-04 Messaggi. (secondo atto)

67 15 5
                                    

-04 Messaggi. (secondo atto)

Il sole picchiava forte sulla terra,come un martello sull'incudine ,e io ero in mezzo alle due leve.

Girovagavo per le strade del corso,dopo la scomparsa di quella vecchia avevo seguito le indicazioni di una voce che riuscivo a sentire solo io.
Questa mi intimava a seguire la strada che mi voleva far percorrere con parole come:

"Se vuoi sapere vieni da questa parte."

Era come avere un GPS nel cervello,un GPS che solo io potevo sentire e con una voce da far venire i brividi di freddo anche con 39°,ma io,voglioso di conoscenza e per soddisfare un mio desiderio,puramente egoistico di conoscere la verità su quello che stava succedendo,la seguivo senza pormi troppe domande.

Ero ormai arrivato alla soluzione di essere diventato pazzo,o se non lo fossi già,ci mancava davvero poco.

Camminavo ormai da venti minuti, e neanche un rivolo di sudore sul mio viso o tra i capelli corvini striaiti con tre ciocche bianche,con tutto che io ero sotto il sole all'una del pomeriggio.

Le cuffie mi sparavano la musica nelle orecchie durante il mio "pellegrinaggio"alla ricerca della luce,mentre la voce la sovrastava,a tratti,per dami indicazioni.
Nella tasca sentivo la provetta con il liquido verde mi infondeva la stamina necessaria per sradicare un albero dalle radici.
Si avete capito.
Una "normale" provetta di vetro,datomi da una signora che sembrava uscita da un set di un film dell'orrore,mi stava "magicamente" facendo stare meglio.
Ve l'ho detto,se non ero diventato pazzo,ci sarei arrivato presto,molto presto.

La voce mi stava conducendo per le vie del corso centrale,uno dei posti che avrei voluto,in assoluto,evitare,visto che la coppia:
"Cantiamo insieme appassionatamente"
Era in giro.
Al solo pensiero mi veniva voglia di cambiare strada,andare in un'altra città e di trasferirmi in un altro paese.
Ammetto di essere un po geloso,dopotutto era da mesi che io e Martina lavoravamo sul nostro rapporto" di essere attratti senza saperlo",peccato che io lo sapevo.

"Giovane Shinigami,la via che conduce alla verità passa per un mare di rabbia."
Ottimo.
Cosa ci poteva essere di meglio che un bell'avvertimento per continuare una giornata che era già iniziata male?

La voce si era fatta strada nei miei pensieri più reconditi,scavando e penetrando in profondità per portare a galla i momenti più bui della mia vita,come se volesse far annegare in un mare di dolore,e non di rabbia.
Non ci feci neanche caso,mentre i ricordi mi scorrevano nella mente ,mentre i sussurri di quell'"essere" mi indirizzavano a proseguire dritto,io continuavo a fissare il vuoto perso tra la musica,mio unico riparo in questi casi.
Nei casi quando i vecchi ricordi,ormai sopiti,bussano alla porta della mante per poter scendere fino ai cancelli del cuore,allora io per ignorare il "campanello" mi distraevo con la musica perche:
Se sigillo le orecchie,chiudo il cuore.

Questa era la mia tattica per sopravvivere,in questa vita,che di "vita" non ha niente.

Solo una cosa attirò la mia attenzione,anzi una parola:
Shinigami.
Ancora venivo chiamato così senza sapere perché e cosa significasse quel nome,ama non sapevo dove cercare o meglio dove indirizzarmi,visto che conoscevo il significato della parola,ovvero:
"Dio della morte"
Ma cosa voleva dire? Almeno riferito a me non aveva nessun significato.
È vero che ultimamente ero più di là che di qua,ma di certo no mi sentivo un Dio.

C'erano troppe domande a cui trovare risposta e per il momento non volevo sovraccaricarmi di pesi inutili,per cui continuai a procedere per le vie che la voce mi diceva di imboccare.

Arrivai al lungomare,e lì,il mio cervello si arrovigliò ,si rifiutò di collaborare e di capire,lasciando spazio alle emozioni,emozioni che prendevano il controllo.

~Le cronache di un Deus Mortis.Where stories live. Discover now