Chapter Forty.

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Comprai quel che serviva ad Alan, e mi viziai un po' passando dal reparto dei dolci comprando quelli che di solito mangiavo o che per lo meno sembravano essere buoni. Lanciai una veloce occhiata fuori da una parete a vetri, i miei occhi di posarono automaticamente su quella catena di alberi non molto distanti dalla pompa di benzina.

Quei passi man mano più veloci risuonavano di nuovo nella mia testa. Chiusi gli occhi stringendo le palpebre e quando li riaprì cercai veemente Harry, il quale era poggiato sulla sua auto con una sigaretta tra le labbra.

«Signorina.» Scattai il capo velocemente verso quella voce. «Dovremmo passare.» Continuò.

«Oh si, - mi grattai nervosamente la nuca- Scusate.» Lasciai passare la coppia mettendomi da parte in modo che ci fosse abbastanza spazio in quel piccolo corridoio. Tirai su un sorriso forzato quando mi ringraziarono e sospirai avviandomi alla cassa, non avevo altro da comprare e non volevo nemmeno far aspettare Harry fuori, si sarebbe pentito di avermi offerto un passaggio. 

Per mia fortuna non c'era molta fila e quei pochi clienti davanti non avevano comprato chissà che cosa, così pazientemente aspettai il mio turno.

Cercai solo di rilassarmi e non pensare più a quelle settimane dove non facevo altro che sentire la sensazione di qualcuno che mi stesse seguendo, era snervante. Ma comunque sia li fuori c'era Harry e questo in parte mi tranquillizzava.

Poggiai gli articoli che dovevo ancora comprare sul ripiano della cassa quando fu il mio turno, tirai fuori i soldi che mi servivano dallo zaino e borbottai un grazie a lei quando la signora dietro la casa mi liquidò masticando la sua chewingum. Passai dietro l'orecchio una ciocca di capelli prima di afferrare i due sacchetti e uscire da quel posto, dove il calore te lo faceva sembrare accogliente ma le persone un po meno. Harry buttò per terra il mozzicone di sigaretta pestandolo l'attimo dopo, quando mi avvicinai a lui e alla sua macchina.

«Dammi qua.» Mi sfilò di mano i sacchetti quando la sua pelle rimase in contatto con la mia, per poi sussultare quando dell'elettricità statica passò da quel punto espandendosi per tutto il mio corpo. Harry corrugò le sopracciglia guardando sia la mia che la sua mano prima di tornare a guardarmi negli occhi. Infilai entrambe le mie mani nelle tasche della felpa e morsi il labbro inferiore, il suo sguardo cadde proprio lì, sperai vivamente che qualunque strana idea che in quel momento passasse per la sua mente rimanesse solo un pensiero e nient'altro. Mi sentivo già abbastanza strana così, ero confusa, talmente tanto che quando sperai che non facesse niente nel contempo speravo il contrario. Si scostò e aprì il portabagagli mettendo li i sacchetti. Mi fece cenno di salire così non persi tempo.

Era impossibile non notare quanto fosse pulita la sua auto, ogni volta. Non aveva uno graffio, ne al di fuori ne dentro. Conoscevo bene i maschi e la loro fissazione per le macchine, sono così ridicoli. Purtroppo non hanno quella stessa fissazione anche per la loro casa.

Pensandoci bene chissà come sarà la casa di Harry. Piccola? Grande? Sarà pulita come la sua auto? Poco probabile. 

Abiterà da solo?.

Girò la chiave nel cruscotto e senti i suoi occhi puntati su di me, così sospirai nervosa giocando con le punte dei miei capelli. «Con chi stavi urlando?» Domandò per la seconda volta quella sera.

Abbassai il capo sentendomi una completa idiota per la risposta che stavo per dargli ancora una volta. «Non lo so.» La mia voce fu quasi più che un sussurro. «Vorrei saperlo anche io.» Aggiunsi tornando a guardarlo, rivolse la sua attenzione alla strada stringendo le sue mani sul volante.

Dopo quel breve scambio di battute non cercò di aprire conversazione, il che me lo immaginavo da lui, riuscì a togliermi dalla testa il panico che si trovava in me in quella stazione di servizio, non ero un'amante del silenzio, era così insolito e non faceva altro che farci sentire più soli di quanto non siamo e dopotutto Harry mi stava dando un passaggio, non mi dispiaceva chiacchierare un po' con lui, anche se sapevo bene che Harry non era un tipo di molte parole, sopratutto se è incazzato, ma ci sono state volte in cui mi trovai davvero bene in sua compagnia, come quando mi aiutò a montare la tenda che avrei dovuto condividere con Gyne o come, fatto più recente quando dopo quella sfuriata in quel pub mi offrì da bere e sembrava davvero un'altra persona. 

Scarlett.     H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora