My Girl

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Quando arrivai al campo da tennis Monica era già lì. Aveva una figura sportiva, indossava una maglietta nera attillata e un paio di jeans, portava un auricolare e reggeva un microfono. Stava presentando  il match in diretta. La fissai.

Guardavo come tormentava le labbra mordicchiandosele tra un intervento e l'atro, come toccava i capelli, come osservava la partita. Fissai le sue spalle. Dalle tribune mi sembrava di poter sentire il suo odore, profumo gelsomino. Durò quasi tre ore e quando finì il match guadagnai rapida l'uascita e attesi Monica davanti all'ingresso.

Mi mandò subito un messaggio: doveva commentare il risultato e ne avrebbe avuto ancora per una mezz'ora. Disse di aspettarla al parco là di fronte, vicino alla grande fontana. Mi sedetti ai suoi bordi e chiudendo gli occhi, sentì lo scroscio dell'acqua e immaginai di trovarmi da qualche parte nel mondo, sotto una cascata, abbracciata a Monica.

L'attesi fissando la lancetta dell'orologio, tirando fuori di continuo lo smartphone, contando i secondi. Sembrò un tempo infinito. Quello immobile ed eterno che possono conoscere solo gli innamorati. Sembra di percorrere delle scale mobili al contrario, di non arrivare mai alla meta, di trovarsi sempre indietro. Poi finalmente la mezz'ora passò. Monica arrivò sorridente, un pò di corsa, mentre si rimetteva a posto i capelli con energiche manate. Mi salutò con un bacio sulle guance.

- "Scusami ho fatto di fretta. Sono vestita come una barbona. Non sono riuscita a cambiarmi o farmi una doccia. Andiamo, conosco un locale carino a due passi".

Non dissi niente, non ci riuscivo. Le gambe tremavano e mi alzai un pò a fatica. Il sole era appena tramontato e il cielo era ancora bluastro, non del tutto scuro. Era una splendida serata e le luci della città brillavano dappertutto.  Ci avviammo insieme, camminado vicine.

Little girl blueحيث تعيش القصص. اكتشف الآن