23. Letter

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Harry's Pov
Frustrante. Era solo troppo, maledettamente frustrante pensare alla stessa persona per tutta la fottuta giornata.

Fra due giorni esatti sarebbe stato Natale, la sfilata, l'organizzazione e il contratto, tutto un insieme di impegni che non riuscivo a gestire.
Lei era diventata la mia distrazione, la mia dipendenza e una parte di tutti i miei sogni.
Lei era costante, permanente.
Pensavo di essere un ossessionato del cazzo, con la continua paura che potesse decidere di dare le dimissioni.
Continuai a scarabocchiare qualcosa sul mio blocchetto, per poi scagliare la penna contro il muro. Battei un pugno sulla scrivania nel vano tentativo di calmarmi.
Mi alzai dalla sedia, per puntare gli occhi sulla città, dietro il vetro della finestra.
Tutte quelle luci, quelle decorazioni, non coincidevano per niente col mio stato d'animo. Era un periodo felice per tutti, ma sicuramente non per me e questo mi procurava solo un tremendo fastidio.
Bramavo Amber, il desiderio di averla, ma allo stesso tempo non potevo. I sentimenti non facevano per me, l'amore non faceva per me. Niente di ciò che apparteneva al suo mondo era alla mia portata. Eppure un modo doveva esserci.

Alzai la cornetta del telefono, componendo il numero scritto sul blocchetto e aspettando che qualcuno mi degnasse di risposta.

"Pronto?" Chiese finalmente una voce maschile.

"Zayn. Hai tu i documenti da firmare?" Mi servivano quei fogli per poter concludere tutta quella messa in scena. Dopotutto perché avevo accettato la collaborazione? Per assicurarmi che avrei rivisto Amber.
Ormai il mio cervello era andato a fanculo.

"Si li ho io. Firmerai domenica alla sfilata, penso sia meglio." Francamente non me ne importava un emerito cazzo.

"Va bene." Provai a mostrare un minimo di finto interesse nella conversazione, fallendo miseramente.

"Ah, vorrei dirti anche un'altra cosa, Styles." Il suo tono aveva un accenno di minaccia. Non che la cosa mi preoccupasse, ma ero proprio curioso di sapere cosa avesse da dirmi.

"Ti ascolto." Risposi, ricominciando a scarabocchiare qualcosa di insensato sui fogli vuoti davanti a me. Un passatempo poco allettante.

"Amber starà con me durante la festa." La mia mano si fermò, lasciando cadere la penna sul foglio. Avrei dovuto presentarla a quei delinquenti della Global Union, almeno per evitare che mi facessero saltare in aria l'azienda.
Zayn non poteva sconvolgere tutti i miei piani come se nulla fosse.

"Perché?" Chiesi soltanto.

"Forse perché qualcuno é già andato a spargere in giro la voce che voi due state insieme. Mia sorella non é un gioco." Era geloso?

"Chi, io?" Scoppiai in una fragorosa e sonora risata, prima di ricominciare a parlare. "Ascoltami bene Malik. Sai che genere di persona sono, dopotutto tu sei come me. Cosa pensi che me ne faccia di tua sorella?"
Lo provocai. Volevo decifrare la sua reazione. Eppure mi sembrava che sotto ci fosse qualcosa di più di una semplice gelosia.

"Non parlare mai più così di lei." Ringhiò. "E leggi un po' il giornale di oggi." Detto questo, riattaccò, senza neanche darmi il tempo di rispondere.

Uscii dal mio ufficio e presi uno dei tanti giornali ammassati sui tavolini della pausa caffè.
In prima pagina, io e Amber. Era una foto scattata a New York. Non ricordavo dove ci trovavamo in quel momento, molto probabilmente davanti ad uno di quei monumenti che mi aveva supplicato di andare a vedere.
Iniziai a leggere alcune delle righe sotto all'immagine e il solo provare a pensare che tutto ciò fosse vero, mi faceva uno strano effetto.
Non mi accorsi nemmeno di star sorridendo.
La campanella della pausa suonò, così misi il giornale di nuovo al suo posto, tornandomene verso il mio ufficio.
Presi il cellulare fra le mani e scrissi.

Styles' Kingdom|| Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora