Riflessi - piccolo momento- Capitolo 37 bis

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Non ho mai controllato se sotto al mio letto esistesse realmente il mostro che la notte si insidiava tra i miei sogni.
Ho sempre cercato di combatterlo,  a modo mio, ripetendomi che i rumori e le angosce erano solo frutto della mia fantasia, nessun malvagio essere giaceva nel buio della mia camera, non era reale quello che sentivo.

Poi mi svegliavo dall'incubo e la casa, la camera e la trapunta dal profumo di lavanda, mi rassicuravano ricordandomi che ero al mio posto, in un'ambiente amato, lontana dal mostro che trovava riparo nella mia mente assopita.

Rimpiango quell'idilliaca sensazione perché qui il sogno buio rimane.

Sola, nel letto, rimango fissa sull'armadio di fronte a me. Sto aspettando che si apra e che poi qualcosa arrivi e mi porti via. Ho un dolore così forte nel corpo che riesco ad immaginarlo come concreto. E' qui ed è fermo, come una tuta attillata od una macchia che potrei estirpare se impiegassi tutte le mie forze. Ma il punto è che non mi è rimasta energia.

Ah sì, energia, la base per il Caravaggio che enunciava: " Quando non c'è energia  non c'è colore , non c'è forma, non c'è vita" ripeto la frase al vuoto che mi inghiotte. Di ciò che lui elencava a me non è rimasto niente.

Chi si ricorda il colore? In certi giorni della mia vita era così intenso da riuscire a creare strane sfumature. Ma se chiudo gli occhi, ogni tinta più calda, mi riporta solo nelle iridi di Riccardo. E la mia mente non dovrebbe più farlo, dato che oramai sono 10 giorni che non dorme più al mio fianco.
Dirsi addio è stato come morire. L'ultimo respiro svanì  quando neanche si degnò  di presentarsi per prendere i suoi vestiti. Mi aveva detto che avrebbe mandato qualcuno ma la freddezza di questo gesto non ha avuto eguali. La nostra storia in 3 valige con una lettera dove mi veniva consigliato di rivolgermi ad un avvocato ed i pugnali nel mio ventre. Non ho risposto, non ho nemmeno cercato uno studio legale, sono tornata nel letto ed ho accarezzato la mia pancia. Alla fine avevamo deciso in quella macchina che sarebbe stata l'ultima volta che ci saremmo visti. Nessuno lo ha detto ma tutto urlava questo. In silenzio sul materasso ho aspettato che l'addetto se ne andasse con tutti i ricordi di Marni, per poi estrarre il test che avevo comprato il giorno prima. Pensavo in che modo fosse stato possibile ottenere una gravidanza dato che la pillola doveva essere infallibile. Ho controllato il blister del mese , prima di effettuare il test, ma i giorni erano interamente coperti. Con un dubbio ho estratto quello di Marzo e la sorpresa era lì ad attendermi. Avevo saltato un giorno e tutto ora tornava con un puzzle.
Ho atteso tre minuti lunghissimi finché il risultato non mi ha fatta sorridere, anche se non c'era nessuno accanto a me che mi abbracciasse ripetendomi che saremmo stati una famiglia, che ci saremmo amati per sempre.

Incinta di Marni e lui mi ha lasciata. Che splendido finale. Ma se glielo avessi detto quella sera cosa sarebbe cambiato?
Saremmo rimasti insieme ma non c'era più nulla che ci legava. Non l'ho perdonato per il tradimento, e non lo avrei nemmeno fatto se mi avesse scongiurata. Ho compreso tutte le sue motivazioni ma Riccardo è ingenuo e troppo immaturo. Non dimostra 28 anni, non sa nemmeno cosa sia la responsabilità quando oramai da un decennio dovrebbe averla compresa.

Un figlio è qualcosa di unico, un miracolo così raro e prezioso che deve essere custodito. Sono certa che un giorno chiamerò Marni e gli dirò cosa è nato dal nostro amore, ma ora la mia mente è confusa per poterlo fare. Non riuscirei a ragionare e Lui non farebbe altrettanto. È una decisione importante ma sono certa che ora tocchi a me la scelta.

Sospiro e mi sdraio sul lato, cingendomi lo stomaco. Domani l'aereo parte presto ed ho promesso a Claudio che sarei passata a prenderlo con un taxi. Il doverlo accompagnare a casa non poteva arrivare in un momento più consono, ho scritto anche una lettera da far recapitare al centro sportivo di Riccardo dato che non so dove passi le notti. Ho messo giù qualche riga dove comunicavo che sarei partita per tornare a casa,  dove i miei genitori già mi aspettavano, dato che li avevo contattati qualche giorno prima. Ho scritto che la villetta londinese sarebbe dunque rimasta vuota indicando anche il luogo dove avrei lasciato la chiave. Nessun segno di rimorso o qualsiasi forma affettiva, l'ho firmata ed imbucata stamane. Pura e semplice cortesia.

Due giorni fa ha pure giocato una partita contro il Liverpool. La tentazione di guardarlo era presente. Potevo ritornare nei suoi lineamenti solo accendendo il televisore. Ho fissato lo schermo nero per almeno mezz'ora prima d'afferrare il telecomando ma anche lì, ferma con il dito già sul pulsante, la decisone di premerlo non è arrivata. Cosa mi avrebbe causato rivederlo? Quale effimera gioia si sarebbe solo anticipata al dolore? Piena di rabbia l'ho scagliato lontano da me, rimproverandomi che non dovevo cadere in queste tentazioni. Ho portato la testa sulle gambe ripensando a tutta la nostra storia ed a tutti i momenti di tensione che ci hanno accompagnati. Poi, come un lampo, mi è tornata nella mente un'altra immagine di Lui con lacrime agli occhi. Era la sera del pugno di Fabio, quando io e Riccardo abbiamo fatto l'amore nella nostra campagna. Ho stretto i denti e con un calcio ho rotto un bicchiere.

Basta tornare da Lui con i ricordi. Dovevo e devo darci un taglio. Non gli devo niente ed anche se il mio cuore grida di amarlo ancora alla follia, desidero rimanere dalla parte della ragione per almeno una volta.

Con le palpebre serrate immagino ancora il quadro dipinto sito nella Galleria, dove il pover'uomo indicava la mente ed il cuore, con l' inevitabile destino se si sarebbe avverato optando per la seconda scelta. Già sapevo la fine ma non ho dato retta a ciò che mi veniva mostrato dagli occhi.
Rannicchiata sul mio corpo cerco la pace dei miei pensieri con il riposo che spinge per addolcirmi i tormenti.
Espiro e piango qualche lacrima, ma lo faccio in silenzio, perché ora qui siamo in due, e la mamma è forte piccolino, la mamma lo sarà per sempre.

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