Capitolo 13

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Mi guarda, i suoi occhi sembrano infuocati, il nero dei suoi occhi si è trasformato in rosso con solo qualche sfumatura di nero, sembrano fiamme.
Escludendo questo particolare è uguale all'ultima volta che ci siamo visti, come ha fatto a non cambiare d'aspetto?
Lui non possiede l'immortalità come me, quindi com'è possibile?

Intorno a noi c'è il nero più totale.
Siamo in piedi, uno di fronte all'altro, in mezzo al nulla.

È questo l'inferno?
Questo è il posto dove ci si trova dopo essere morti?
No, non è l'inferno, nessuno dei due è morto: io sono sempre stata viva, lui è scappato dalla morte.
Ho capito dove siamo.
Quando sembra tutto finito ti trovi in questo luogo buio, dove non puoi uscire, che ti obbliga a camminare per un tempo che non finisce mai, senza una meta precisa ma con un obbiettivo in mente: trovare la luce.
So come si chiama questa stanza, sono riuscita ad intuirlo: speranza.
Questa non è altro che la speranza, quella che c'è dopo la morte, quando tutto sembra perduto.
La speranza dopo la morte, quella che ho avuto dentro di me quando ho saputo che Darren non era morto, quella che adesso è intorno a noi.
A questa speranza devo il fatto che l'ho trovato, che ho il mio amato davanti a me.

-Ciao, Darren!-
Sto sorridendo, nessun sentimento negativo dentro di me, solo felicità.

-Perché sorridi? Ti sembra il caso?-
Dalla sua voce capisco che è arrabbiato, vedo l'odio dentro di lui, ha praticamente preso possesso del suo corpo.

Dovrei essere triste, arrabbiata?
Perché?
Non lo vedo da anni, è normale che sia felice di vederlo.
È così strano?

-Sei stata qui tutto il giorno, non ti preoccupi per quelli che magari ti stanno cercando?
No... non te ne frega niente... del resto, ti è mai importato qualcosa degli altri?-
Prende una sedia e si siede di fronte a me, in modo che i nostri sguardi siano perfettamente alla stessa altezza.
Devo evitare di fare cose di cui potrei pentirmi.

Io sorrido ancora, sembro un'idiota, adesso non è più spontaneo, ma forzato, voglio nascondere un sentimento negativo.
Come si chiama?
Non so nemmeno io cosa sto provando in questo momento... mi sento ancora più idiota.

-Prima non mi importava degli altri, adesso sono cambiata.
Quando ho pensato che non c'eri più ho capito i miei sbagli e, sopratutto, l'importanza della vita delle persone che mi stanno attorno.
In questo momento però mi importa solo di te, da quando ho scoperto che eri vivo fino ad adesso ho pensato solo alla tua di vita, volevo rincontrarti.-

-Mettiti nei miei panni: crederesti a queste parole?-

No, se fossi nei suoi panni non gli crederei.
Penserei solo ad un modo di vendicarmi per sotterrare quei brutti ricordi causati proprio dalla persona che si pensava di amare.

-La verità è che pensi solo a te.
Vuoi avere una coscienza pulita e credi che "risolvendo la questione" tu possa averla ripulita completamente.-

Lo faccio solo per me?
In effetti in questi anni ho pensato di dimenticare il passato aiutando gli altri.
Aiutavo gli altri per aiutare me.
In conclusione aiutavo me, non gli altri.
Non mi è mai importato degli altri esseri viventi, li usavo solo come capro espiatorio delle mie colpe passate.
Darren ha ragione.
Ma con lui è lo stesso?
Voglio veramente stare con lui per dimenticare di aver provato ad ucciderlo?
No, io ho bisogno di lui, io voglio lui.

Faccio la cosa più stupida da fare in situazioni come queste, non dovrei ma devo, che cosa complicata...

Ero seduta nel letto, faccio uno scatto in avanti, verso Darren, lo faccio con una tale velocità che Darren non può evitarmi.
Apro le braccia e mi butto sopra di lui, la sedia cade per terra, assieme a me e Darren.
Sto abbracciando Darren con tutte le mie forze, lui prova a liberarsi, mi tira calci, mi fa del male pur di essere libero, ma non voglio lasciarlo andare, ho bisogno di quell'abbraccio.
Alla fine si arrende, mi permette di abbracciarlo, ma non ricambia, meglio di niente.

-Le tue lacrime non funzionano, anzi, mi fanno fastidio, mi stanno bagnando il collo.-

Non me n'ero accorta, sto piangendo, come ho fatto a non sentire le lacrime sul mio viso?
Mi allontano lentamente da lui, lo guardo negli occhi, non vedo nessuna emozione, mi fa star male.

Avvicina una mano al mio viso, mi accarezza dolcemente.
Questo gesto fa più male di quel che dovrebbe: lui mi odia, perché mi accarezza il viso?

-Mi fai sembrare il cattivo in questo modo.- dice semplicemente.
Ha ragione, qui la cattiva sono io, non lui, non altri, solo e solamente io.

Poi, improvvisamente, fa quel che non mi sarei mai aspettata: mi abbraccia.
Lentamente, dolcemente, come una coperta che ti avvolge e ti protegge dal freddo gelido, come lui che mi avvolge e mi protegge dal buio intorno a noi.
Come chiunque in questa situazione, vorrei rimanere così per molto tempo, per sempre forse, quando mi ricapiterà di nuovo?
So che è un abbraccio senza emozione, senza amore, probabilmente lo fa solo per accontentarmi, per riempirmi di cose false che ti fanno sentire felice quando in realtà è solo apparenza.
Come una sigaretta: provi una sensazione piacevole, ma in realtà ti distrugge dentro.

-Trovo buffo il fatto che tu non mi abbia ancora fatto le solite domande che si fanno in questi casi.- dice lui, forse più per rendere "allegra" la situazione che altro, il suo tono è cambiato, è più dolce, spero non sia solo una mia impressione.

-Ad esempio?- gli chiedo, anche se ho una vaga idea delle "domande ovvie".

-"Come hai fatto a sfuggire dalla morte?
Come sei arrivato fin qui?
Come mai non sei invecchiato in questi anni?"
È impossibile che non ti sia posta queste domande.-

-Se mi dici che mi darai le risposte a quelle domande, te le chiederò volentieri.-

Esperimento Umano 2: Speranza Oltre La MorteWhere stories live. Discover now