Capitolo 22

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Sono davanti al ristorante, pronta a tutto, ho pesato ogni singolo dettaglio con precisione, ho più d'un piano a mia disposizione.
Lewis non si prenderà gioco di me, non sono un pupazzo nelle sue mani, riuscirò ad avere il coltello dalla parte del manico.

-Potresti anche entrare.
Non serve aspettare qui fuori, fa troppo freddo.-

Una voce familiare, troppo familiare.
La persona più sbagliata nel momento più sbagliato.
Come ho fatto a non ipotizzare questa spiacevole eventualità?
Mi dispiace ammetterlo... ma quel Lewis è riuscito a fregarmi.

-Da... Darren?-
Balbetto come un'idiota, non avrei mai immaginato che sarebbe venuto lui al posto di quell'essere apparentemente invisibile ai miei occhi.

-Le spiegherò tutto- dice Darren, sento la distanza tra noi due, lo capisco semplicemente dalle sue parole -adesso però l'invito ad entrare.
Non è da gentiluomo far aspettare una donna al freddo.-

È una presa in giro?
Vorrei che qualcuno me lo dicesse, che fosse solo uno scherzo.
Non mi piace per niente questa situazione.

Darren chiede al maître il tavolo che ha ordinato, quest'ultimo ci accompagna gentilmente in una stanzetta.
Al centro c'è un tavolo per due, io e Darren ci accomodiamo lì.

Cerco di parlare, ma subito Darren porta elegantemente un dito vicino alla bocca.
Di sicuro ci sono telecamere e microfoni sparsi per tutta la stanza, Darren mi ha impedito di parlare per non dire qualcosa di troppo, però se ha fatto quel gesto... Lewis l'ha visto, di conseguenza s'insospettirebbe... per il momento meglio seguire Darren, sicuramente lui sa cosa fare, sperando che sia dalla mia parte.

Entrano due camerieri.
Il primo ha in mano un vassoio, si mette alla mia sinistra e mette il contenuto del vassoio sul mio piatto, fa la stessa cosa con Darren per poi andarsene.
Spaghetti allo scoglio, ottima scelta Arturo Lewis.
Il secondo appoggia sul tavolo due scodelle con acqua e una fetta di limone e infine si dilegua pure lui.
Iniziamo a mangiare.
Vorrei fargli delle domande anziché sprecare in questo modo un'opportunità così preziosa, ma mi ha detto di tacere e poi per colpa microfoni Lewis può sentire tutto, anche se non mi sono accertata della loro presenza, ma sono sicura che ci siano, questo basta e avanza per mettermi sull'attenti.
Finiamo entrambi il primo piatto, un cameriere entra qualche minuto dopo con il gueridon, prende i piatti sporchi e ci serve la seconda portata: un'orata alla griglia.
Come hanno fatto a capire che avevamo finito di mangiare?
Conoscono i tempi giusti?
No, di sicuro li hanno avvisati, penso che sia più logico così.
Ciò è una conferma riguardo alla mia teoria delle telecamere, non che ne avessi bisogno... ma non è mai negativo avere una conferma.
Anche la seconda portata termina e, proprio come prima, il cameriere torna, posiziona sul gueridon i piatti sporchi e posiziona sui tavoli il nostro dessert: cheesecake al limone.
Sto iniziando ad innervosirmi, Darren non ha ancora detto nulla, è passata come minimo un'ora e mi sembra che nulla sia mai iniziato.
Finiamo anche questa portata, il cameriere entra e fa la stessa cosa delle precedenti volte.

Però c'è qualcosa che non va... il dessert dovrebbe essere l'ultima portata: perché c'è un'altra portata davanti a me?
La pietanza è nascosta dalla cloche, per cui mi è difficile vedere di cosa si tratta.
Ho paura ad aprirla, non voglio fare passi falsi.
Sento le pulsazioni del mio cuore, non riesce a rallentare, credo che morirò se continuo così, devo calmarmi.

-Perché non hai ancora tolto il coperchio?- chiede Darren con tutta la calma di questo mondo -non sei curiosa?-

Ovvio che sono curiosa, chi non lo sarebbe?
Però la paura ha il sopravvento sulla curiosità.

Allungo il braccio verso la cloche, cerco di toccarla ma esito più di una volta, la mia mano trema e non riesco a fermarla, non posso andare avanti così.
Prendo tempo per calmarmi, chiudo gli occhi e faccio dei respiri profondi.
Riapro gli occhi e la prima cosa che vedo è lo sguardo di Darren, sembra quasi che mi stia osservando nel profondo, fa quasi paura.
Credo di essere pronta, afferro con forza la cloche, richiudo gli occhi e la scaravento lontano, la sento sbattere contro il muro, spero di non aver rotto nulla di costoso.

Riapro lentamente gli occhi, ho lo sguardo rivolto verso l'alto, ho ancora bisogno di tempo.

Adesso però basta, devo osservare bene quel che c'è nel piatto, non posso più aspettare.

-Ma cos... è uno scherzo vero?-

Esperimento Umano 2: Speranza Oltre La MorteWhere stories live. Discover now