Mattia soffocò una risata e si fece spazio dentro al Club. Alcune ragazze accanto a lui iniziarono a sillabare e mimare frasi in codice come "Eccolo" o "È arrivato", scaturendo il disappunto di Anita, che roteava gli occhi al cielo ogni tre per due.

«Ehi, bomber», lo salutò un altro ragazzo con una grossa scatola in mano. «Ti stavamo aspettando. Signorina De Longhi...» Finse una riverenza ad Anita, che sbuffò spazientita e si voltò verso Mattia.

«Vado a cercare Penelope e Carolina», lo informò. «Ci vediamo nella sala dei trofei. Sempre che la folla non mi si mangi viva.»

Mattia l'ascoltò a mala pena e tornò a parlare con Riccardo, uno dei suoi compagni di squadra e di università. «Che aria tira?» domandò, cominciando a perlustrare l'area intorno a sé.

Riccardo poggiò il braccio attorno alle spalle di Mattia. «Pablo e Roberto si sono superati. Hanno capito finalmente che dovevano distribuire gli inviti solo alle ragazze.»

Mattia rise e infilò le chiavi dell'auto nella scatola che teneva in mano l'amico. «Te le affido. Ma mi raccomando: niente stronzate con la mia macchina.»

«Tranquillo, amico. Con me sono in una botte di ferro», cantilenò annoiato. Poi spostò lo sguardo su due ragazze avanti a loro, immobili e sorridenti. Li stavano fissando, in attesa che finissero di parlare. Una di loro porse le sue chiavi a Riccardo, ma tenendo lo sguardo fisso su Mattia. L'altra faceva con la testa avanti e indietro tra uno e l'altro.

«Insomma... festa grandiosa, eh?» La ragazza con le chiavi in mano si schiarì la voce, cercando di farla sembrare più matura e sensuale. «E pensare che avevamo quasi deciso di non fermarci.»

Riccardo si passò una mano dietro ai capelli biondini, nascosti sotto al cappello della squadra. «È la vostra giornata fortunata, allora.» Ammiccò, dando il gomito sulle costole dell'amico, impassibile. «Ci conosciamo già?»

Le due ragazze si lanciarono uno sguardo di vittoria. «Sara e Michela. Siamo iscritte a Legge, ma partecipiamo alle vostre feste dall'inizio dell'anno.»

«Wow, abbiamo proprio bisogno di nuove sostenitrici... ben dotate, sulle nostre tribune.» Riccardo sorrise beffardo e fissò lo sguardo sulla scollatura di Michela, appositamente messa in evidenza.

Sara invece si avvicinò ammaliante a Mattia e gli toccò il braccio. «Tutto solo stasera?»

Il ragazzo si armò di pazienza e sorrise di rimando. «Ogni tanto godo dei piaceri della libertà.»

«Be', se vuoi posso farti compagnia.» Si arricciò un boccolo moro intorno all'indice e accorciò le distanze con il volto di Mattia, che continuò a rimanere indifferente. «Che ne dici di uscire all'aperto a prendere una boccata d'aria?»

«E lasci la tua amichetta da sola?» La prese in giro Mattia, abbozzando un sorriso di scherno. Adorava prendersi gioco delle tipe così. Non avevano niente da offrire, a parte l'ovvietà.

Sara sembrò non demordere. «Credo di potermi fidare del tuo compagno.» Indicò Riccardo, che stava flirtando spudoratamente con Michela.

Mattia scosse la testa, senza speranze. Quel ragazzo non riusciva a rifiutare le avances di nessun essere femminile dotato di due tette in bella vista. «Non dovresti.»

«Be', è un problema suo», insistette la mora. «Andiamo?»

«Precisamente dove vorresti andare con il mio ragazzo?» Abbaiò Anita, che s'intromise nella conversazione come una furia. Era scurissima in volto, e secondo Mattia presto le sarebbe uscito il fumo dalle orecchie.

Il volto di Sara cambiò mille colori nell'arco di due secondi, per poi impostarsi su un bianco cadaverico tendente al verde. «Io... da nessuna parte. Ecco, stavo giusto andando via», balbettò, indietreggiando e afferrando la compagna per la il braccio. «Andiamo, Michela.»

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