-09 Domande?Normalità? (terzo atto)

31 7 2
                                    

-09 Domande?Normalità? (terzo atto)

Martina:-Allora mi fai entrare oppure vuoi stare a fissarmi per tutto il giorno?

Mi ricomposi in un nano secondo,per poi tornare ad avere un’espressione fa vegetale non appena lei iniziò a ridacchiare.
Potevo mai  continuare cosi?
Mi bastava vedere il suo volto per farmi sentire tutto il calore che fino a quel momento non mi aveva toccato.

Io:-Si scusa,è solo che oggi sei uno splendore!

Eccolo li.
Il mio lato nascosto,che tenevo segretamente segregato agli occhi di tutti con la più minuziosa cura,ma che,con Martina nei paraggi,sembrava seguire l’esempio degli uccelli e prendere il volo per rivelarsi proprio a colei a cui doveva rimanere segreto.

Vidi il suo volto illuminarsi e prendere un colorito paonazzo,il che fece salire la mia pressione.
Sentivo il cuore battere all’impazzata,mentre il corpo raggiungeva la temperatura di ebollizione e i suoi occhi accendersi.

Velocemente la feci entrare prima di sciogliermi di fronte alla porta d’ingresso e la feci accomodare,dopo essermi vantato dell’ordine che regnava a casa mia,su divano nel salone.
Con soave leggiadra si sedette sul divano in pelle bianca.

Io:-Vuoi qualcosa da bere?
Non potevo sedermi di fianco a lei proprio in quel momento,avrebbe sentito il cuore battere nella gabbia toracica al suono di un concerto metal,e considerando la mia fortuna,mi sarebbe venuto un infarto e sarei morto tra le sue braccia senza che lei facesse nulla.
L’idea ,forse,non mi dispiaceva poi cosi tanto,ma ,ad ogni modo lei rispose di si e io andai in cucina a riempire un bicchiere d’acqua per lei e quello che restava nella bottiglia l’avrei bevuto io.

Quando tornai vidi che era in procinto nel soggiorno vidi che era intenta a cercare qualcosa nella borsa,e come il migliore degli stalker rimasi li a guardarla.
Sembrava una bambina,con le guancie rosse e le labbra della stessa tinta,avrei voluto essere l’oggetto della sua ricerca,almeno avrei potuto essere tra le sue morbide mani.

Io:-Se vuoi ripasso dopo ahaha.
Alzò il viso di scatto diventando ancora più rossa,come se l’avessi colta in fragrante nel commettere un reato.

Martina:-No,in verità,stavo cercando una cosa per te..
Abbassò lo sguardo,come se avesse fallito nel tentativo di farmi una sorpresa.

Io:-Ahh sii? Dimmi dimmi cos’è!
Mi avvicinai al divano,posando il bicchiere sul tavolino e poi mi sedetti accanto a lei.

Martina:-Ma non è nulla,solo un piccolo pensiero che avevo preso come augurio di buona guarigione..
Infilò una mano nella borsa ed estrasse un fagottino argento.
-Ecco,apri e dimmi se ti piace..

Presi il fagotto senza dire nulla,ero troppo curioso che non mi accorso neanche di aver sfiorato le sue mani,si lo so,sono esagerato,ma quando una persona ti piace basta un briciolo per far venire i brividi.
Quando riuscì finalmente a capire come aprirlo senza ridurlo in piccoli fili argentati che poi avrei trovato per un mese per casa rimasi senza parole:
era un bracciale,un bracciale semplice ma dall’incredibile bellezza.
Due corde di pelle nera annodare e intrecciate a spirale,che poi finivano a cappio,mentre l’altra estremità era legata alla parte finale di una piccola ancora che riprendeva il colore del fagotto,che poi sarebbe poi fatto da gancio a cui incastrare il cappio.
Era una cosa piccola,ma estremamente elegante.
Alzai il viso dopo averla studiata attentamente,e con la riconoscenza negli occhi l’abbracciai.

Io:-Ti va di mettermelo tu?
Gli sussurrai all’orecchio.

Martina:-Si con piacere.
Mi prese le mani,e mi fece scegliere in quale volevo indossarlo,sapevo che una volta messo non l’avrei più tolto,se non per qualcosa d’imposto.
Scelsi il polso destro e le mi accarezzo la mano,per poi,con una mano mi sorreggeva la mia e l’altra mi mise il bracciale.

~Le cronache di un Deus Mortis.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora