«Mi sono appena iscritta al campus. Avrei bisogno anche sui corsi che dovrò seguire e sui vari orari.»

La segretaria allora alzò lo sguardo, percettibilmente più interessata. «Un trasferimento a metà anno? Curioso. Bene, vediamo un po'... nome, cognome e matricola?»

«Savini Nadia.»

«Sì, eccoti. Iscritta al primo anno di Lettere Moderne e Giornalismo. Stanza del dormitorio 124, palazzina B. Entrata con una borsa di studio. Erro?» chiese, leggendo la scheda utente che era comparsa sull'interfaccia del computer.

«No.»

«Grazie al cielo esistono i database di memoria. Altrimenti sarebbe impossibile conoscervi tutti, uno a uno. Bene, Nadia.» La donna afferrò dalla libreria dietro di lei un contenitore di plastica e lo aprì, tirando fuori dei fogli. «Questo è il tuo libretto universitario: qui segnalerai tutta la tua carriera, dall'inizio fino alla fine. Presta attenzione a non perderlo, mi raccomando. Poi, ti assegno la chiave di riserva dell'appartamento e la tessera magnetica con cui potrai accedere alla mensa e alla biblioteca.»

Nadia prese la card e le varie scartoffie, e le infilò nella borsa. «Potrei chiederle un'altra cortesia?»

«Purché lo faccia entro cinque minuti. Dopodiché la segreteria chiuderà i battenti, per oggi», scherzò lei.

«Potrebbe stamparmi l'orario delle lezioni del secondo semestre? Sa, vorrei arrivare preparata e in orario, lunedì.»

La donna annuì e si mise di nuovo a trafficare al computer. Dalla stampante fuoriuscì un foglio, a colori, che porse alla ragazza. «Ecco qui. Le lezioni sono divise per orario, canale e giorno. Ogni corso è contraddistinto da un colore diverso, per evitare errori.»

«Oh, grazie. È perfetto.» Nadia rimase stupita di fronte a tanta prontezza e professionalità. Si alzò dalla sedia entusiasta e salutò la dipendente, ringraziandola per la gentilezza.

«Le auguro una buona permanenza alla L.U.S.I, signorina Savini.»

***

«Questo chiosco fa dei panini strepitosi!» Esclamò Ada, tra un morso e l'altro del suo hamburger. Con Nadia avevano deciso di fermarsi a cena in una panineria all'angolo del campus, l'unica aperta anche durante le sere del fine settimana. Dalla gente che occupava i tavoli, doveva essere uno dei posti più frequentati dai ragazzi dell'università.

Nadia sorseggiò un po' di Coca Cola dal bicchiere di vetro e si guardò intorno, studiando l'ambiente. Nessuno si era accorto di loro, né le aveva inquadrate come "quelle nuove", come invece era successo nel suo vecchio liceo. Erano semplicemente due studentesse, come tutte le altre. E questo non poteva che essere un fattore positivo. «Anche il locale è carino», annuì, «e le persone sembrano più... disponibili

«Se in passato hai avuto delle brutte esperienze con gli studenti del tuo ex liceo, non vuol dire che qui accadrà lo stesso», la rassicurò Ada. «Sono passati due anni, Nadia. Il tempo è passato anche per loro.»

«In qualsiasi caso, se dovessi vederli qui, li eviterei. Cresciuti o no, con me hanno chiuso.»

Ada addentò l'ultimo pezzo del panino. «Io direi di pensare positivo. Potrebbe essere che frequentino un'altra università, o che non siano nemmeno più a Roma, addirittura.»

Nadia ci rifletté su, poco convinta. «Magari. Ma ho la sensazione che da un giorno all'altro mi ricompaiano di fronte agli occhi tutti», le rivelò, accennando un velo di preoccupazione nella voce. Effettivamente, da quando era arrivata al campus, aveva sentito un peso gravare su di lei. Come se ci fosse qualcuno a osservarla. Ma poi si era convinta che fosse solo frutto della sua immaginazione, e che il nervosismo facesse brutti scherzi. Anche se erano arrivate da un solo giorno, dei vecchi compagni del Machiavelli non ce n'era nemmeno l'ombra. Grazie a Dio.

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