CAPITOLO 14 - DICHIARAZIONI

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POV'S ELISA
Si, evidentemente aveva ragione. Non avevo motivo di chiedergli della sua vita. Sospirai e abbassai lo sguardo. «Si, hai ragione. Non mi riguarda.» Ignorò le mie parole e restò in silenzio, un silenzio che durò per ben 5 minuti.
Un silenzio privo di parole e ricco di sospiri e tensioni. «È tardi.» «Ti prego, non lasciarmi qui da sola adesso!» Lo supplicai. Avevo paura quella sera a restare da sola.

POV'S FEDERICO
Volevo resistere a fare il duro, per mostrarmi coerente con quello che le avevo appena detto, ma devo ammettere che non avevo voglia di lasciarla lì da sola e spaventata. Perché cavolo non le avevo raccontato niente? Perché ero così orgoglioso con lei? Non nego che quello che gli dicevo sul mio conto e sul fatto di starmi lontana è la verità. Però forse io non voglio che lei si allontani da me. "Ma insomma, Federico che stai dicendo? Hai dimenticato chi sei? Sei un Rolex, non ti innamori più." Mi ripeteva la mia mente. «Verrai con me.» Affermai poi tutto d'un tratto. Sembrò accennare un sorriso. L'avrei fatta dormire nella mia camera ed io avrei dormito sul divano. Sicuramente la mia famiglia stava già dormendo, quindi nessun problema. «Su dai, prendi quello che ti serve per questa notte e andiamo.» La invitai. «Si Federico. Solo un attimo» «Ti aspetto in macchina!»

POV'S ELISA
Non appena salii in macchina, nessuno dei due disse una parola fino a quando non sentii Federico tossire prima di iniziare un discorso. «Sai è strano...» Iniziò. «Cos'è strano?» «Il fatto che io stia portando a casa una ragazza per farla dormire, senza altri scopi. In questo momento non mi sento nemmeno Federico Rossi.» Risi a quelle parole, anche se poi riflettendo un po' mi ferirono. «Sai ogni tanto fa bene mettere da parte quel lato di Federico Rossi.» Sospirò, e fissò dritto il tragitto davanti a se fin quando non arrivammo in quel tenebroso quartiere, dove parcheggiò la macchina. Invitandomi a scendere. Entrammo in casa sua molto silenziosamente, era una casa di modeste condizioni, ma carina ed accogliente rispetto al quartiere in cui era collocata. Mi portò in camera sua, salendo quelle scale. Una domanda non mi ero posta fino a quando non realizzai di essere a casa sua. "Cosa cavolo avrebbero pensato i suoi familiari se mi avessero vista qui?"

Dopo essere entrata in camera sua, notai che la sua camera era tinta di blu e nelle pareti erano appese foto di Federico piccolino. Aveva un letto ad una piazza e stranamente quella stanza odorava di pulito ed era in perfetto ordine. «Wow! Sei davvero così ordinato?» «Se questa stanza è in ordine è solo grazie a mia madre. Anche se devo ammettere che questa stanza, nell'ultimo periodo l'ho utilizzata davvero poco.» Rise e poi tolse un pantalone lasciato sulla sedia. «Beh, buonanotte. Se hai bisogno del bagno è la prima porta a destra. Io dormirò giù, se hai bisogno chiamami. Dormi bene.» «Buonanotte Federico.» Si voltò per andare, ma lo chiamai, facendolo voltare. «Federico.» «Dimmi.» «Grazie.» Sorrisi e lui ricambiò.

La mattina seguente, fui svegliata dal rumore della porta, anche se rimasi con gli occhi chiusi
per il troppo sonno. Sentii dei passi avvicinarsi e sedersi sul letto. «Ehi Federico...» Iniziò a parlare quello strano soggetto che era appena entrato. Riconobbi la voce ed era la sorella. Ero coperta fino ai capelli e probabilmente credeva che io fossi Federico. Cosa dovevo fare? «Vorrei parlarti di papà...» La sua voce si fece fina. «Ehi, so che mi stai ascoltando!» Concluse togliendomi le coperte di dosso. A i u t o, che imbarazzo! «aaaah!» Gridò lei alzandosi con un sobbalzo dal letto. «E tu chi sei?» Mi chiese quasi impaurita. «Ehi, ma io ti conosco.» Beh, buongiorno eh? Ma che bel risveglio. Proprio bello essere svegliati alle 9 del mattino mentre
hai ancora gli occhi chiusi e i capelli arruffati «Mmm...» Dissi sbadigliando. «Non credevo che Federico portasse i suoi giocattoli anche a casa.» Mi sollevai dal letto girando lo sguardo a destra e poi a sinistra. «Quali giocattoli?» «Beh, voi. Le ragazze che mio fratello usa. Non ne aveva mai portato una fino a casa.» Il mio cuore si rimpicciolì sentendosi sempre più male. «Oh, io non sono una delle ragazze...che lui usa...» conclusi con un filo di voce. «Sei una sua amica?» Chiese quasi stupita. Annuii solamente. «Devi essere un'amica speciale. Perché le uniche amiche che ha e che tratta da sole amiche sono Camilla e Francesca, due ragazze di questo quartiere...che però ti assicuro che non le ha mai portate qui.» Ridacchiò. Beh, almeno questo. «Wow quindi ci vivono anche delle ragazze in questa zona?»
«Ed io cosa sono tesoro?» Disse con tono ironico. «Oh, perdonami...intendevo delle ragazze che sono amiche di Federico.» «Beh, si...di Federico, di Benjamin, di Yuri, Samuele, Tommy...siamo in tanti qui.» Rise.

Voglio solo te | Federico Rossi | [Completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora