6. Only job

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Il mio secondo giorno di lavoro stava procedendo per il meglio, non facevo altro che gironzolare per gli uffici, il che mi dava la possibilità di visitare parecchi posti che ovviamente non conoscevo.
Era un luogo così grande, ma allo stesso tempo così vuoto. Quei corridoi bianchi facevano venire il mal di testa e davano la terribile sensazione di camminare nel nulla  più totale. Continuai a camminare velocemente, mentre i miei passi erano scanditi dal rumore dei tacchi sul pavimento, fino a quando non mi fermai di fronte al suo ufficio.
Bussai alla porta del signor Styles ed un debole "avanti" si fece sentire quasi subito. Aprii piano il portone e notai che Harry non era da solo, ma davanti a lui sedeva un ragazzo abbastanza giovane, più o meno della sua età, forse un po' più grande.

"Oh, Amber, bene, stavo per chiamarti." Aggrottai le sopracciglia, in segno di domanda, dimenticando momentaneamente il motivo per cui ero lì.

"Lui è Liam Payne, organizza tutte le mie sfilate e i miei eventi." Spiegò, alzandosi dall'enorme sedia nera sulla quale era comodamente accasciato poco prima.
Lo sconosciuto, anche se ormai non più di tanto, mi porse la mano, che mi affrettai a stringere, cercando di sorridere il più possibile. Conoscere persone nuove e soprattutto quel tipo di persone, mi dava un certo nervosismo, mischiato all'imbarazzo, provocato dagli occhi di Harry su di me.
Mi stava squadrando da capo a piedi, mentre una sensazione di disagio si faceva strada nel mio stomaco. Il ragazzo di fronte a me era alto, apparentemente muscoloso ed indossava un completo più che formale, a differenza del signor Styles, che preferiva di gran lunga sbottonare camicia e cravatta.

"Piacere di conoscerla." Mormorai, scrutando i suoi due grandi occhi color nocciola. Rispetto ad Harry, sembrava tutta un'altra persona: cordiale, gentile e, in un certo senso, privo di misteri o segreti da nascondere.

"Piacere tutto mio, bellezza." Arrossii leggermente, ma cercai di non darlo troppo a vedere, mascherando il tutto con un altro sorriso.
Abbassai leggermente lo sguardo, che cadde esattamente sui fogli fra le mie mani. Ricordai il motivo per cui ero venuta, così, sorpassai a passo lento la figura alta di Liam, per avvicinarmi a Harry, che nel frattempo se ne stava nascosto dietro di noi, appoggiato alla scrivania.

"Ehm, signor Styles, ero venuta per chiederle di firmare questo modulo, è per il progetto di cui mi ha parlato." Gli porsi i fogli, che scrutò attentamente da cima a fondo, per poi aprire le labbra in un sorriso più che compiaciuto. Controllò la raccolta pagina per pagina, per poi chiuderla fra le mani.

"Quindi verrai a New York" Confermò quel che era scritto su quelle 4 pagine.
Annuii sorridendo.
Lasciò una firma veloce in fondo al primo foglio, per poi riconsegnarmi il tutto.
Ringraziai e, proprio mentre stavo per uscire dalla stanza, Harry mi richiamò.

"Amber." La sua voce, nell'arco di qualche minuto, era già cambiata. Non era la voce calda di poco prima, adesso era fredda, gelata, tagliente come un pezzo di vetro.

"Si?" Chiesi, con una leggera preoccupazione.

"Stasera ti accompagno io a casa." Sentenziò.
Sgranai gli occhi, non credendo che lo avesse davvero detto, senza chiedermelo. Aveva semplicemente deciso tutto da solo.

"N-non ce n'è biso-" Stavo per rifiutare la sua offerta, ma non volle sentire ragioni. Non mi sembrava una situazione troppo adeguata che il mio capo mi riportasse a casa, come se niente fosse.

"Non discutere, non mi crea nessun disturbo." Confermò con voce dura e autoritaria. Annuii lentamente per poi uscire dalla stanza, chiudendomi la porta alle spalle e poggiandomi contro quest'ultima, per qualche secondo.
Che strano. Mandai un messaggio a Robert per informarlo della notizia e tornai al lavoro. Non avevo intenzione di stare a pensarci tutto il giorno.
Mi presi i miei 5 minuti di pausa, fermandomi alla macchinetta per un caffè.
Sedetti ad uno dei tanti tavolini, cercando di scacciare l'imbarazzo nel vedere gli occhi di tutti puntati su di me. Molto probabilmente perché non mi avevano mai vista lì, ma era piuttosto imbarazzante.
Finii il caffè gettando il bicchiere in uno dei tanti cestini, per tornare nel mio ufficio a sbrigare le ultime mansioni.
***
Alle 21:00 in punto Harry si trovava nel mio ufficio e per poco non rischiai di svenire, quando, entrando, lo vidi appoggiato alla scrivania.
Riposi le ultime cose e presi il cappotto in assoluto silenzio, seguendolo fino all'ascensore.
Sentivo il suo sguardo bruciare su di me e in un certo senso ero quasi compiaciuta da quella situazione, ma allo stesso tempo l'imbarazzo cresceva a dismisura. Non ero abituata a tutte quelle occhiate da parte di un ragazzo. Fin da ragazzina non mi ero mai interessata troppo ad avere storielle d'amore con i miei compagni, non era niente che mi attraesse più di tanto.
Nascosi la testa nel collo alto del cappotto, cercando di coprire le guance che nel frattempo andavano a fuoco.
La presenza di Harry si fece man mano più vicina e, senza quasi accorgermene, mi ritrovai schiacciata alla parete metallica dell'ascensore.

Styles' Kingdom|| Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora