Capitolo 14: Darren

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6 anni prima,nella "giornata infernale"

Posso ritenermi fortunato di aver tenuta segreta la mia identità ad Amity.
Ho sempre esitato a dirle la verità.
In questo momento sto amando tutte quelle esitazioni, quei momenti di indecisione mi hanno salvato la vita.

L'elicottero di Amity è partito ed ora è lontano, non può più vedermi.
Allontano a calci il corpo di Eiichi, penso che ormai non ci sia più vita dentro quel corpo.
L'unico modo per andare al piano terra è usare l'ascensore, ma è stato disattivato, non può essere usato e le scale qui dentro non ci sono.
Devo per sforza aspettare che tutta la struttura affondi.
Poi devo nuotare verso est, ovvero davanti a me, dove troverò la terra ferma più vicina a quest'isola.
Devo stare attento a non confondermi riguardo alla direzione da prendere.
Appena arrivato sulla terraferma devo riuscire a trovare qualcosa da mangiare, dopodiché devo ottenere dei documenti falsi e dei soldi, non sarà difficile ottenere ciò, conosco una persona che può aiutarmi e può trovarmi anche un alloggio e un lavoro.
Per tutto il resto ci penserò quando sarò salvo.

3 settimane prima di oggi

-È la prima volta che lavori come portinaio?
Sappi che non è facile anche se sembra.-
Dice seccato il vecchio davanti a me.
È la prima volta che gli parlo ed è già arrogante con me, so già che non lo sopporterò.
Costui sa già il motivo per cui sono venuto a lavorare in questo edificio, l'ha saputo dal mio attuale superiore, la persona che mi ha procurato documenti e soldi, un compagno di Eiichi.

Sono venuto qui per rivedere Amity.
Ho visto che in tutti questi anni si è procurata molta fama, ho intenzione di annientarla per prima cosa.
Non posso perdonarla per ciò che ha fatto, chi lo farebbe?
Se poi le avessi detto la verità su di me... della mia vita gliene sarebbe importato ancora meno.
Pensavo che lei fosse colei che mi avrebbe aiutato a sopravvivere, avremmo vissuto insieme fino alla fine dei miei giorni, avrei vissuto con lei quel poco che mi rimane.
Prima di morire, devo farle capire i sentimenti che ho provato quel giorno, quello che ho sentito quando ho visto tutto crollare addosso a me.

La notte prima

Avevo sentito dei rumori provenienti dalla portineria.
So già che è lei, sono passate più o meno 24 ore da quando ho fatto pubblicare l'articolo e lei non è poi così paziente.
Avrà passato come minimo tutta la giornata per capire dove mi trovassi, la cosa non mi dispiace, mi fa piacere che impazzisca per trovarmi.
Adesso l'ho trovata in soffitta, addormentata sul pavimento, peggio dei poveri.
Non ho voglia di minacciarla se ha la febbre, quindi dovrò portarla giù dove c'è un letto e una stufa.
Mi verrebbero i sensi di colpa se non lo facessi.

Oggi

-Ho capito- dice soltanto.
Sono sicuro che adesso mi chiederà il segreto che nascondo, per cui non aspetto a dirle tutto.

-Sono un esperimento fallito.-

-Fallito? Hai qualche anomalia?- mi chiede con uno sguardo innocente.
Certe volte sembra una bambina anche se ha l'aspetto di una diciassettenne.
Mostra quel viso che ti fa tenerezza quando in realtà è solo un mostro pronto ad ucciderti pur di sopravvivere.

-Non la definirei un'anomalia. Direi piuttosto che gli scienziati non hanno avuto l'effetto che desideravano, ma solo in percentuale.-

-Dimmi in cosa consiste.-

-Lo scopo è lo stesso dell'esperimento che ti hanno fatto: riuscire a creare un soggetto che non muoia mai.
A differenza di te hanno effettuato l'esperimento quando ero già nato, verso i miei 19 anni,
Non sono riusciti ad ottenere la mia immortalità, sono solo riusciti a fermarmi la crescita fisica, quella esterna in un certo.
Non invecchio fuori, però dentro si.
Morirò presto credo, di vecchiaia o per qualche malattia, dopotutto è l'età più sensibile da questo punto di vista.-

-Quanti hanni dovresti avere adesso?-

-Forse ho superato i quaranta.
Ho smesso di contarli.-

-Non me lo sarei mai aspettato...
Comunque... non morirai presto, devi aspettare almeno vent'anni.-

-Il mio sistema immunitario è più sensibile di quello degli altri e, secondo alcuni esperimenti, la mia vita è minore rispetto a quella delle persone "normali".
Ho alte probabilità di ammalarmi e morire.-

Rimane in silenzio, probabilmente l'ho sorpresa.
Non si aspettava che fossi così vecchio, sta cercando di ripetersi nella sua mente tutto quel che le ho detto, forse pensa che facendo così riuscirà a crederci, ma non è facile.

Non lo era nemmeno per me quando avevo 19 anni, quando ero in quel lettino scomodo sotto delle luci abbaglianti, usato come un ratto per fare degli esperimenti rischiosi.

Perché avevo accettato di fare quel l'esperimento?
Avevo veramente accettato?
Ho i ricordi piuttosto confusi... perché?
Ero così convinto di sapere tutto su di me... ma come mai adesso che cerco di ricordare non ricordo più niente?
Che mi abbiano modificato la memoria?
No... è impossibile. Se fosse così la mia memoria ricorderebbe un episodio che effettivamente non è mai esistito, non è questo il caso.
Io non ricordo un episodio falso, io non ricordo niente.

Poco importa, adesso è importante il presente.
Non posso perdermi in chiacchiere con Amity.
Devo annientarla, non devo avere nessun'altro tipo di relazione con lei.
È difficile, vorrei negarlo ma direi il falso: ho ancora un pezzo di me che non vuole farle del male.
Le voglio ancora bene, che stupido che sono.

-Adesso puoi pure andartene. Vivi la tua vita, se ancora ci riesci.
Sappi che da oggi in poi non avrai una vita facile, ci sarò io a distruggere tutto quel che farai.-
Glielo dico in tono secco per sembrare un duro e nascondere le mie debolezze, spero di riuscirci bene.
Devo avere il pugno di ferro con lei.

-Posso venire a trovarti, vero?-
Ha sempre quel suo sguardo innocente, sto iniziando a non sopportarlo.

-Si può sapere che tipo di relazione sarebbe?
Io e te siamo nemici, ti sembra normale chiedermi se puoi venire a trovarmi?-

-La prima parola che hai detto è "sì", sono contenta!-
Sorride mentre lo dice, vorrei prenderla a schiaffi per toglierle quell'espressione orrenda dal viso, ma non posso picchiare una donna, non arrivo fino a questo punto.

-Fai quel che ti pare, è inutile parlare con te.-
Glielo dico scocciato, ma in effetti non mi dispiace il fatto che venga a trovarmi, sto tutta la notte da solo e non parlo con nessuno se non con quell'arrogante del vecchio portinaio quando facciamo cambio di turno.
Speravo che me lo chiedesse.

Dovrei smetterla di essere in contrasto con me stesso... devo fare più chiarezza su ciò che voglio.
Penso di essere un masochista, mi sto preoccupando.

Esperimento Umano 2: Speranza Oltre La MorteWhere stories live. Discover now