-08 "Io voglio." (primo atto)

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-08 "Io voglio." (primo atto)

Se la paura avesse avuto un volto sarebbe stato quello del dottore che avevo di fronte:
Sfigurato dalle vene verdacee in rilievo,rendevano i suoi lineamenti spigolosi e malati,la forma del viso era solcava veri e propri dossi,soprattutto la parte degli occhi dove le vene passavano dal viole sotto le ciglia,rosso lungo il canale lacrimale e viola dalle palpebre al sopraciglio,ma non solo la parte dell'osso nasale era interessata a questo gonfiamento venale,in tutto viso,le vene,si diramavano per tutto il corpo,pulsando sotto pelle.
Vicino ai muscoli prendevano un colore tendente più al rosso,nei nervi invece erano rossastre come se la pelle si stesse per crepare per il freddo,e vicino agli organi prendevano un colore più violaceo.

La sua figura ormai privata,o quasi,della propria umanità era illuminata dai Led appesi al soffitto della stanza.
Quella luce rendeva tutto molto più lugubre,creando un'atmosfera da film horror.
La luce faceva brillare lo strumento che il dottore portava al collo,strumento con cui mi aveva medicato poco prima,mentre l'effetto che aveva sul camice,era un innaturale bianco immacolato,che rendeva come specchio il tessuto.
Sia che nel metallo dello stetoscopio che nel camice,si poteva vedere il riflesso delle vene in rilievo.
Questi due particolari rendevano ancora più inquietante il tutto,come se ce ne fosse bisogno.

Dietro di lui si apriva lo scenario dell'ormai tarda sera,con le stelle luccicanti in cielo ,come spettatori di un teatro,in attesa di vedere svolgere l'atto di quella commedia che ormai era la mia vita,ma che a parer mio stava diventando una tragedia.

Dottore:- Deus Mortis,numquam in Limbo or meet morte.
(Non tornare più al Limbo oppure incontrerai la morte.)

Sapevo che stava parlando latino,ma nella mia mente le parole venivano tradotte all'istante,come se fossi madre lingua,di una lingua ormai morta.

Io:-Non so di cosa sta parlando Dott...

Non feci in tempo a finire la frase che sentii la schiena sbattere contro il gelo della parete e con i piedi penzolanti.
Soffocai un grido di dolore per la botta.

La scena fu cosi veloce che non ebbi neanche impressione che fosse davvero accaduta:
il dottore mi su parò davanti con un movimento al limite dell'umano,e tappandomi la bocca,mi spinse contro il muro correndo e una volta aver sentito il tonfo del colpo,mi sollevò con la mano prendendomi dal volto,stringendomi la mascella con le dita.

Le dita nodose tremavano per la pressione,le vene all'interno sembravano voler esplodere,iniziavano a condensarsi e a diventare scure,mentre lo sguardo impassibile e demoniaco del dottore non mi lasciava via di fuga.
La mano stringeva sempre più forte intorno al mio collo,tanto che sentivo l'attrito sulla pelle di ogni singola vena e osso,mentre i rivoli di sudore mi scendevano dal volto.

Cercai di divincolarmi,tirai pugni contro di lui,oil suo braccio,cercai ogni punto a cui potevo dar colpo peri scappare alla sua morsa che mi bloccava la mascella,ma nulla,non c'era nulla che io potessi fare.
Provai a focalizzare la mia attenzione sull'azione del respiro,pregando che un lampo di genio mi fulminasse e mi facesse trovare un modo per fuggire,oppure che mi fulminasse e basta.

Sentivo il respiro farsi sempre più pesante,la respirazione era difficile,avevo la bocca sigillata dalla presa serrata del dottore e le narici tappate dalle mie labbra,quello fu l'unico momento in cui maledì di avere le labbra cosi carnose,riuscivo a introdurre aria solamente nei momenti in cui riuscivo a divincolarmi e una narice si liberava,ma non sapevo quanto questo stratagemma sarebbe funzionato.
Perdevo più ossigeno di quanto riuscivo a introdurre.
Poi un rumore d'ossa spezzate e le mie braccia che cadevano a peso morto verso il basso.

Dottore:- Non contendet neque ego interficiam alis.
(Non opporre resistenza o dovrò tagliarti le ali.)

~Le cronache di un Deus Mortis.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora