Capitolo 1: Primo incontro

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È ormai buio da un po', torno nella mia stanza dopo cena, dopo il mio solito bagno e mi metto la vestaglia per la notte. Sto per infilarmi sotto il lenzuolo, quando sento le finestre aprirsi di colpo e una folata di vento mi investe. Ero sicura di averle chiuse bene quella sera, prima di cena. Mi avvicino, sposto le tende e chiudo le ante. Sono alte fino al soffitto con una seduta nel mezzo e portano ad un piccolo balconcino che si affaccia sulla strada davanti casa. Mi rigiro verso il letto, ma vedo un'ombra passare a pochi centimetri dal mio viso. Poi quell'ombra si ferma dietro di me. Mi appoggia le mani sulle spalle provocandomi un brivido di freddo, paralizzandomi. Avvicina il suo viso al mio orecchio e mi sussurra.

<<State tranquilla...non ricorderete nulla di tutto questo...>>

Perdo i sensi.

La mattina mi sveglio sdraiata sul mio letto e coperta dal lenzuolo. È piena estate, ma la sera la temperatura cala abbastanza. Mi alzo, premendo una mano premuta sulla tempia per dei giramenti di testa. Poi sento uno strano pizzicore doloroso sulla spalla. Vado allo specchio e vedo due punti rossi.

<<...cosa sono questi?>>

Non sembrano punture di zanzara, forse qualche altro insetto. Qualcosa sulla scrivania attrae la mia attenzione e vedo una rosa rossa. Mi avvicino, la prendo tra le dita e la osservo.

<<Cosa...e questa da dove arriva...?>>

Mi avvicino e noto un foglietto con un'elegante scritta in inchiostro nero: "Spero non diano troppo fastidio. R". Chi è? Che si riferisca ai puntini sulla spalla? E come fa a saperlo?

Metto il bigliettino tra le ultime pagine del quaderno che uso per disegnare e scrivere, vado all'armadio e cerco un vestito da indossare quel giorno. Non mi piacciono i colori chiari, nel mio guardaroba ho tutti colori scuri: rosso, bordeaux, blu, nero, viola, verde scuro e così via. Ne trovo uno che copre le spalle, proprio quello che cercavo. È leggero e le maniche arrivano quasi al gomito. Mi guardo allo specchio: una ragazza alta e magra, dalla pelle piuttosto pallida, con gli occhi azzurri e un caschetto che arriva fin sotto il mento, senza frangia ma con un ciuffo che cade sul lato destro, rosso alla radice che sfuma al nero fino alle punte. Colore molto strano per essere naturale, ma è il mio ed è ciò che mi rende unica.

Fuori è nuvoloso, apro le finestre e lascio entrare l'aria fresca del mattino. Esco dalla mia camera e vado in cucina a fare colazione. Come di consueto, mi preparo una tazza di tè tiepido con qualche goccia di limone e un cucchiaino di zucchero accompagnato da qualche pasticcino o biscotto. Visto che non c'è il sole, decido di fare una passeggiata per le vie del paese e mi imbatto nel solito mercato, dopo aver detto alla donna che lavora in casa di non dire niente. Passo tra le bancarelle dando un'occhiata qui e là e mi fermo al banco di gioielleria, ammiro le collane, i bracciali e gli orecchini, pur sapendo di non avere denaro con me per prendere qualcosa. I miei occhi si posano su una fine catenina in argento con un ciondolo di rubino a forma di rosa. È stupenda.

<<Buongiorno signorina, bella giornata oggi, eh?>>

La proprietaria del banchetto attira la mia attenzione.

<<Vedo che le interessa il ciondolo con la rosa. È molto bello>>

<<Si, molto>>

Lo dico con un sorriso incerto.

<<Provatelo, sono sicura che vi stia benissimo>>.

Sono combattuta, so di non potermelo permettere, ma lo provo, e l'argento freddo si appoggia sul mio petto.

<<Ne ero sicura, sembra fatta proprio per voi. Potrei farvi un prezzo speciale>>

<<Prezzo speciale? M-mi dispiace, ma non ho denaro con me>>

Anche se sarà doloroso, io vivrò per te (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now