-10 Deamonium Version. (primo atto)

54 7 0
                                    

-10 Deamonium Version. (primo atto)

Vedevo il mio riflesso specchiato nelle tre lame che mi puntavano minacciose.
Il metallo di quelle falci avrebbe potuto sventrarmi anche solo passandomi accanto,sentivo il loro potere distruttivo anche alla distanza di un metro e mezzo.

Dovevo pensare in fretta,sapevo che di essere in svantaggio per quanto riguardava la forza,ma potevo giocare di velocità,ma disarmato potevo fare ben poco.
Allora decisi che l’unica mia salvezza era quella di prendere la falce che avevo in stanza e combattere,ancora una volta,contro questi strani esseri che ormai erano parte della mia vita,senza sapere il motivo.

Il sangue delle due testa simili a mummie senza bende iniziava a forma re una piccola pozza sul pavimento,il gocciolare si armonizzava perfettamente con il rumore del battito del loro cuore.
I suoi occhi erano puntati su di me,con quella luce spettrale nel nero più assoluto rendeva quell’essere ancora più simile all’idea della morta,molto di più di quella di coloro che l’avevano preceduto,e con il mostro in perizoma pensavo di averle viste tutte.

Il mostro era goffo,poi con le ali che gli trapassavano il torace sicuramente doveva avere problemi a ruotare la falce,figuriamoci a muoverne tre.

Ero ancora sul divano quando vidi il braccio sinistra del mostro,con la carne e il sangue che a ogni dilatazione delle vene assumeva un colore che passava dal viola al blu,muoversi,come a rallentatore.
Realizzai in tempo il piano d’azione,sennò mi sarei ritrovato morto ancor prima di aver iniziato.

Il braccio muovendosi mi schizzo tutto il sangue in viso,un odore di marcio mi annebbiò i sensi,ma continuai a indietreggiare a scendere dal divano,appena in tempo prima finire come la lampada dietro il mobile,che con un grand fracasso crollo in mille pezzi.
Quel mostro poteva essere anche lento,ma di certo la forza non gli mancava,anche se a guardare quell’ammasso di carne penzolante e ossa non si direbbe.

(Shinigami,i tuoi sensi non devono sfuggire allo spazio,ma lo spazio può influenzare il tempo,rimembra la natura.)
La voce mi colse nel momento in cui proprio avrei voluto il silenzio più totale per creare un paino d’azione con le minor probabilità di morte.
Mentre col braccio scacciavo il sangue dal viso,con l’altro braccio cercavo ogni oggetto per lanciarglielo addosso,almeno per tenerlo occupato nella mia ritirata,ma nel momento in cui le parole nella mia testa tuonarono forti,pensai che mi mancava solo lui che mi parlava tramite indovinelli.

Io:-Cosa vuoi dire con “lo spazio può influenzare il tempo“,se non te ne fossi accorto qui sono accorto di entrambi.
Dissi mentre avevo tra le mani una sedia,pronto a lanciarla sul mostro.

Non mi resi conto di star parlando ad alta voce,per cui mi preparai ad un rimprovero,come già aveva fatto la sera prima,ma questa volta non fu lui a rispondere,almeno non subito,ma loro.

Loro:- Re transfuga, vox tua non salvabit verbum abominationis huius.
(Tu Re disertore ,la tua voce non salverà questo abominio)

Non capivo.
Perche l’avevano chiamato “Re disertore”?
Non aveva senso,non poteva avere senso,e per quanto mi sforzassi a trovarlo ne venivo sempre a capo con la medesima conclusione:
“non era possibile”.

Io:-“cosa vuol dire che sei un Re disertore? Anche tu sei mio nemico?
Solo dopo aver fatto le domande mi resi conto di quanto potevano essere vano in quel frangente,con tre lame  ricurve pronte a tagliarmi come si taglia la testa a una gallina.

Schivai i fendenti dei miei aggressori,non era difficile,ma dovevo sincronizzare bene gambe e busto per avere il massimo equilibrio.
Il mostro putrefatto fistava da me giusto una ventina di centimetri,ma il problema di fondo era un altro:
era di fronte alla parte di corridoio che separava la stanza del soggiorno da quella da letto.
Dovevo elaborare la strategia migliore per non farmi tagliare in quattro pezzi e superarlo per arrivare alla stanza e infine prendere l’arma e partire al contrattacco.
Le uniche opzioni erano:
-fare il giro del divano ,salvare il tavolino sperando che il mostro non spiccasse il volo o chi sa cosa e correre il più veloce possibile.
Oppure
-andare incontro alle lame,schivarle ,entrare nella guardia nemica e,una volta dentro spingerlo nella direzione opposta a quella che dovevo prendere io.
Entrambe erano un  suicidio,se qualcosa fosse andato storno avrei visto il mio corpo in una pozza di sangue nel riflesso del falci.

~Le cronache di un Deus Mortis.Where stories live. Discover now