Skyline

324 9 4
                                    

Iniziò a piovere poco dopo le 22.

Prima piano, poi sempre più forte.

Mi avvicinai alla finestra e seduta sul davanzale fissai la strada fin quando non diventò lucida di pioggia. Faceva freddo e fuori tirava un gran vento. La strada scura con le due file di alberi ai lati si allungava come un nastro nerognolo fino al ponte Over e poi laggiù le luci della città.

Quando fissai il ponte mi fece un po' male e allora ripresi a fissare la strada, gli alberi e poi di nuovo la mia tazza di tè. Mi piaceva stare così la sera, sul davanzale a bere qualcosa di caldo e a guardare la città. A non pensare a niente. Ma quella sera no.

Pensavo a quella mattina, all'autobus che mi stava portando a scuola. Ci si poteva innamorare anche così, una mattina come tante, guardando una ragazza come te sul tram, a due passi dall'obliteratrice. Era bello e terrificante allo stesso tempo. Ecco la fregatura. Vedi qualcuno una volta, una volta sola e te ne innamori. E poi? Niente. Non l'avrei più rivista, pensavo e allora quel ponte, quella sera faceva male. Il ponte, l'autobus. Stavamo attraversando il fiume e entrando in città, quando l'ho vista.

Io cercavo un posto per sedermi senza trovarlo e così lasciai la cartella vicino all'obliteratrice. Poi arrivò lei, la ragazza con gli occhi azzurri. Era bionda, aveva la pelle abbronzata e gli occhi grigi. Era bellissima. Si passava una mano tra i capelli e sembrava distratta, distante. Guardava fuori in strada. Mi sono avvicinata, profumava di gelsomino. Doveva essere più grande di me, almeno di due anni. 19, forse 20. Probabilmente di più.  Scese tre fermate prima della mia e avrei voluto seguirla, avrei voluto scendere pure io. Al diavolo la scuola, i libri, le interrogazioni. Avrei voluto seguire la ragazza dagli occhi azzurri. E invece no e adesso mi tormentavo.

Il temporale continuò tutta la notte e io mi addormentai pensando a lei.

Little girl blueWhere stories live. Discover now