-09 Domande? Normalità? (secondo atto)

41 8 0
                                    

-09 Domande? Normalità? (secondo atto)
05/06/2014
07:56

Il sole era già alto sulla città,i suoi raggi penetravano dal vetro della finestra insieme al cinguettio degli uccelli che si rincorrevano in cielo dando prova di magnifica eleganza e leggiadra armonia.
Il loro volo era qualcosa di sublime,i dominatori dell’aria e i musicisti della natura,che davano un po di respiro a una metropoli che già,alle prime ore del nuovo giorno,era intenta a ingorgare le strade con le loro auto.
Tutto questo mi faceva andare in bestia.

Il sole del mattino mi destò dall’appena trovato sonno,svegliandomi con i suoi raggi che avevano deciso di accomodarsi proprio sul mio viso.
Se il sole bacia i belli,in quel momento avrei voluto essere lebbroso.

Quella notte era stata un inferno già dall’inizio:
non appena l’infermiera si chiuse la porta alle spalle e le luci furono state chiuse,una melodia straziante si erse per tutto l’edificio.
Il lamento dei pazienti.
Un’interminabile canto d’agonia che mi fece passare la notte con gli occhi sbarrati in cerca di qualsiasi cosa che potesse distogliere la mia attenzione da quell’insopportabile suono.
Peccato che tutto quello che potesse tenere occupata la mia mente da quegli acuti di dolore,provava il mio di dolore.

Tutte le domande a cui non riuscivo a trovare risposta faceva a turno e bussavano alla porta del mio subconscio.

Solamente alle prime luci dell’alba,quando la mia compagna luna,che mi aveva tenuto compagnia per tutta la notte,andò a riposare,anche io lentamente iniziai ad assopirmi,come il resto dell’ospedale.
Ma ovviamente sta buono l’uno finche vuole l’altro:
non appena chiusi gli occhi ecco il suono della natura fracassarmi i timpani.

La giornata era iniziata malissimo.

Controllai il telefono,la sveglia non aveva ancora suonato,come al solito ero io che ricordavo a lei a che ora suonare.
Iniziai col solito giro di messaggi,tanto per non creare discussioni in seguito.

  ~08:02 “Buongiorno Mamma,mi sono svegliato adesso,sono in ospedale ma è tutto ok,tra poco dovrebbe venire a prendermi mio padre per portarmi a casa,se ci sono novità ti farò sapere.” ~

Attesi un po’ per vedere se mi rispondesse,oppure che chiamasse,come una normale madre farebbe,ma le mie speranze presero il volo come gli uccelli fuori dalla finestra.
Dopo aver aspettato sufficiente tempo,decisi che era tempo di mandare un messaggio a Martina;

~08:18  “Ehi giorno raggio di sole!Mi sa che mi sono alzato prima di te anche oggi,chissà com’è dormire tutto il giorno ahaha
Forse oggi non puoi venire all’ospedale perché,sorpresa sorpresa,dovrebbe venire mio padre a prendermi e portarmi a casa,per cui,se ti va proprio di infastidirmi anche oggi possiamo vederci direttamente da me. ” ~

Questa volta avrei tenuto le mie speranze ben ancorate al suolo.

Posai il telefono,tanto sapevo che stava ancora dormendo essendo in vacanza,per cui mi avviai al bagno del reparto con passo felpato per non attirare l’attenzione di qualche dottore o infermiere armato di stetoscopio o di siringa,ne avevo già avuto abbastanza per quel mese.
Tornai nella mia camera,senza che occhi indiscreti si accorgessero della mia presenza e una volta dentro,raccattai le mie cose per prepararmi ad andare via.
Non c’era molto,solo i vestiti con cui ero uscito il giorno prima,gli anfibi,il telefono e il bigliettino di Selene.
Quel bigliettino fu uno dei motivi per cui la notte precedente non chiusi occhio.

Le parole scritte su quel bigliettino non avevano un senso apparente,non c’entravano nulla con quello che avevamo parlato e nel contesto in cui le aveva scritte e poi,se la testa non iniziava a farmi brutti scherzi,li doveva esserci scritto un incantesimo per farmi tornare alla normalità,eppure adesso c’era un enigma.

Prima che il mio cervello iniziasse a raggomitolarsi su se stesso,il cellulare iniziò a vibrare,con mio conseguente salto per lo spavento.
Mi fiondai su di esso come un leone su una preda,pensando che qualcuno di molto importante avesse risposto al messaggio,ma questa volta il leone  era rimasto a bocca asciutta poi che era una telefonata.
Una telefonata che aspettavo ma che al col tempo mi spaventava.

~Le cronache di un Deus Mortis.Where stories live. Discover now