A change is gonna came

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Arrivarono una serie di piattini con un mucchio di cose colorate dentro. Monica mi spiegò che da una parte c'era un po' di hummus (una crema di ceci) su della pitta (una pizza bianca croccante simile al nostro ciccio), dall'altra un'insalata di cetrioli allo yogourt, da un'altra ancora del babaghannush (una minestra di verdure) e poi degli spiedini di carne speziati. Sembrava tutto molto buono. Mangiammo senza parlare, di gran lena, come due che hanno davvero fame, spazzolando ogni briciola. Mi piaceva vederla così, mangiare voracemente, china sul piatto, come se non ci fosse domani. Mi piaceva e mi era sempre piaciuto e mi piace ancora oggi, perché mi fa pensare a una persona dinamica e vitale che ha voglia di vivere, di gettarsi, di provarci. Mangiammo tutto e poi bevemmo il nostro Martini ghiacciato, lo finimmo e ne ordinammo un altro.


Monica frugò un po' nella borsa, trovò l'accendino e accese una sigaretta senza offrirmela. Mi squadrò qualche secondo anche se a me sembrò un'eternità. Lo fece attentamente come qualcuno che vuole capire. Era bellissima quando fumava e a me a quel tempo mi piacevano molto le persone che fumavano perché mi sembravano grandi, moderne in gamba. Non era affatto vero ma allora mi sembrava così.

Monica mi parlò un po' di lei. Da bambina non avrebbe mai pensato di fare la giornalista: aveva un altro sogno.

-"studiavo danza classica e mi impegnavo con tutta me stessa. Poi a 13 anni il mio corpo cambiò, non era adatto alla carriera di ballerina: allora cominciai a scrivere. Prima per il giornaletto della scuola, poi per un blog, poi per un giornale, poi per un altro"

-"e poi?"

-"poi ho fatto l'università e ho iniziato a collaborare con una tv. Mi sono innamorata di un economista, un ragazzo biondo che passava le sue giornate su dei grafici che andavano su e giù e credevo che con lui mi sarei sposata, ci avrei fatto dei figli e avremmo vissuto insieme per sempre. Invece no, a un certo punto non lo sopportavo più e mi sono messa con la barista che lavorava davanti all'Università"

Provai a far finta di niente ma non ci riuscì. Buttai giù un altro sorso di Martini e domandai:

-"così all'improvviso?"

-"mi considero un essere umano che ama altri esseri umani, non importa il loro orientamento sessuale; è irrilevante che la persona di cui mi innamora abbia le tette o attributi maschili. Sono affascinata dalle persone che mi stimolano intellettualmente. Posso certo apprezzare la bellezza di qualcuno/qualcuna ma se questa non si combina con un intelletto acuto e pungente, cosa me ne faccio?"

-"e con la barista come è finita?"

Monica tirò un ultimo tiro, poi spense la sigaretta in un posacenere di pietra, dallo stile multietnico.

-"mi ha lasciato per un'altra. Era una brava ragazza, ci volevamo bene ma era una storia temporanea, non una cosa destinata a durare.Siamo state insieme sei mesi. Poi è finita"

Beirut si era riempito. Ormai c'era gente fin fuori sul marciapiede e il dj aveva messo una vecchia canzone di Sam Cooke, una roba degli anni Sessanta. Si chiamava A change is gonna came, un cambiamento sta per arrivare. Parlava dei diritti dei neri d'America e diceva che anche se la strada dell'uguaglianza era ancora lontana, qualcosa pian piano stava accadendo e grandi cambiamenti si affacciavano all'orizzonte. Anche io speravo che quella sera qualcosa di grosso stesse per accadere e che nella mia vita molte cose cambiassero. Intanto fissai Monica e mi persi nei suoi occhi azzurri.

Little girl blueDonde viven las historias. Descúbrelo ahora