-06 Tramonto del giorno.( primo atto)

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-06 Tramonto del giorno.( primo atto)

Dolore?
Stanchezza?
Gioia?
Non mi ricordo quale fosse l'ultima delle sensazioni che provai prima che il nero della stazione e il freddo della pioggia mi abbandonassero come i miei sensi.
Ma ricordo quale fu l'ultima cosa che sentii,nell'ultimo brivido che mi percosse il corpo,quell'ultimo istante in cui non sentii più il sangue caldo fluirmi nelle vene:
il rumore metallico delle catene mosse dal vento che portava con se il delicato profumo di rose,nonostante attorno a me non ci fosse altro che odore di sangue e fuliggine.

Sentivo l'aria che oltrepassava il mio corpo.
La mia schiena fermava il vento,ed esso per via della forte velocità con cui mi sembrava che sfrecciasse,evacuò passando dalle aperture degli arti:
attraverso le braccia,che non appena sentii il contatto lasciai morte facendosi che andassero verso l'alto in direzione col vento,e in mezzo le gambe,era talmente realistico la sensazione che sentivo anche la maglia e i pantaloncini gonfiarsi dalla corrente,mentre i capelli venivano frustrati dal vento andandomi sul viso,dandomi fastidio,tanto che dovetti aprire gli occhi.
Pensai di risvegliarmi alla stazione,li,dove avevo perso i sensi,ma invece no.
Stavo cadendo.

Avevo lo sguardo puntato al cielo,un cielo che non riconoscevo.
Quel cielo sembrava essere coperto da una coltre scura,che impediva di vedere quel limpido azzurro che per molto tempo ho odiato,eppure in quel momento,non vedendolo il mio cuore era sprofondato in un baratro più scuro del cielo che avevo di fronte.
Era come se fosse notte,ma al posto del blu e delle stelle,solo una cupola grigio-nerastra,che faceva filtrare la luce di quello che neanche si poteva chiamarlo sole,in quanto non riuscivo a vederlo.
Era come se quella cupola rendesse tutti i colori spenti,come se spegnesse la vita.

La distesa grigia si allontanava sempre di più da me,a ogni secondo che scorreva sentivo sempre di più la sensazione di oscurità incombere.
A ogni metro che facevo in caduta libera i colori si spegnevano,persino quando guardai i miei vestiti erano iniziati a diventare grigi e incolore,anche quando i capelli mi andarono negli occhi,notai che persino loro avevano perso lucentezza e morbidezza,solo quelli che erano diventati bianchi rimasero normali.
In mezzo a quell'assenza di luce era come se avessero preso a brillare.

Avevo paura di voltarmi e vedere quanto la terra fosse distante,anzi avevo proprio paura che non ci fosse terra e che la sensazione di cadere di protrasse nel tempo.

Era orribile.
Sentivo il cuore battere alla velocità che vento che ostacolava la mia caduta,la pelle diventare d'oca per il brivido dell'adrenalina e della paura e il cervello svuotarsi di ogni pensiero e riempirsi solo di numeri senza logica in cerca,di calcolare,quanto ancora sarebbe andata avanti quella sensazione d'impotenza.

Cercai la forza di voltarmi,ma il mio corpo si,un po per la forza del vento che mi era contraria,un po perche era paralizzato dalla paura,non si mosse,per cui a me non rimase altro che attendere.
Attendere l'inevitabile impatto,con il tanto atteso terreno.
Chiusi gli occhi strizzandoli forte per non riaprili per via del vento e dei capelli,portai le braccia al petto,accovacciandomi cose se volessi proteggermi il cuore.
L'ultima cosa che vidi fu quello scenario morto,rotto soltanto da nuvole rosse,che rendevano quel posto talmente diverso da quello che avevo tanto odiato e che adesso,sul punto di poter morire,iniziavo ad apprezzare.

Sentii il colpo,la schiena battere su qualcosa di duro,sembrava essere metallo.
Rimasi steso per terra,aspettando di morire per il dolore per la percussione o per qualche altro morivo,dopotutto avevo fatto un volo che,se si tenevano conto i conti del cervello,potevano essere benissimo 200 metri.
Attesi,tenendo gli occhi ben chiusi e le braccia ancora aggomitolate al petto,ma non successe nulla.
Nessun dolore,neanche l'ombra di un leggero fastidio,eppure avevo avvertito l'impatto.

~Le cronache di un Deus Mortis.Where stories live. Discover now