CAPITOLO 12 - NON TI AZZARDARE

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«Dannazione, stai zitta!» Qualcosa mi impedì di continuare a parlare, perché sentii due labbra
calde premere sulle mie con forza, lasciandomi completamente senza respiro.
Federico Rossi mi aveva zittito baciandomi? No, non poteva essere accaduto. Non rifiutai quel bacio sulle labbra, e mi era anche piaciuto fin quando non realizzai chi fosse il ragazzo che mi aveva baciato. Si allontanò da me, chinando il capo e non avendo il coraggio di guardarmi negli occhi. «Perdonami, io non...»
Disse quasi stupito di quello che aveva appena fatto. Le lacrime stavano per uscire dai miei occhi, e credo che questa volta non avrei potuto fermarle. «No!» Gridai. «Non puoi baciarmi e poi chiedermi perdono! Non puoi Federico! Devi prenderti le conseguenze delle tue azioni, devi essere responsabile!» Iniziai a sbattere i miei pugni sul suo petto, senza fermarmi, piangendo. Stavo sfogando la mia rabbia con lui così e non mi importava se gli avrei fatto male. «Smettila! Elisa, per favore!» Il suo tono era come addolcito e il duro Federico Rossi in quel momento sembrava essere scomparso.
«Per favore cosa? Federico mi hai appena baciato! Perché? Per quale motivo se non hai intenzione di innamorarti? Sai perché? Perché vuoi divertirti! Io non sono come le oche che ti incontri ogni sera, hai capito? E se tu sei Federico Rossi io sono Elisa Abbiati e non sono come tu pensi che io sia!» Feci uscire tutto senza alcuna sosta. «Io lo so, lo so che non sei come le altre! Ed è per questo che forse non ti ho ancora eliminato dalla mia vita. Se solo tu imparassi a parlare di meno e...» non lo feci finire «cosa?? È assurdo! Tu zittisci tutte le persone con un bacio? Con qualcosa di così importante?» «Non prima d'ora. Non avevo mai incontrato qualcuno che chiacchiera come te.» Asciugai la mia ultima lacrima. «Questo perché frequenti ragazze oche che non sono in grado di pensare.» «Può darsi.» Rise e poi aprì le sue braccia avvicinandosi a me per poi abbracciarmi. Stavo per rifiutarlo, ma non appena avvertii il calore delle sue braccia attorno a me, capii che ne avevo bisogno, e lo lasciai fare. Insomma si, di un abbraccio.
«Quindi...questo bacio è stato uno sbaglio?» mi chiese incerto lui. «Se non lo sai tu, chi deve saperlo?» «Uno sbaglio allora.» Speravo tanto che mi dicesse che non lo era, ma non fu così.
«Beh, è la prima volta che vengo baciata per sbaglio.» Risi quasi silenziosamente e dolorosamente in quel momento,
allontanandomi da lui e lasciando che Federico mi guardasse. «È meglio che vada.» «Si, forse è
meglio che tu vada.» Avrei voluto dirgli di restare, perché in quel momento avevo bisogno di qualcuno. Forse mi mancava la mia famiglia, forse avevo bisogno di tornare in Spagna...ma dovevo ancora aspettare. «Beh, allora vado.» Sembrava perdere tempo appositamente. «Si, vai.» Si allontanava lentamente come se aspettasse che gli chiedessi di restare. Ma insomma, Rossi a che gioco stai giocando?

POV'S FEDERICO
Stupido stupido stupido. Sono solo uno stupido, no anzi, dire che sono stupido è come farmi un complimento. Aprii lentamente la porta ed uscii fuori da casa sua. Iniziai a
prendere a pugni tutto ciò che mi trovavo davanti, tutto ciò che incontravo e che potevo calciare, lo facevo. Speravo di non incontrare nessuno perché avrei preso a pugni pure lui o lei. Stupido orgoglio! Perché sono così? Perché sento questa strana sensazione che non sentivo da molti anni? Perché mi si rimpicciolise il cuore quando la vedo piangere? Perché sono interessato a lei? Perché continuo a cercarla?
Forse aveva ragione Benji! Forse Elisa mi piaceva, ma avevo paura. Si, paura di innamorarmi di nuovo, di soffrire, ed essere umiliato! Mi ero promesso di non amare mai più nessun'altra, e ci stavo riuscendo alla grande prima di incontrare Elisa. Non che io la ami, ma avverto qualcosa di strano e piacevole allo stesso tempo quando la vedo. E quanto la guardo, non penso che sia attraente come il resto delle ragazze che ho usato, di lei penso che sia bella, bella davvero. Che è molto diverso. Presi la mia macchina e la parcheggiai nel Lexon, per dirigermi nel nostro magazzino segreto, sperando che non ci fosse nessuno perché avrei preferito non incontrare nessuno.
Volevo solo stare solo.

«Rossi!» mi chiamò una voce. E si, la riconobbi subito. Era la voce di quel fastidioso Stefano. «Stefano, oggi non è giornata! Quindi va via se non vuoi morire prima del tempo.» Lo minacciai. «Nervosetto oggi eh?» «Ti ho detto che oggi è meglio che tu stia lontano da me.» Lo guardai con aria di sfida, prima di girarmi per ignorarlo e proseguire il mio cammino. «Beh, volevo solo chiederti di quella pollastrella di cui eri tanto geloso l'altro giorno.» «Di lei non deve interessarti, chiaro?» sbottai voltandomi verso di lui «Vive in quel quartiere lussuoso, vero? E lavora in quel locale altrettanto carino...no?» Come faceva a saperlo? Lui non doveva saperlo! Restai in silenzio. «Avevo intenzione di farle visita...» continuò, facendomi perdere la pazienza. «NON - TI - AZZARDARE» scandii bene le parole, alzando il tono di voce e guardandolo. «Sei il suo ragazzo per caso? Non credo! Quindi, posso fare ciò che voglio.» «Non ti azzardare ad avvicinarti a lei! Tu sei una pessima persona!» «Andiamo, Federico...tu sei molto peggio.»
Ridacchiò per poi continuare il suo discorso
«dimmi, ti interessa per il suo lusso? Per i suoi soldi? Non è il genere di persona che frequenti...» Rise nuovamente «O forse il dolce Fedino si sta innamorando?» Cambiò la sua voce in quella di una femminuccia,
gesticolando e provocandomi ulteriormente.
«Adesso basta!» Non ci vidi più dalla rabbia che gli sganciai un pugno sul naso, facendolo sanguinare. Ma lui reagì a sua volta dandomene uno sullo stomaco. Iniziammo a discutere così fin quando non fui fermato e aiutato da Benji. E mentre Stefano si allontanava gli gridai qualcosa, quasi senza forze. «E non permetterti a toccarla Stefano!
Ne ad avvicinarti a lei o potrai dire addio al tuo bel faccino!» «Ehi amico! Calma!» Mi rassicurò Benji. «Tutto bene?» «No, non va bene niente. Se quel cretino prova ad avvicinarsi ad Elisa...» Farfugliai qualcosa, per poi tornare a casa.

La sera, decisi di andare al locale, il pensiero di Stefano che tormentava Elisa mi faceva star male. Dovevo accertarmi che quello stronzo stesse lontano da lei.

POV'S ELISA
Ero al locale e servivo tutta la gente che arrivava, anche se quella sera, sbagliai molte
ordinazioni a causa della mia distrazione.
Simone aveva il giorno libero, e Luca stava
pensando a tutto mentre Stacy e Valeria mi aiutavano con le ordinazioni.

Non appena finii il mio turno di lavoro, uscii e
mi trovai Federico con la sua macchina parcheggiata accanto alla mia. «Ehi, che ci fai qui?» Chiesi un po' stupita nel vederlo. «Ti aspettavo.» «Aspett-a-vi m-me?» balbettai come una cretina. «Ti accompagno io, lascia la tua macchina qui.» «No Federico, dopo ciò che è successo questa mattina è meglio iniziare a prendere le distanze. Grazie ugualmente.» Non insistette ma notai uno sguardo preoccupato nel suo viso. «Okay» affermò solamente. Lo ignorai e salii sulla mia macchina dirigendomi sotto casa mia, dove a dire il vero, trovai parcheggiata una macchina a me sconosciuta.
Poi, notando il quartiere affollato dove vivevo,
realizzai che non fosse una cosa strana.

Aprii la porta, e stavo per chiuderla, quando sentii qualcuno entrare dopo di me e tapparmi la bocca.
Chi era? E soprattutto che voleva?

Voglio solo te | Federico Rossi | [Completata]Where stories live. Discover now