Summertime

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Quel pomeriggio incontrai Katia sul ponte Over. Faceva jogging dal lato opposto e richiamò l'attenzione con ampi cenni della mano. Non ci vedevamo da una vita.

Mi invitò ad una festa per quella sera a casa di Angelo. Ci sarebbero andate un sacco di persone fighe e qualcuno del mio giro, disse. Non ne avevo voglia ma non fui abbastanza svelta per dire no. Così sorrisi, segnai l'indirizzo sul mio smartphone e assicurai la mia presenza.

Angelo studiava ingegneria, arrotondava con i corsi di nuoto e dipingeva nel tempo libero. Era stata una promessa del tennis ma non ce l'aveva fatta. Era molto amico di Stefano, forse avevano avuto una storia insieme ma non si capiva. Io l'avevo conosciuto così. Un tempo ero stata anche molto amica di Katia e anche quello era cambiato.

Cambiavano tante cose, molte all'improvviso, qualcuna per sempre e a quell'età mi sembrava assurdo e impossibile, oscuro e inspiegabile, comunque, tremendamente ingiusto.

Quella sera pioveva forte, faceva freddo, tirava un brutto vento. Misi a bollire un po' di te, guardai seduta sul davanzale le luci liquide del ponte Over e quelle più piccole, in fondo, della città.

Dopo le 21 inizia a muovermi. Feci una lunga doccia bollente, lasciando la porta socchiusa e mi vestii mettendo su un album di Janis Joplin. In quei giorni ascoltavo molto Jani Joplin. La prima canzone fu To Love Somebody ma mi piacque più quella successiva: Summertime.

Alle 22 mi avviai per il viale alberato. Non pioveva più. Era una serata molto fredda e buia e la luna sembrava sparita per sempre, sprofondata chissà dove.

Little girl blueWhere stories live. Discover now