Mine

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Quella mattina sul ponte Over vidi la ragazza dagli occhi celesti. Facevo jogging, lei era venti metri davanti. Indossava una tuta attillata grigio chiaro e portava i capelli all'indietro, raccolti da un elastico in una coda da cavallo.

Potevo scorgere solo le spalle, ma la riconobbi subito. Profumava di gelsomino.

Avevo il cuore in subbuglio e mi gettai al suo inseguimento, aumentando il passo. Non potevo perderla, non potevo lasciarla andare. Correva in modo sciolto e spigliato, con una bella falcata. Andava forte, troppo forte per me. Riuscì ad avvicinarmi fino ad un paio di metri ma quello era il mio picco lei invece andava a ritmo costante e sembrava poter accelerare. Ascoltava della musica, vidi delle cuffiette. Il ponte Over finì e lei girò verso il parco. Passammo dallo stagno e poi davanti alla statua del re a cavallo. Poi prese dritto per il Corso, passò per il vialone dei grattacieli, svoltò verso il boschetto di betulle e salì per un viottolo di nuovo verso il ponte Over. Iniziava a staccarmi. Andava davvero forte e non riuscivo a starle dietro.

Faceva caldo anche se inverno, c'era un gran sole e il cielo era luminosissimo. Quando salimmo di nuovo sul ponte capì di non poterle più stare dietro. Le gambe giravano a vuoto, i polmoni bruciavano, la gola era arsa, mi faceva male. Quindi mi fermai, con le mani poggiate sui fianchi, tentando di rifiatare. Fu in quel momento che pensai ad un azzardo. L'amore non è in fondo il più spettacolare, pericoloso e meraviglioso gioco d'azzardo esistente?

Mi sarei fermata sul ponte e avrei seguito con lo sguardo la ragazza con gli occhi celesti. Se avesse girato a sinistra verso il parco l'avrei persa ma se avesse girato a destra verso lo stradone con i negozi avrei potuto seguirla con lo sguardo per un po'. Spesso chi faceva jogging si fermava da Kelly per prendere una bibita fresca. Se era a fine allenamento si sarebbe fermata lì e forse l'avrei beccata.

Non avevo alternativa, comunque e quindi mi piantai in mezzo al ponte ed aspettai. Come i cacciatori nella savana. Hai un colpo, c'è un leone, sei da sola e tu non puoi sbagliare: o lo becchi o muori. E così per me: o la raggiungevo o l'avrei persa per la seconda volta, l'avrei persa per sempre.

Non la vidi per qualche secondo. Furono secondi lunghissimi, interminabili. Tremavo. Mi affacciai al parapetto del ponte. Correva spedita. La coda bionda dei capelli andava su e giù, aveva un corpo bellissimo, sodo e fresco. Lei era bellissima.

La vidi uscire dal ponte, andare in strada. Girò a destra verso lo stradone con i negozi. Sembrava andare di corsa, andare lontano. Sembrava non avesse ancora finito. Invece si piantò all'improvviso davanti all'insegna luminosa di Kelly. Tolse le cuffie, poi se le rimise. Sembrava averci ripensato. Poi se le tolse di nuovo ed entrò.

Mi gettai all'inseguimento lungo il ponte per raggiungerla. Il sole era ancora alto. Era una bellissima giornata e profumava di primavera anche se era solo febbraio.

Little girl blueWhere stories live. Discover now