15. Wrong kisses

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Buongiorno a tutti! Che ci crediate o no, io mi sono appena svegliata. Tutto normale.
Passate a leggere lo spazio autrice alla fine del capitolo e buona lettura!💕
***
La seconda settimana trascorse molto velocemente, fra una giornata e l'altra passate a girare per New York e qualche notte in bianco passata a parlare, eccoci qua, la nostra ultima cena in questa bellissima città.
Harry aveva ricevuto una o due chiamate di scuse dai rappresentanti della Global Union, ma dopo quest'ultime non volle saperne più niente, nonostante gli avessi consigliato di portare a termine il progetto.

"Brindisi?" Chiese, alzando il suo bicchiere di vino, stranamente, bianco.
Presi anche io il mio, cercando di fare un piccolo sforzo e bere quelle due gocce di alcolico.
Annuii sorridente alla proposta.

"A questo bellissimo viaggio." Annunciai, per poi ingoiare il liquido giallastro.
In pochi secondi, mi resi conto di essere troppo stretta fra la calca di persone che riempivano la via del ristorante.
Mi ritrovai microfoni davanti, telecamere puntate ovunque, mentre Mark cercava di calmare la situazione. Abbassai lo sguardo, cercando di non mostrare troppo il mio volto e di non far notare il disagio evidente nella mia espressione.
Feci in modo che i capelli mi ricadessero da entrambi i lati e cercai di calmarmi.
Tutti continuavano ad urlare cose del tipo:
"Ma quello è il signor Styles?"
"Posso scattarle una foto?"
"Chi è lei? La sua ragazza?"
"Che gran bell'uomo!"
Harry cercava di alzarsi dal tavolo e di passare avanti a telecamere e microfoni, ma i paparazzi non si arrendevano.
Mi prese per un braccio, facendomi alzare e prendendomi saldamente per un fianco.
Mark intanto ci faceva strada fino alla macchina, mentre Harry mi guardava leggermente preoccupato.
Senza pensarci nascosi la testa nel suo cappotto nero, quando un flash mi passò davanti agli occhi.
Non era affatto una bella sensazione, a fatica riuscivo a camminare, a volte calpestando i piedi di qualche fotografo o giornalista.
Come sapevano che Harry era lì a New York?
E cosa volevano da me?
Continuarono a tempestarmi di domande, fino a quando, esausta, arrivai alla macchina quasi correndo. Mi infilai dentro ed alzai subito i finestrini oscurati, lo stesso fece Harry.

"Tutto bene?" Chiese il riccio, seduto vicino a me, mentre si passava le mani fra i capelli. Doveva essere un vizio.

"Si" Sospirai, tentando di riordinare le idee e di formulare una frase sensata. "Solo, non ci sono abituata." Risposi col fiatone.

"Non ti è mai successo con Zayn?" La sua espressione era esattamente quella di una persona molto sorpresa dalla situazione.
Scossi la testa.

"Le poche volte che uscivo con lui eravamo tempestati di bodyguard e nessuno riusciva mai ad avvicinarsi." Spiegai, cercando di essere il più riassuntiva possibile.
Harry si limitò ad annuire, mentre sostavamo davanti all'hotel per prendere le nostre valigie.
Appena entrati in camera, iniziai a sentire la mancanza di quel luogo, quel luogo dove Harry si era aperto con me, mi aveva raccontato qualcosa di lui, come aveva avuto l'azienda e come funzionava, per me era già tanto.
Circa due giorni prima del ritorno, infatti, mi disse che aveva ereditato l'azienda da sua madre. Era una ricca imprenditrice, che sapeva gestire bene il suo lavoro. Della famiglia non mi disse altro, ma si limitò a spiegarmi come funzionavano le sfilate.
Lui le finanziava e decideva come e dove si sarebbero tenute, mentre le modelle venivano scelte spesso da Liam, quel ragazzo semi-pelato che avevo incontrato nel suo ufficio.
Una volta ingaggiate era difficile che riuscissero ad andarsene prima di un anno, o come minimo 8 mesi.
Era strano, ma preferii non chiedere altro.

Una volta caricato le valigie in auto e aver raggiunto l'aeroporto, ebbi a malapena il tempo di scattare le ultime foto, prima di salire in aereo.
Era buio e questo rendeva l'atmosfera leggermente più soft.
Guardai Harry seduto al mio fianco, mentre fissava le stelle scorrergli davanti, fuori dal finestrino.
Ripensai ai giorni passati, al giorno in cui mi aveva "salvata" dal signor Lewis e quando mi aveva coperta dai paparazzi durante l'ultima cena [prendete, questo é il mio corpo e questo il mio sangue.] Ripensai al giorno in cui avevamo giocato a box e al ricatto.
Dopo poco si voltò a guardarmi, nonostante non vedessi molto, dato che avevano abbassato le luci. Mi passò la coperta, disponendola su tutto il mio corpo, dalle spalle in giù.
Piegai la testa di lato, verso di lui.

"Harry" Mi guardò dall'alto.

"Non c'è una possibilità che tu possa cambiare? Sai, di carattere." Chiesi, senza espressione nel volto, cercando di sembrare meno tesa di quanto non lo fossi in realtà.

Una risatina si fece spazio sulla sua bocca.
"Amber, le persone non possono cambiare, scelgono loro chi essere." Spiegò, abbassando leggermente la testa verso di me.
Annuii, guardandomi le unghie delle mani, senza sapere esattamente cosa dire. Dopotutto aveva ragione.
Nell'esatto momento in cui alzai la testa, un paio di labbra rosee e carnose mi si presentarono davanti agli occhi.
Senza pensarci troppo posai una mano sulla sua guancia e lo spinsi verso di me. Le nostre labbra coincidevano perfettamente, mentre cercavo di rielaborare la situazione. Sapeva di menta, menta dolce. Era stranamente bello sentirlo così vicino, ma ben presto mi resi conto dell'errore che stavo commettendo. Scossi la testa mentre mi staccavo da lui e mi ricomponevo sul sedile. Non avrei mai dovuto farlo, non dovevo essere così impulsiva.
Harry mi guardava sorpreso, senza dire una parola, io lo stesso. Me ne stavo in silenzio dall'imbarazzo.

"Oh, Amber, cosa hai fatto?" Si lamentò, mentre mi scopriva e mi montava sulle sue gambe con un gesto forte e deciso. Mi sistemai su di lui senza problemi, mentre attaccava di nuovo le sue labbra alle mie, stavolta chiedendo di più.
Non ero molto convinta, così, stanco di aspettare, mi morse il labbro inferiore, in modo che schiudessi le labbra.
La sua lingua si fece spazio nella mia bocca compiendo movimenti regolari anche con le labbra.
Le sue mani mi tenevano stretti i fianchi, mentre io continuavo a tenere le mie sulle sue guance.
Posai le mie mani sul suo petto, staccandomi dalle sue labbra, ma non dal suo corpo perfetto.

"Questo è sbagliato.." Sussurrai, con la fronte appiccicata alla sua, mentre ammiravo i lineamenti sottili del suo volto e delle sue labbra.
"Si, è sbagliato, ma ho una fottuta voglia di sbagliare." Rispose.
I suoi occhioni verdi mi guardavano desiderosi, come se non aspettassero altro che un terzo bacio.

S/A:
Lacrimuccia per questa scena commovente del capitolo.
***
Un minuto di silenzio.
***
Bene, passiamo al sodo.
Ho deciso di iniziare a revisionare la storia, cambiando magari qualche frase o correggendo eventuali errori di ortografia. Per questo volevo chiedervi, se leggendo, avete trovato qualcosa che non torna, oppure qualche parola scritta male, ecc ecc. di farmelo notare nei commenti o in chat privata.
Un bacio grande e alla prossima. Ale❤️

Styles' Kingdom|| Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora