Viaggio - Capitolo 38-

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Oggi c'è il Sole.

Che ridicolo destino, ho trascorso 5 mesi in questa città e solo oggi mi pare di viverla veramente.

Il taxi richiama la mia presenza, parcheggiato in strada. Riguardo la villetta per potermela ricordare. Chiudo gli occhi e cerco d'imprimerla nella mia testa, con la speranza che un giorno quest'immagine non se ne vada diventando un flebile ricordo di una vita che è stata, per qualche mese, profondamente felice. Deglutisco e chiudo l'ultima valigia in ecopelle marrone che ho acquistato qui a Londra. Ero partita così di corsa d'arrivare solo in tempo per poter salire sull'aereo.

Sorrido se ripenso alla fatica di quella decisione. Seguirlo oppure no? Questo cruccio mi ha tampinato i pensieri per ore infinite. Ed anche lì ho optato per la coppia, perché in fondo non ho mai creduto che la nostra storia potesse finire. Certo, l'orlo del disastro aleggiava sempre sopra di noi, ma la separazione, non è mai rientrata nei miei piani.

L'altro giorno ho chiamato Mamma, felice mi ha chiesto come stesse procedendo il matrimonio. Ho fatto un lungo respiro ricacciando le lacrime giù in gola e tutta la verità mi è uscita. Potevo parlarne solo con lei e solo con mia madre sarei potuta essere sincera. Le ho raccontato della serata di gala e di tutta la campagna pubblicitaria che avrei dovuto affrontare, finchè con mia sorpresa non mi sono resa conto che da parte a Riccardo c'era la modella che effettivamente doveva esserci. Ho continuato con il prosequio della nottata, con il ballo, i miei errori con Cristos, il distacco di Marni e del tradimento, del mio giaciglio momentaneo in quella casa d'accoglienza e del discorso di Lui in macchina. Alla fine, la sua ultima domanda è stata: " Sei sicura che debba terminare così il tuo matrimonio?" ho stretto i pugni e le ho risposto che mai avrei voluto ma non sono capace di tollerare quel bacio, e soprattutto, nel remoto caso in cui cambiassi idea, la decisione di scrivere fine è stata anche di mio marito. Lui ha ammesso di non essere in grado d'amare, che il suo lato meschino uscirà sempre. Consensualmente ci siamo detti addio. Mia madre mi ha ascoltata e rincuorata per molto tempo. La sua domanda era lecita, certo che non ho mai voluto che terminasse in questo orribile modo ma le mie alternative non si sono palesate semplicemente perché non c'erano. Ho poi parlato con papà, il mio punto debole. Mi ha soltanto detto di tornare a casa, che il mio posto era li con loro. Ho accettato immediatamente, ho bisogno di tranquillità e sono certa che la mia campagna toscana potrà regalarmela. I campi in fiore ad Aprile, le peonie che colorano i giardini, i profumi di betulle che soffiano nel vento. Mi manca tutto questo. I miei pensieri, pieni della voce di mio padre, hanno dato speranza dove non ce ne era più. Mi ha ricordato che la mia famiglia era il posto dove avrei ritrovato me stessa, che casa era dove ci si sentiva bene. Ho sorriso e non lo facevo da giorni, quelle parole mi davano luce e possibilità. Lì, nella mia Firenza, nella mia terra, avrei cresciuto il piccolo che ora vive nel mio ventre. Ma il momento di dirlo ai miei genitori non era ancora arrivato. Il segreto che celo dentro di me, deve rimanere ancora nascosto. Non sono pronta ad ammettere la mia gravidanza.

Ho poi chiesto a papà se lo avessi deluso , se si aspettava altro da me. Avevo il cuore in gola. Mi ha soltanto detto che ero la sua bimba, che mai avrei potuto fare una cosa simile. L'ho ringraziato controllando le mie emozioni. Niente lacrime, solo tanta stima per due genitori che mi hanno sempre amata. Ho chiuso la chiamata con la promessa che ci rivedremo a breve e con i dettagli del mio ritorno . Sanno che il volo sarà oggi e che accompagnerò Claudio a Roma per poi prendere un treno verso Firenze, lì , in stazione, ci sarà mio fratello ad attendermi.

Chiudo tutte le valige aprendo al taxista che, con un piccolo sorriso, si fa carico di questi pesi.

Riguardo per l'ultima volta il nido d'amore che è rimasto tale per cosi poco tempo prima di andarmene per sempre.

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