Capitolo 3: Interruzione

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Mi risveglio all'alba nel mio letto, un po' dolorante, ma non vedo tracce di sangue né sul pavimento, né sulla veste, né sul lenzuolo. Mi massaggio la spalla, fa meno male della prima volta. Provo ad alzarmi in piedi, ma mi sento mancare la forza alle gambe e cado a terra. Mi gira la testa e non riesco a rialzarmi. Sento qualcuno salire le scale di corsa e spalancare la porta della mia stanza. È Clara.

<<Signorina?! State bene?? Cos'è successo??>>

Mi copro le spalle e provo ad alzarmi appoggiandomi al letto, lei mi dà una mano e mi fissa preoccupata.

<<Stai tranquilla...va tutto bene. Mi gira solo un po' la testa>>

<<Siete pallida. Siete sicura? Devo mandare a chiamare il dottore?>>

<<Il dottore? No. Davvero, non serve. Ho solo bisogno di mangiare qualcosa>>

<<Volete che vi porti la colazione?>>

<<Si, grazie. E metti un po' più di zucchero, per favore>>

Annuisce e torna al piano di sotto. Mi appoggio al muro provando a tranquillizzarmi, ma la testa non vuole smettere di girare. Qualche minuto dopo la serva entra con un vassoio con la mia tazza di tè e qualche pastina alla frutta e lo appoggia sul comodino vicino al letto. Quel giorno resto tutto il tempo lì a leggere o disegnare. Non mi va di muovermi. Arrivata la sera, non sentendomi di scendere, decido di rimanere nella mia stanza e di dormire, o almeno provarci. Quando riesco ad addormentarmi, vengo svegliata da qualcuno che si siede sul mio letto. Faccio finta di dormire pensando che sia mio padre, ma la sua voce mi fa capire che mi sbaglio.

<<Mi dispiace...sono stato avido ieri sera...>>

Apro gli occhi piano piano e lo vedo quasi abbattuto. In qualche modo, deve avermi vista spossata durante il giorno. Mi metto a sedere lentamente e gli tocco la mano appoggiata vicino alla mia.

<<Non vi dovete scusare, sono io che vi devo ringraziare di essere ancora viva, piuttosto>>

Gli sorrido e lui mi guarda ad occhi spalancati. Poi, vedendo la mia mano sulla sua, la prende e vi posa un bacio sul dorso.

<<Niah...avete le mani fredde...>>

<<Vero...le ho sempre avute così, non ne so il motivo. Le vostre mi sembrano calde a confronto>>

Un sorriso malinconico sul suo viso.

<<Magari lo fossero davvero...potrei scaldare le vostre>>

Non capisco la ragione di queste sue affermazioni, ma ogni volta le mie guance prendono quasi fuoco. E lui se ne rende conto, perché ogni volta sorride. Non sono abituata a tutte queste carinerie, non sono abituata ad avere un ragazzo intorno, ad avere qualcuno che pensa a me al di fuori di Clara, a cui sono stata affidata, e di mio padre, per quelle volte che si ricorda di avere una figlia. Sono sempre tesa quando c'è lui, perché oltre ad essere un uomo che non conosco da molto, è anche un vampiro. Anche se mi fido di lui, e non dovrei, non so mai cosa gli passi per la mente. Ha uno sguardo dolce, ma dentro di sé potrebbe pensare a chissà quali torture.

<<Ho notato che avete spesso il quaderno in mano...cosa fate?>>

<<Calligrafia...e qualche disegno>>

<<Disegnate?>>

<<S-si, qualcosina, ma non è niente di che...>>

<<Posso vedere?>>

<<Beh->>

Mi zittisco quando sento lo scricchiolio delle scale. Rimaniamo immobili, ma dopo una pausa, i passi si allontanano.

Anche se sarà doloroso, io vivrò per te (IN REVISIONE)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant