Capitolo 6

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Ora sono sdraiata su un lettino di ospedale.

Ho sempre odiato l'odore di ospedale! Mi fa stare male ogni volta che ci metto piede.

È preticamente passato un giorno da quando mi hanno quasi violentata.
Ho avuto gli incubi stanotte. Vedevo la sua faccia ogni volta che chiudeva gli occhi. Era uno spettacolo agghiacciante.

Apro gli occhi e mi meraviglio della persona che è sulla poltrona a dormire come un ghiro: Trudi Platt.

Sono stupita. Pensavo mi odiasse a morte.
Mi sento quasi una privilegiata in questo; non penso che tutti i superiori abbiano questo trattamento per tutti gli agenti di pattuglia.

Entra una dottoressa nella mia stanza: è di media statura,  minuta e bruna. Ha un sorriso contagioso, così tanto che mi fa sorridere anche a me.

Non appena la Dottoressa Natalie Manning entra nella stanza, Platt si sveglia e mi guarda preoccupata.

"Come stai Agente?" mi chiede la Sergente con uno sguardo che hi visto fare solo a mia madre.

"Meglio di ieri. È rimasta qua per tutta la notte?" le domando sorpresa.

"Sono qui da quando ho finito il turno, verso le 23. Prima c'era u  ragazzo biondo vestito come se dovesse andare ad un gala. Si chiama Jeremy" mi dice il mio Capo.

COSA?!? Jeremy è stato qui così tanto tempo? Se ne avessi avuta l'occasione lo avrei cacciato via. Era l'ultima persona che avrei voluto vicino a me.

"Ora devo andare. Ho una Caserma da portare avanti" mi dice, sorridendomi.

"Grazie mille, Sergente. Mi ha fatto molto piacere che lei sia rimasta qui con me" rispondo.

"Ah! Ti hanno portato dei fiori" mi dice Platt.

Mi giro e vedo un bel mazzo di fiori colorati nel comodino vicino al letto.
Sono bellissimi.

Chi me li avrà mandati?

Prendo il bigliettino e leggo.

'Rimettiti presto.

Con affetto

Anne, Kim e Sean.'

Sono stati davvero gentilissimi.

La Platt esce dalla stanza ed entra mia madre con un dottore tra i cinquanta e i cinquantacinque anni e abbastanza robusto.

"Buongiorno, tesoro. Lui è il dottor Charles. Ti deve fare qualche domanda. Io sono qua fuori, se hai bisogno." mi dice mia mamma, presentandomi il dottore.

Fantastico. Ci mancava solo lo strizzacervelli!

"Salve, Valerie. Come si sente oggi?" mi domanda il dottor Charles, con tono molto gentile.

"Sto meglio, ma degli incubi" rispondo, sincera.

"Che genere di incubi?" chiede.

Certo. È la tipica domanda che fa uno psichiatra se dici degli incubi.

"Non ne voglio parlare. Ho paura" rispondo, tremando.

Inizio a piangere a dirotto e, in meno di due secondi, mia mamma è nella stanza, accanto a me che mi consola.

"Non si preoccupi. Non è costretta a parlarne. Non appena sarà pronta, me lo faccia sapere e io la ascolterò" mi dice, rassicurandomi.

Esce dalla stanza ed entra mio fratello Jackson e mio padre, mi fanno la solita domanda e rispondo come sempre, meglio di ieri.

Il mio telefono squilla e rispondo.

"Come stai, Val?" È la voce di Jeremy e mi sembra preoccupato.

CHICAGO || #Wattys2016Where stories live. Discover now