Capitolo 7

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È tutto il pomeriggio che provo a fare matematica, ma niente non mi vengono questi maledetti esercizi e alla fine ci rinuncio. Ho altro per la testa e decido di andare a trovare i ragazzi a casa ma mentre esco mando un sms a Martina per dirle se gli va di uscire
"Mi dispiace ma devo uscire con un chico"
Questa sua mania di parlare metà italiano e metà spagnolo
"Scuse accettate" mentre sono vicino casa dei ragazzi, e qua vedo una ragazza seduta sulle scale, la sorpasso e vado a suonare il citofono ma non serve perché li vedo scendere.
La cosa che mi fa spezzare di più il mio povero cuore è vedere Federico andare dalla ragazza e circondarle i fianchi ,‹andiamo piccola?› domanda
Quel piccola è la coltellata finale che riceve il mio cuore.
‹Siamo rimasti solo noi che cosa vogliamo?› domanda Benji
‹Andiamo a fare un giro anche noi› dico prendendolo sotto braccio e andiamo dalla parte opposta. Anche se purtroppo non serve a niente perché qualunque strada tu prendi alla fine ti trovi al punto di partenza. Ossia alla piazza centrale. E mi fa male vedere Federico camminare mano nella mano con un'altra ragazza. Era maledettamente patetico perché sa benissimo che noi stiamo dietro di loro e non perde occasione per stringerla a sé, ci manca solo che la baciasse. Come se a me interessasse quello che fa della sua vita sentimentale. Per non vederli trascino Benji al primo bar che vedo. ‹Perché siamo qua?› domanda
‹Tu che fai in un bar? Poi ho fame›
Guarda l'orologio, ‹alle sei meno quarto?›
Alzo le spalle, ‹ho studiato tutto il pomeriggio devo mettere dello zucchero nel corpo› dico e ordino un pezzo di torta al cioccolato e panna con un succo all'arancia mentre Ben ordine un budino al cioccolato.
Passiamo un bel pomeriggio a parlare di me e di lui, e noto con grande felicità che abbiamo molte cose in comune.
‹Aspetta ti sei sporcata› dice Ben afferrando un fazzoletto e mi pulisce.
Quando la sua mano sfiora la mia guancia il mio cuore perde in un battito e lungo il corpo percorrono dei brividi, ci fissiamo per alcuni secondi quando veniamo interrotti dal cameriere. ‹Posso togliere il piatto?› mi domanda
‹Si› dico distrattamente e il cameriere lo prende poi se ne va.
Paghiamo e camminando ci avviamo verso casa.
Sono silenziosa durante il tragitto di ritorno perché ho troppi pensieri per la testa e in quei pensieri ci sono loro due.
Ben mi accompagna fino al portone, ‹sono stato bene questo pomeriggio› dice
‹Anch'io› ammetto
Lo vedo avvicinarsi e penso che stava per baciarmi ma invece mi dà un piccolo bacio sulla guancia, ‹a domani› dice.
‹A domani› dico aprendo il portone e corro verso casa, una volta dentro mi appoggiai alla porta e sospiro.
Non mi ha baciata. Perché io volevo che mi baciasse?
Provo a ripetere inglese ma non riesco a concentrarmi.
Penso a stamattina con Fede così pericolosamente vicino a me, poi a questo pomeriggio con Ben.
Verso le 22 sto guardando la replica di Master Chef, per la quarta volta credo, ‹Silvia non è che potresti chiudere la persiana?› domanda mia madre
Annuisco spegnendo la televisione e vado verso la finestra ma quando sto per abbassare la persiana vedo due persone al cancello. E dal ciuffo biondo mi accorgo che uno di loro è Federico, cerco di ignorarli iniziando ad abbassare la persiana ma prima di coprirli del tutto vedo Fede attirare la ragazza e baciarla.
Se prima il mio cuore è a pezzi ora è completamente distrutto.
Abbasso definitivamente la persiana e vado a letto.
Ci conosciamo da una settimana e ha già fatto a pezzi il mio cuore ma la colpa è mia perché sono io che mi sono innamorata di Federico. Non mi potevo innamorarmi di Benjamin? Che è più dolce e mi tratta bene? E con ciò mi addormento.

Stamattina volevo non incontrare Fede in giro perché il mio cuore non è in grado di sopportare altre delusione e si deve ancora aggiustare per quello che ha visto ieri sera.
Faccio una bella colazione e alle 7:05 esco di casa, sicura di non incontrarlo ma ovviamente la fortuna non è dalla mia parte stamattina perché lo vedo scendere le scale.
Nessun ragazzo è stato così dannatamente sexy di prima mattina. Ma non Federico Rossi.
Decido di passare dall'esterno e prendere la strada più lunga. ‹Silvia› lo sento chiamare
Lo ignoro e mi incammino per andare verso scuola.
Fai che non mi segue, fai che non mi segue
‹Cazzo Silvia fermati› urla raggiungendomi e mi afferra per un braccio bloccandomi al muro con le sue gambe. È di nuovo vicino e questa vicinanza non mi fa ragionare, mi mordo il labbro, ‹non voglio litigare di prima mattina e sono anche in ritardo› dico
‹Che hai visto ieri sera?›
‹Oh tutto quello che mi è servito per capire›
‹Capire cosa?›
‹Che sei un perfetto coglione Federico e che devo stare lontana da te› dico, ‹adesso spostati›
Ma Fede continua a bloccarmi impedendomi di muovermi
‹Non costringermi a fare la stessa cosa che ho fatto l'altra volta› dico
Lo vedo abbassarsi e tenersi quella parte come per difenderla, ‹sono ancora dolorante per l'altra volta›
‹Allora spostati› dico e lo spingo via per poi correre verso scuola, con il cuore a mille.

Arrivo a scuola proprio quando l'ultima campanella ha finito di suonare, alle otto e mezza precisa, e sono arrivata insieme a Emanuela. Una mia compagna di classe che non posso vedere e la cosa è anche reciproca.
‹Dorato, Bernardini, come mai in ritardo?›
‹Non è suonata la sveglia› mento
‹Ho avuto un incontro con il mio prossimo ragazzo› dice
La solita.
‹Potete andare al vostro posto, anzi no cambio posto e potremo iniziare da voi due mettendovi sedute vicine› dice
Credo di non aver sentito bene.
‹La prego non mi metta vicino a lei, tutti ma non tranne vicino a lei›
‹Sono d'accordo una volta con lei› dice Emanuela
Ma la professoressa è irremovibile e così sono costretta a salutare la mia amica e andare a sedermi al secondo banco. Prevedo due ore di latino interminabili.
Dopo due e lunghe ore arriva finalmente ricreazione e posso finalmente parlare con Martina, quando però sento Emanuela parlare con le sue amiche e noi siamo vicine per sentire il suo fantomatico incontro con il suo "prossimo" ragazzo.
Quando sento pronunciare il nome Federico Rossi, mi irrigidisco
‹Emanuela non ti fidare del suo bel visino, è tutta un'altra persona›
Lei mi guarda, ‹e tu che ne sai se neanche lo conosci?›
A volte mi chiedo se è veramente stupida.
‹Lo conosco essendo un cantante, poi ho avuto l'occasione di conoscerlo prima di te perché con il suo amico vivono di fronte al mio palazzo› dico e vado in classe
‹Sta mentendo› dice una delle sue amiche
‹Ma ovvio che sta mentendo, vi pare che le credo› dice Emanuela
‹Quando li incontrerai, dirgli se conoscono una certa Silvia Dorato› dico ed entro in classe lasciandole a bocca aperta.




***

Questo pomeriggio, dopo aver fatto tutti i compiti, vado a trovare i ragazzi ma spero di non trovarci solo Fede. Anche se da un lato si perché devo parlagli. Infatti quando busso alla porta mi viene aprire proprio lui. Senza maglia e tutto sudato.
Non ha una cavolo di maglia?
‹Ginnastica?› domando entrando senza il suo permesso
‹Ma no figurati entra pure› dice Fede chiudendo la porta
Vado in salotto ignorando il suo sarcasmo, ‹meno male che ti trovo solo›
‹Che c'è? Vuoi provarci?› dice
‹Spreca il fiato per rispondere alla mia domanda›
‹Se io non volessi risponderti?›
‹Conosci una certa Emanuela? Ha i capelli biondi e di solito fa parte del tipo di ragazze che frequenti tu› dico
‹Come fai a conoscere qual è il mio tipo ideale di ragazze?›
Alzo gli occhi al cielo, ‹basta osservarti Federico, poi non hai risposto alla mia domanda›
‹Si può essere›
‹Ti consiglio di non frequentarla, non è tipo per te›
‹Da quando devo ascoltare i tuoi consigli?›
‹Diciamo che è per il tuo bene›
‹Che carina da preoccuparti per il mio bene› dice, lo vedo avvicinarsi, ‹ma siamo sicure che sia solo per il mio di bene e non per il tuo di bene?› avvicinandosi ancora verso di me e mi spinge contro il muro.
Io non ci capisco più nulla e non so neanche che cosa mi prenda.
Lo attiro a me e lo bacio.

Portarmi Con Te, Decido Io La Rotta!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora