10 Deamonius Version. (terzo atto)

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-10 Deamonius Version. (terzo atto)

Rabbia.
Solo rabbia riuscivo a sentire.
Nei mie i occhi iniettati del rosso sangue,c’era riflessa l’immagine del foglio che veniva tagliato in due.

I’immagine di Selene venne tranciato di netto,tagliata dal ventre.
Non appena il suo sorriso scomparve in dissolvenza,lasciando di fronte a me solo il brutto viso del mostro alato,avvertì come se fossi stato bagnato e dall’odore sembrava essere sangue.
Questo fu quello che avvertì a livello fisico,ma quello che si presentò ai miei occhi fu una vera e propria pioggia di sangue:
ero di fronte all’immagine di Selene che si librava soave al posto del foglio,il suo sorriso mi aveva scaldato il cuore,almeno per un secondo,in quello scontro mi sentivo sollevato di non essere solo,sapevo che in qualche modo lei era con me,più di quanto credevo,sicuramente più vicina della voce che mi suggeriva di distruggere tutto.
Ma tutto durò poco,troppo poco per godermi l’attimo a pieno.
La metallica lama tranciò l’aria e con essa l’illusione della ragazza bionda che io stavo cercando disperatamente di agguantare con la mano.
La falce fece il suo dovere,compì il lavoro che gli era stato imposto dal proprio padrone.
L’immagine prima tremo,rilasciando nell’aria un lieve onda d’urto,che fece ondeggiare l’aria intorno a se,anche lo stesso metallo sembrò avvertirne l’effetto,ma in me,fu come un terremoto interno.
Le mie pupille si dilatarono di fronte alla crudeltà con cui la ragazza venne “uccisa”,ma fui assalito da un senso di paura e d’orrore quando dal talio fatto dall’arma scoppio una pioggia rossa scarlatta.
La pioggia mi bagnò il volto già provato da quella visione.
Entrò nella mia bocca,dove si diffuse il sapore ferreo tipico del sangue,nelle narici dove l’odore mi si impregnò dentro.
La mia faccia era coperta dal liquido della vita.
Tutto,tranne gli occhi,che lentamente stavano mutando.
L’oro brillante venne consumato da un inquietante rosso rubino che si diramo tra le punte delle mie “stelle” incastonate negli occhi.

Mi resi conto di trovarmi dentro un’illusione,non so se data dal mostro,dalla voce,o da me,dalla paura di averla persa sul serio,ma credetti a quello che vedevo.

Colto dalla rabbia cieca,annebbiato dall’odore del sangue mi accanì contro l’essere a due facce.
Rispetto alla falce del “cadaverico” ,avvertivo chela mia,era molto più leggera,molto più malleabile,come se fosse un’0estensione dei mie arti.
Riuscivo a farla volteggiare con una semplicità allarmante,ma la velocità non era il mio solo pregio,a ogni colpo che fendeva l’aria e riuscivo a colpire il mostro,che cominciò a schivare,la mi forza aumentava facendo rimbombare il suono del metallo contro il metallo nella stanza.

Le ali ancora piegate dal mio tentativo di guadagnare tempo tenevano sospeso il mostro per aria,mi domandavo come fosse possibile che ali tanto esili tenessero ben due corpi insieme.
L’essere dall’alto maneggiava due falci contemporaneamente,il cercavo di schivare,parare e contrattaccare il più rapidamente possibile.
Con una lama deviavo una,mente con il bastone,che era abbastanza lungo per usarlo come asta schivavo l’altra.
Decisi di portare il combattimento nel salone,dove avevo più libertà di movimento,dove non dovevo preoccuparmi di rompere la mia stanza,dopotutto se fossi riuscito a vincere quel duello avrei dovuto comunque dormire in quella stanza.
Usando le correnti d’energia,che adesso rivedevo di colore rosso,feci il modo di attirare il più possibile verso di me il mostro ,il che fu abbast6anza facile,lui era molto propenso a tagliarmi di netto la testa,per cui bastò semplicemente controllare l’energia in modo simile a un vento e spostarmi è il gioco fu fatto.

La situazione anche se in un ambiente diverso non si prestava smuoversi,il fatto che io lo surclassassi in velocità però non equivaleva il fatto che lui disponesse di due armi.
Se dopo aver schivato una passavo al contrattacco,l’altra era subita pronta al prossimo colpo,e cosi via.
Dovevo escogitare un modo per almeno togliergli almeno una delle due falci.
Ragionare sotto l’effetto della rabbia fu difficile,ogni secondo  sentivo l’impeto dentro di me di strappargli le braccia di netto con la falce e poi a mani nude frantumargli tutte le ossa,ma sapevo che questo non avrebbe risolto il problema,ormai avevo capito che per uccidergli bisognava ottenere quella sfera luminosa.

~Le cronache di un Deus Mortis.Where stories live. Discover now