Non lasciarmi Mai - Capitolo 22

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Immortale.

Tutti, o la maggior parte, desiderano essere ricordati.

Sia per le imprese che abbiamo fatto, ma anche per l'amore che abbiamo trasmesso, nel nome del quale ci siamo affranti e consumati, sperando che qualche sconosciuto lo accettasse per poterlo poi espandere, ritramutarlo in sentimento e diffonderlo.

Chi non desidera l'eternità?

Non un'infinito fine a stesso, ma qualcosa che ci rassomigli, che ci tenga stretto nei bordi, coccolati e sospirati, dentro ad una bolla che mai si consumerà, che mai il vento spingerà al di la delle nubi.

Ed io vorrei solo il mio per sempre con Lui al fianco.

Sorride stringendomi la mano al di sotto del tavolo imbandito da prelibatezze. L'aria è più formale rispetto a quella che avvolgeva la mia casa, la mia famiglia, ma, smussando gli angoli, anche i parenti di Riccardo hanno saputo creare la giusta atmosfera da ricongiunzione fraterna.

Sua madre intrattiene con vivacità e colore la discussione che padroneggia la tavolata. E' lontana dalla donna che mi ha accusata di essere un'arrampicatrice o una cacciatrice di dote, però non è nemmeno vicina alla semplice mamma che, con commozione, chiedeva perdono per le parole troppo velenose e aguzze, pronunciate solo qualche attimo prima. Quello di cui sono certa è che ora nulla m'importa. Sono felice con il loro figlio. Credo che basti, o lo spero almeno.

Scambio opinioni con i suoi fratelli, scomprendomi all'altezza dei discorsi di marcatura elevata. Compiaciuta mi spingo oltre, definendo i miei pensieri in materia di politica o di storia contemporanea. Sono rapita dalla semplicità con la quale riesco ad integrarmi quando la moglie del maggiore, elegante nei suoi quarantanni, si avvicina circospetta sgranando le curate ciglia : " Che bellissimo collier" nascosto sotto alla camicia di seta, il raffinato diamante blu attira comunque l'attenzione: " Grazie, è un regalo di Riccardo" il brusio delle voci in sottofondo si arresta: " E', diciamo, particolare. Direi raro" si morde le labbra carnose coperte da un rossetto rosato. Abbasso lo sguaro intimidita, perché so bene quanto gli sia costato, e sono certa che anche tutti i commensali di questo tavolo ne siano al corrente, frequentando comunque negozi di alto livello.

" L' ho pensato anch'io"sussurro con la gola che mi diventa in breve tempo secca: " Sofia non lo voleva ma ho insistito" la voce di Riccardo è pacata, mentre la sua mano stringe la mia, come a volermi tranquillizzare: " Una gemma su di un'altra gemma" esclama il minor dei fratelli Marni: " Ti ringrazio" arrossisco con Riccardo che dolcemente posa le sue labbra sulla mia guancia rosso fuoco: " La mia gemma".

" Grazie mille papà, grazie mamma. E' stata un'ottimo Santo Stefano" giungiamo al momento dei saluti con l'entusiasmo che regna sull'umore di suo padre, che, con il solito fare da buontempone, corredato dalla quantità di vino in circolo, abbraccia caldamente al figlio, avvicinandosi al suo orecchio : " Grazie a Voi per essere venuti. E' raro vederti in queste occasioni, ed ancora più inconsueto notare che hai portato la stessa donna per più di una volta" la frase è pronunciata cosi velocemente da rimane sospesa in aria. Probabilmente non era sua intenzione offendermi, ma il tono elevato ha fatto si che udissi anch'io: " Grazie ancora" Riccardo abbassa la testa continuando i saluti con la madre: " Ha detto solo la verità" mi volto notando che Greta, perfetta nella mise natalizia, si sta rivolgendo direttamente a me: " Ne sono certa" sussurro con dolcezza.

Le labbra di Marni sfiorano le guance rosate di sua madre: " Ci hai fatto un bellissimo regalo. Non pensavamo che alla fine ce l'avresti fatta a raggiungerci. Solitamente rimanevi per cosi poco tempo, in compagnia di ragazze sempre cosi diverse. Sono comunque felice, molto" sorride carica di energia positiva.

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