo ma non lo trovai. Conoscevo poca gente là in mezzo e la musica era orribile. Vicino allo stereo c'era un tavolino di vetro con su alcune bottiglie di liquore, diverse erano già vuote. Un ragazzo moro riempiva un po' di bicchieri: metà gin e metà lemonsoda. A me non andava e mi spostai per cercare qualcos'altro quando mi scontrai con Angelo.

"cara, che bevi?"

"una birra"

Angelo sparì dietro il divano, trascinò fuori un grosso contenitore blu, uno di quei frigoriferi da campeggio e allungò una birra imperlata di ghiaccio. Era ghiacciata. Dopo un lungo sorso mi sentii subito meglio, era buona. Angelo era di nuovo sparito. In cucina Katia stava parlando del suo periodo di studio in America.

"com'è New York?" chiese il tizio biondo

"tu come la immagini?" rispose Katia

"piena di luci"

" e tu?" fece Katia al tizio magro

"un casino, la immagino come un grande casino"

Katia mise fuori il tabacco, riempì una sigaretta, l'accese, tirò una boccata, riprese.

"New York? È una città che non dorme mai. È sempre viva, sempre sveglia, sempre in piedi, può succedere sempre tutto. Puoi incontrare qualcuno di interessante in uno di quei locali di Manhattan, fatti di legno lucido, con le luci basse e i tavolini piccoli con sopra delle coppette di salatini gratis e bere una birra e parlare di qualunque cosa e poi trovarti dopo un'ora magari dall'altra parte della città in una festa, oppure in un museo. New York è così. È incredibile perché non sai mai quello che può succedere, sembra tutto possibile. Amo sopratutto le librerie. Mi piace andare in libreria la sera tardi, sentire l'odore dei libri, prenderli in mano e immaginare quello che succede fuori, in strada. Mi paice pensare che solo io conosco quel posto e che nessuno può raggiungermi lì. Che è una cosa mia, una cosa che mi appartiene. La mia libreria preferita si chiama Brazenhead Books. È il mio angolo preferito di New York".

Fu una descrizione che mi piacque. Pensai allora all'America, alle luci dei grattacieli, alle infinite possibilità di quel paese così vasto, così grande, così lontano. Era un'idea che mi piaceva. Un posto dove può succedere tutto. Dove puoi fare quello che vuoi, leggere quello che vuoi, studiare quello che vuoi, innamorarti di chi vuoi e quando vuoi. Chissà cosa stavano facendo in qui pub neworkesi in quel momento. Chissà che ore saranno state lì in quel momento. Avevo voglia di sparire e di andare lontano da qualche parte dove tutto fosse possibile. Magari insieme alla ragazza col maglione blu.

Poco prima della mezzanotte arrivarono Stefano, Anna, Lara, Vittoria e Marcello. Con loro Raffaella e Lino. Nonostante tutto, nonostante lo corna, il tradimento, lo scandalo e il pettegolezzo erano abbracciati e sembravano addirittura felici. Mi sforzai di capire per qualche secondo se facessero finta o lo fossero davvero ma dopo poco ci rinunciai. Quando entrarono però tutti si voltarono a guardarli.

Raffaella stette al gioco e fece finta di niente. Avrei voluto chiederle chi era il tipo col quale aveva tradito Lino in Spagna. Avrei voluto chiedere che cosa aveva più di Lino e perché l'aveva tradito. Già perché si tradisce? All'epoca non lo sapevo e non sapevo neppure che cosa si provasse tradendo. Forse, immaginavo, c si sentiva prima bene e poi male, prima felici e poi corrosi dal rimorso. Ma non chiesi nulla di tutto ciò. Quando Raffaella mi baciò, chiesi semplicemente:

"ehi come stai? Com'è la Spagna?"

"bella, molto bella. Mi sono divertita"

Fu una risposta che mi imbarazzò e notai che Lino era sbiancato e adesso faceva più fatica a sembrare felice ma non potetti notare altro. Stefano mi chiamò in disparte. Voleva parlarmi.