«Grazie, Ste.»

Lui si stacca da me senza mai lasciare la mia mano, e restiamo così, in silenzio per un po'.

Dopo poco arriva un'infermiera a comunicarci il termine dell'orario delle visite, invitando il mio amico ad uscire per ritornare il giorno seguente. Lui, educato, annuisce e si alza dalla sedia, rivolgendomi un sorriso stanco.

«Ciao, Em. Cerca di riposare.», dice, e si avvicina al mio viso per darmi un dolce bacio sulla fronte.

«Buona serata, Ste.», ribatto, guardandolo grata.

Lui fa per voltarsi, e le parole escono dalla mia bocca prima che possa fermarmi: «Tornerai a trovarmi?»

Stefano mi fa un occhiolino e mi scompiglia i capelli in un gesto affettuoso. «Certo che torno. A domani, pulce.»

Al suono di quel nomignolo allargo un sorriso.
Mi aveva sempre chiamata così, a causa della mia scarsa statura, soprattutto se confrontata alla sua altezza.

Quando varca la porta della stanza, sono di nuovo sola.
C'è un letto vicino al mio, ma è completamente vuoto, ed io mi chiedo se resterà tale sino a quando non uscirò da questo posto.

Il Dr. D'Amico ha parlato di biopsia, ed ora che ci penso non so nemmeno cosa sia. Sarà invasiva? Mi farà male? Dov'è il dottore quando mi serve? Poco fa mi ha detto che avrebbe dato risposta ad ogni mia domanda.
Faccio un respiro profondo e lascio andare il capo sul cuscino, vagando con i pensieri.

Non voglio morire.

Dio, cos'ho fatto di male? Perché deve accadere tutto questo, perché a me?
Ho solo sedici anni...Non ho ancora fatto nulla, ho ancora una vita da vivere. Non so neanche se riuscirò a portare avanti il mio sogno con la cucina... Arriverò a scoprirlo?

Ho così tante cose da fare.
Non ho ancora preso il diploma.
Non sono mai stata in montagna d'estate.
Non sono mai andata ad un concerto.
Non sono mai stata all'estero.
Non ho mai fumato.
Non ho mai fatto l'amore.

Non ho ancora fatto un sacco di cose... E non sarà una stupida malattia a vietarmi di farlo.
Farò tutto quello che non potrò fare se il cancro deciderà di portarmi via con sé.

Forza, Emma. Basta con questi pensieri negativi.
Sei forte e supererai questo ed altro nella tua vita!

"Sono forte?", mi chiedo mentalmente, soppesando la domanda.
Spero di esserlo, perché in questo momento mi sento una nullità.

E mi addormento con questo turbine di pensieri.

***

La voce profonda di un uomo in lontananza mi disturba, svegliandomi.Apro gli occhi a fatica mentre il mio stomaco sta brontolando, reclamando cibo.
Ma gli ordini sono stati chiari: è opportuno stare a digiuno per i prelievi e gli ulteriori esami di accertamento.

Riconosco solo ora la voce che mi ha riportato alla realtà: è quella del Dottor D'Amico, fuori dalla porta socchiusa.
Intravedo i miei genitori e decido di fingermi ancora addormentata e di concentrarmi su quello che si stanno dicendo.

«Quando Emma sarà sveglia, procederemo con la biopsia.», sta spiegando lui.

«Le farà male?», chiede con voce allarmata mia madre.

«Non sentirà nulla, perché anestetizzeremo la parte. La biopsia è una procedura invasiva, con un'apposita siringa preleveremo tre campioni della massa tumorale per poter procedere con le analisi opportune, valutando anche la natura del tumore: benigno o maligno.»

«E... Quale pensa possa essere il caso di nostra figlia?», e so che la domanda e posta da mio padre, perché riconosco la sua voce imponente.

Il mio cuore accelera mentre sento sospirare il dottore. «Dalla risonanza il tumore risulta attaccato al muscolo, tipico quadro sarcomatoso. Non le nascondo che la maggioranza di tali carcinomi sono di origine maligna. Nonostante questo, il quadro potrebbe essere conciso e localizzato solo a livello del braccio, così, asportando la massa tumorale, si risolve gran parte del problema. Ma quello si vedrà successivamente con una tac completa. Fra gli esami che eseguiremo sul tessuto prelevato durante la biopsia, controlleremo se sia necessaria una procedura di radioterapia o chemioterapia per ridurre il volume del tumore.»

Chemioterapia?
Come una stupida, su tutto quello che ha detto il medico, il mio pensiero è solo: "Perderò i capelli."

La stessa Emma che leggeva libri come "Colpa delle Stelle" e guardava i film come "I passi dell'amore" o "Time for dancing" su una poltrona, piangendo per i protagonisti, è finita per essere lei stessa la protagonista di un film analogo, sulla propria vita.
Sento di nuovo i miei occhi diventare umidi e le lacrime solcarmi le guance, come ormai continuavano a fare dal giorno precedente.
Ancora e ancora.

Il dottore entra in stanza seguito dai miei genitori, sorprendendomi sveglia.

«Buongiorno, Emma. Come ti senti oggi?», chiede in tono gentile.

Mi volto verso di lui, guardando in faccia i miei genitori con aria sconfitta.

«Facciamo questa maledetta biopsia!», sbotto, e loro capiscono di avermi avuta come silenziosa spettatrice.

Il mio destino - La mia rivincita [ Moments Series]Where stories live. Discover now