36. That side of me

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{Scrivete qui cosa ne pensate del nostro Harry con i capelli corti 💇🏻
A parer mio, ovviamente, resta bellissimo, ma in un primo momento nemmeno lo avevo riconosciuto!}

Le sue labbra si contrassero in una linea retta, mentre i gli occhi restavano fissi nei miei.
Non mi ero mai sentita così determinata in tutta la mia vita. Volevo una risposta.
Volevo capire cosa provava quando era con me, se per lui ero soltanto un gioco, uno scherzo, se mi voleva davvero.

Passò nervosamente le mani fra i capelli ricci, togliendo il cappello da chef e poggiandolo poco delicatamente sul bancone della cucina. Lo guardai perplessa, chiedendomi perché continuasse a sospirare e restare in completo silenzio.
Il suo sguardo serio non accennava a spostarsi dalle mie iridi azzurre, mentre giocavo nervosamente con le unghie, coperte di smalto.
Prese lentamente fiato, poggiandosi al marmo che rivestiva la cucina con entrambe le mani, ora ai lati del suo bacino.
Iniziò a parlare, dopo aver distolto lo sguardo dal mio.

"Cosa ti aspetti da me, Amber?" Mormorò Harry, spostando insistentemente il peso da un piede all'altro. Sembrava quasi.. Nervoso?
Incrociai le braccia al petto, scuotendo leggermente la testa per evitare che quel tanto odiato ciuffo di capelli biondi mi coprisse gli occhi.

"Ti aspetti che mi svegli ogni mattina e ti porti dei fiori, che ti regali cioccolatini o merdate varie a San Valentino, che ogni giorno mi svegli al tuo fianco con tante smancerie?" La sua voce fuoriuscì più amara del solito, lasciandomi con la bocca asciutta.

"Mi spiace." Continuò. "Io non posso fare tutto questo. Non ne sono capace. Se mi vuoi dovrai accettarmi così come sono. Credevo di essere stato abbastanza chiaro per quanto riguardava relazioni e storie." Si avvicinò a me, costringendomi contro il bancone, premuto fermamente sul mio fondochiena.
"Per l'ultima volta Amber, non fanno per me." Non gridò e non alzò la voce. Era tranquillo, pacato, parlava fluidamente, senza interruzioni.
Quello era l'Harry che odiavo di più.
Deglutii rumorosamente, restando in silenzio.
Non aveva tutti i torti, mi aveva effettivamente detto cosa pensava a riguardo ed io continuavo a pretendere qualcosa che, probabilmente, lui non sapeva gestire, qualcosa che non sarebbe mai arrivato.
Sospirai lentamente, spostando lo sguardo verso il basso.

"Io ti voglio, Amber. Non l'ho mai negato." Sussurrò, avvicinandosi lentamente alle mie labbra.

"Mi hai reso schiavo di.. Questo." Indicò prima sé stesso e subito dopo me, con un gesto rapido dell'indice. "Voglio solo che tu sia mia."
Un'amara occhiataccia partì dai miei occhi, dopo essersi colmati di stupore alle sue sorprendenti parole.
Scossi la testa in disapprovazione.

"Beh, io invece non posso fare questo, Harry." Stringevo saldamente le braccia, ancora incrociate sotto al seno per il nervoso.
Schiuse lentamente le labbra, scrutando la mia espressione accigliata.

"C-cosa?" La voce si incrinò leggermente, mentre lo allontanavo dal mio corpo, con le mani sul suo petto. Riuscii a liberarmi da quella trappola, lasciandolo probabilmente senza parole. Le sue iridi verdi sembravano quasi sbiadite, opache, meno luminose, mentre seguiva i miei movimenti cauti.

"Non posso farlo. Non posso fare tutto a modo tuo, mi dispiace. É una partita alla quale non ho intenzione di giocare." Poggiai di nuovo la schiena contro il bancone, per poi dare le spalle all'uomo dietro di me.
Un amaro sorriso si formò sulle mie labbra, ricordando quanto fossi rimasta sorpresa dalla sua scelta di invitarmi a cena. Sembrava tutto troppo bello perché potesse finire davvero bene, soprattutto se si aveva a che fare con uno come lui.
Non volevo che la serata finisse in un mucchio di cenere, che la speranza nutrita svanisse come se niente fosse. Ero convinta che Harry avesse davvero un lato dolce: lo aveva dimostrato in varie occasioni, ma semplicemente non era capace di controllarlo e preferiva esporre alla gente la sua unica faccia forte, una sola metà di sé stesso.

Styles' Kingdom|| Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora