Capitolo 4

1.8K 52 10
                                    

È una giornata molto nuvolosa e la voglia di alzarmi è pari a zero.

Anne mi scuote e mi dice di alzarmi.
Guardo il telefono e vedo l'ora

Sono terribilmente in ritardo!

Corro in bagno e mi do una sistemata.
Mi vesto e corro al piano di sotto, dove ad aspettarmi c'è Anne e sua sorella maggiore Abby.

Si offre di portarmi al lavoro e accetto immediatamente.

Arriviamo in caserma ed entro.

Mi prenderò un altro rimprovero da Platt, e mio preparo psicologicamente a tutto questo.

"Sei in ritardo. Cambiati e vieni subito qui!"

"Scusi Sergente." dico dispiaciuta e vado in spogliatoio.

Ad attendermi c'è Roman, anche lui in ritardo.

"Fatto baldoria, Val?" mi chiede Roman, ridendo.

"No! E te?" con un tono molto brusco.

"Sono stato al Molly's per festeggiare il compleanno di Severide"

"Sono arrabbiata! Non dire più in giro quello che succede durante il turno, ok?" dico, nera di rabbia.

"Ti sei svegliata male oggi? Calmati, altrimenti sarà un turno molto lungo e straziante" ribatte il mio partner,seccato.

Esco dallo spogliatoio, incrocio Dawson e lo affronto.

"Non chiamarmi Hops, chiaro?" in modo molto fastidioso. Al solo pensiero, mi faccio fastidio da sola.

"Scusami, non pensavo ti desse così fastidio." dice dispiaciuto.

Vado da Platt che mi dà la chiave della volante.

"Andate a questo indirizzo. L'Intelligence vuole che prendiate questa persona e la portatiate in centrale, per l'interrogatorio."

"Agli ordini, Sergente" dice il mio collega dietro di me.

Saliamo nella volate e mi scuso con Roman.

"Scusa Sean per come ti ho trattato prima, non è giornata"

"Non ti preoccupare, Val. Come mai, se posso chiedere?"

"Non mi va di parlarne. Chi è il ragazzo di cui avete festeggiato il compleanno?"

"Severeide? È il tenente della Squadra, nella stessa caserma della sorella di Dawson."

"Siete molto legati, voi e i pompieri"

"Certo. Siamo come una grande famiglia. Stasera vieni al Molly's così te li presento"

Non so che rispondere. Mia mamma non me lo permetterebbe mai. Ieri non l'ho telefonata quando sono arrivata da Anne e si è infuriata. Mi ha scritto dicendomi che non sarei uscita di casa per i prossimi due mesi.

"Sono in punizione" dico, sentendomi un pochino in imbarazzo.

"In punizione?" chiede Roman.

"Sì, c'è qualcosa di strano?"

"Certo che no. È che sono sorpreso. Convincerò io i tuoi."

Certo. Perché i miei ascolteranno le suppliche di uno che nemmeno conoscono.

"Fidati, non è il caso" rispondo, sperando che si rassegni.

Siamo arrivati davanti ad una casa abbastanza malconcia, ridotta davvero male.

Suoniamo il campanello, ma la persona all'interno inizia a spararci addosso.

Io mi nascondo dietro un albero per ripararmi, mentre il mio collega fa irruzione nell'abitazione.

CHICAGO || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora