Capitolo 22

974 40 15
                                    

Si avvicina alla stanza e non faccio a meno a pensare che lui abbia scoperto di Antonio. Questa è la mia più grande paura.

"Ehi tesoro come va? Hai passato bene la notte?" domanda Roman, entrando nella stanza.

"Bene dai. Per fortuna non ho avuto molti incubi. C'erano le infermiere che mi facevano compagnia" rispondo, sperando che creda a ciò che dico ma, dalla sua faccia, non penso mi creda.

"Dimmi la verità Val. Non dirmi più bugie" mi dice lui, un un tono tra il deluso e l'arrabbiato.

"Infatti, devo dirti una cosa importante" dico io, preparando ciò che devo dire a Sean mentalmente.

"Non occorre che lo dici, perché so già tutto. È inutile che mi nascondi che stanotte sei stata con Dawson" esordisce Roman, arrabbiandosi "sappi che sei stata veramente una stronza sin dall'inizio, una doppiogiochista, una persona veramente perfida. Io ti amavo sai? Mi sono illuso che tra me e te ci sarebbe stato un rapporto solido e duraturo, ma tu pensavi solamente a far ingelosire lui, o per divertiti. Sappi che da me non avrai più niente e, se tanto hai bisogno, vai dal tuo puttaniere" mi dice, urlando e arrabbiato.

"Cosa stai dicendo Sean? Stai dicendo un mucchio di cavolate. Pensi veramente che con te non sia stata bene e che per me fosse stato solo un gioco? Hai veramente superato ogni limite del surreale. Io ti amo Sean e voglio te in questo momento! Si, stanotte Antonio è rimasto qui con me perché i miei sono andati via e ha fatto una cortesia. È inutile che stai li a cercare sempre un pretesto per darmi della poco di buono o insultare lui, che tra l'altro non ti ha fatto nulla" ribatto alla sfuriata del mio ragazzo, arrabbiata nera.

Come può lui permettersi di dire certe cose sui miei sentimenti? Non ne ha il diritto. Io lo amo lui e lui dice il contrario?

"Sì certo. Sappi che con me hai chiuso definitivamente. Non cercarmi! Se hai bisogno, vai dal tuo nuovo ragazzo" dice con tono molto fastidioso, avviando verso la porta.

"Vai pure! Sappi che stai dicendo u  sacco di stanzate! Spero te ne renda conto, ma sei troppo orgoglioso per poter ammettere una cosa del genere" concludo la litigata, mentre lui, cocciuto, esce dalla stanza, sbattendo la porta e prendendosi un rimprovero da Rhodes.

"Tutto ok?" domanda il Dottore, aprendo la porta ad Anne che era andata a prendersi un caffè.

Passano ben quindici minuti e squilla il telefono di Anne. È Kim. Anne mette il vivavoce così sento anche io.

"Anne torna subito qui! Sta succedendo di tutto" urla Kim, con altre urla di sfondo.

"Ma che diavolo sono queste urla? Ho capito che l'Intelligence usa certi metodi, ma così è troppo" dice Anne, un po' seccata.

"Non sono loro! Si stanno picchiando! Kevin e Adam cercano di fermarli ma non riescono!" urla Kim, ma io non capisco nulla di ciò che dice.

"Ma chi?" dico, intervengo nella conversazione.

"Roman e Dawson. Aspetta che entro in Centrale che ti faccio vedere. Chiudi e apri FaceTime" dice, chiudendo la chiamata e, dopo qualche secondo la rivedo su FaceTime.

Entra in Caserma e non scherzava: Sean in divisa sta picchiando Antonio, che sembra avere la meglio.

"Smettetela!" urlano all'unisono Rusek e Atwater.

"Basta!" urlo io dal telefono e sembra che magicamente tutti si fermano e guardano il telefono di Kim.

Tutti mi stanno fissando e la cosa non mi piace per niente. Sono entrambi ridotti male e l'unica cosa che mi viene da dire è: "Vergognatevi" in lacrime, perché sono stufa che sia Sean che Antonio facciano cose del genere e, per giunta, a causa mia. Non lo sopporto.

"Mi avete sentito bene! La dovete smettere di fare queste cose. È una cosa che non riesco a sopportare!" concludo, sempre piangendo,  passando il telefono ad Anne, che ha una faccia schifata, poi saluta Kim e chiude la chiamata.

Le ore passano ed io sto sempre peggio, non fisicamente, ma mentalmente.

Chiudo gli occhi e cerco di non pensare a quanto schifo possa fare la mia vita.

CHICAGO || #Wattys2016Where stories live. Discover now