Capitolo 16

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Sono le 7 del mattino, ho dormito pochissimo, non riesco a stare calma.
Sono seduta sulla sedia nella sala da pranzo, aspetto che arrivi Claudio.

Dovrei pensare a cosa fare riguardo Darren, voglio che tutto si sistemi.
La nostra situazione attuale è piuttosto insolita, però non è male, poteva andarmi peggio.

Il campanello suona, di sicuro è Claudio.
Gli apro la porta, ha il viso piuttosto pallido.

-Hai dormito?- gli chiedo semplicemente.

-Come ogni essere umano- mi risponde entrando dentro il mio appartamento, cammina piuttosto male, si vede benissimo che non ha le energie.
Avrei potuto chiedergli "hai dormito abbastanza", mi avrebbe risposto correttamente forse.
Però non ho voglia di perdere altro tempo con queste sciocchezze, voglio la colazione.
Se non ha dormito è colpa sua, sa che deve lavorare e di conseguenza deve organizzarsi bene le ore che ha a disposizione.

Sento un silenzio tombale nella cucina, Claudio è in quella stanza da più di 10 minuti e non ha ancora fatto niente, almeno questo è quel che deduco non sentendo i soliti rumori di ogni mattina.
Dovrei sentire il pentolino dell'acqua che bolle, il rumore dei piatti che si muovono, queste cose insomma.
Invece adesso... niente.
Mi dirigo in cucina, sono troppo curiosa di sapere che diamine sta facendo.
È seduto sul pavimento, appoggiato con la schiena nel forno, ha il viso coperto dalle mani, il colorito della sua pelle è sempre più bianco.

- può sapere che ti succede?- gli chiedo precipitandomi verso di lui, non mi piace per niente vederlo così.

Sposta leggermente le mani dal viso, il minimo indispensabile per riuscire a farsi sentire.
-Niente... sono solo un po' stanco.-

-Ho capito- dico alzandomi da terra -tu vai a distenderti sul divano, oggi cucino io.-

Cerca di ribattere, ma non ci riesce.
L'aiuto a distendersi in soggiorno e poi torno in cucina.

Non cucino da anni, anche se so farlo sarà difficile preparare qualcosa di buono.

Prendo una padella e ci butto dentro due uova con della pancetta.
Se non ricordo male a Claudio piace mangiare salato a colazione, ma per sicurezza preparo una torta veloce, anche perché io devo mangiare e voglio il dolce la mattina.
Apparecchio 2 vassoi con tutto quel che ho cucinato assieme a posate, bicchieri e fazzoletti e li appoggio sul tavolino in soggiorno.
Claudio è sdraiato sul divano e guarda il soffitto, sembra un cadavere.

-Accendi la tv- gli dico lanciandogli il telecomando -non voglio che te ne stai fermo immobile. Adesso preparo il caffè e ti prendo una coperta, poi torno qui.-

Torno in cucina e accendo la macchina del caffè, preparo un ginseng per me e un caffè per Claudio.
Vado in camera mia, prendo una coperta e la do a Claudio.
Infine prendo il caffè e il ginseng ormai pronti e li porto in soggiorno.

-Grazie, mamma!- dice scherzosamente Claudio.

Ho fatto cose che, per uno come Claudio, sono facilissime, però mi hanno resa stanchissima.

-Basta che non mi chiedi di rifarlo, il mio campo non è questo.- gli dico tagliandomi una fetta di torta.

-Anche se non cucini spesso fai delle cose buone, saresti una brava moglie.-

L'osservo mangiare le uova con la pancetta, per fortuna che mi sono ricordata bene.
Dopo due minuti che l'osservo lui alza lo sguardo e nota che lo stavo guardando.

-Scusa! Non intendevo dire nulla di...-
Sembra preoccupato, non credo ci sia motivo di preoccuparsi per quello che ha detto, non mi sembrava poi così offensivo.

-Non preoccuparti! Non stavo pensando a quello.-

-A che pensi allora?-

-Stavo pensando al motivo che ti ha ridotto così... non credo che poche ore di sonno ti riducano peggio di un cadavere.-

-Non preoccuparti per me, un'oretta di riposo e tornerò in forma.-

Concludo il discorso dicendogli che può usare il divano per dormire, che non c'è bisogno di andare a casa sua.
Lui non se lo fa ripetere due volte, appena finito di mangiare si sdraia e inizia a dormire.
Sono sicura che si risveglierà con un saporaccio in bocca, non è proprio l'ideale dormire dopo mangiato, ma vedendo la sua situazione non è che importi tanto.

Dovevamo andare a fare una copia delle chiavi, buon per me dato che non voglio che abbia le chiavi del mio appartamento, è già troppo appiccicato adesso, figuriamoci dopo aver avuto le mie chiavi.

Adesso che ho la mattinata libera... posso vedere se Darren è ancora nell'edificio accanto.
Spero che il suo collega non sia ancora arrivato.

Faccio una corsa verso l'edificio di fronte, entro e mi precipitò verso la portineria.

-È già andato via?- chiedo al portinaio.
Non è necessario che gli dica il soggetto, sa già di chi sto parlando.

-Da un paio d'ore.- risponde soltanto.

-Dove posso trovarlo quando non lavora?-

-Primo piano, la porta alla tua destra.-

Seguo le indicazioni del portinaio, suono il campanello senza pensarci due volte.
Non risponde, passano i minuti ma non risponde.

-Darren, sono io!- urlo dando colpi alla porta.
Non m'interessa degli altri vicini, voglio solo che mi risponda.

Darren urla aprendo di colpo la porta -ricordati che lavoro la notte! Di giorno vorrei dormire!-

-Scusa!- gli dico con tono secco, non sembra affatto che gli stia chiedendo perdono.

M'infilo dentro il suo appartamento, è tutto ordinato, ogni singola cosa nel posto giusto.
Entro, senza il permesso di Darren, dentro la sua stanza, il letto è l'unica cosa in disordine, le coperte sono sparse da una parte all'altra del letto.
Però c'è una cosa che mi domando...
Lui vive da solo, perché ha un letto a due piazze?

-Ti piace dormire comodo, eh?- gli chiedo girandomi verso di lui.

-No, ci porto le povere fanciulle che trovo per strada.- dice in tono serio.

Rimango sconvolta dalle sue parole, forse più delusa che sconvolta, non m'immaginavo che fosse così.
Possibile che sia cambiato in questi anni?

-Scherzavo, quindi non fare quella faccia!- dice dandomi un colpetto in testa per poi andare in cucina.
Ha visto la mia faccia e ha subito detto che era uno scherzo, quindi si preoccupa ancora per me, la cosa mi fa piacere.

Ci guardiamo per qualche secondo come due idioti, lui poi se ne va in cucina, io lo seguo come un cucciolo.

-Preparo una tazza di caffè, ne vuoi una anche tu?- chiede prendendo la caffettiera.

-No, odio le cose amare.-

Ci sediamo in contemporanea, lui beve il suo caffè con calma e molto silenziosamente.
Un po' mi dispiace averlo svegliato mentre dormiva, sta sveglio tutta la notte e non può permettersi di dormire.
Dovrei andarmene, ma andrei contro a ciò che voglio.

-Volevo parlarti di una cosa... è piuttosto importante dal mio punto di vista.- dice Darren rompendo in silenzio.

Esperimento Umano 2: Speranza Oltre La MorteNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ