17. The calendar

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Ero appena tornata dall'università e Aisha si era gentilmente offerta di accompagnarmi fino agli uffici Styles in auto.
Entrai silenziosamente, salutando qualche collega qua e là, per poi sgattaiolare verso il mio ufficio. Chiusi la porta alle mie spalle, cercando di rilassarmi e di ricominciare a lavorare come se niente fosse, ma le domande che frullavano nella mia testa erano ben altre.

Come si comporterà adesso Harry?
Prima l'ho baciato e dopo l'ho rifiutato, sarà arrabbiato?

Appesi il cappotto all'appendiabiti e mi sbrigai a prendere posto dietro alla mia scrivania, iniziando subito a ricevere telefonate a raffica.
I primi clienti erano interessati soltanto ad un appuntamento col signor Styles, mentre gli ultimi due avrebbero voluto che venissero scattate delle foto per una rivista di News.
Segnai tutto su dei post it, prestando molta attenzione agli orari e controllando che fossero in ordine.
Erano passati circa quaranta minuti di immensa tranquillità, durante la quale mi ero cimentata nella lettura del libro che avevo iniziato a leggere prima della partenza.
La paura del ghiaccio.
La lettura fu interrotta da una chiamata, o meglio, un messaggio vocale.
Cliccai il tasto dell'ascolto, aspettando che la registrazione partisse.

"Harry sono Liam. Ho trovato la linea occupata, ma dovevo assolutamente parlarti. Non so se sia il telefono giusto, ma pazienza.
Ieri mattina mi hanno telefonato dalla Global Union, mi hanno informato su ciò che è successo a New York e adesso, purtroppo, abbiamo un problema. Richiama appena puoi." Detto ciò, il messaggio terminò, lasciandomi col fiato sospeso.
Mi passai le mani sul viso, cercando di rilassarmi.
Quando la campanella della pausa mattutina suonò, mi alzai in fretta e furia per raggiungere la macchinetta delle bevande.
Arrivai in contemporanea ad un altro ragazzo, che gentilmente mi sorrise, spostandosi di lato.

"Prego." Mi dette la precedenza, facendo un cenno con la testa.
Sorrisi a mia volta.

"No, vada pure." Rifiutai, facendomi indietro.

"Prima le donne." Sorrisi arrendendomi e inserendo le mie due sterline nella macchinetta.
Presi una cioccolata calda e mi sedetti ad uno dei tavolini.
Molte delle impiegate mi guardavano, seguendo i miei movimenti con lo sguardo. Continuavo ad essere confusa. Non capivo cosa c'era che non andava in me: mi vestivo come loro e mi comportavo come loro.

"È libero?" Chiese lo stesso ragazzo di poco prima.
Annuii sorridente, accavallando le gambe.
Era un bel ragazzo: capelli biondo platino, occhi azzurri, alto e ben palestrato avrei osato dire.

"Beh, piacere di conoscerti, io sono Brad Smith." Mi porse una mano, che mi affrettai a stringere, lasciando il cucchiaino nella tazzina.

"Piacere, io sono-" Non mi fece finire la frase.

"Amber Malik, la segretaria personale del signor Styles." Lo guardai con aria sorpresa.

"Come mi conosci?" Chiesi, portando il bicchierino di plastica alla bocca.

"Numero uno, tutti conoscono tuo fratello, numero due, sei l'unica che qui dentro se ne sta sempre sulle sue, numero tre, beh, hai la fama di essere particolarmente carina, soprattutto nel reparto C, dove lavoro io." Piegai la testa di lato, udendo la sua ultima affermazione.

"Siamo tutti uomini lì." Spalancai gli occhi per poi esclamare: "Oh!" E scoppiare a ridere insieme a lui.

"E così tu non affiancherai tuo fratello nella sua azienda?" Chiese, sorseggiando il cappuccino.

Styles' Kingdom|| Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora